Individuato il Dna della Vernaccia di San Gimignano che ora diventa una pubblicazione internazionale

12 Feb 2014, 08:30 | a cura di
Lo studio sull’origine è stato incoraggiato (e finanziato) dallo statunitense The Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau ed ha portato all’individuazione genetica del famoso vino toscano. Il prossimo passo è la pubblicazione in etichetta.

La ricerca italiana finisce sulla stampa estera. È il caso del lavoro sulla
caratterizzazione molecolare della Vernaccia di San Gimignano, condotto dal Serge-genomics (lo spin-off dell'Università di Siena guidato da Rita Vignani) e pubblicata sulla rivista internazionale Scientific Research con il titolo di “Vineyards genetic monitoring and Vernaccia di San Gimignano wine molecular fingerprintig”. Una ricerca finanziata dall'Amministrazione Provinciale di Siena e dal Consorzio della Denominazione San Gimignano, conclusa e presentata a Vinitaly 2012. Obiettivo: creare una banca dati del Dna su nove aziende del Consorzio (Il Palagio, Panizzi, Pietrafitta, S. Quirico, fattoria Abbazia Monte Oliveto, Villacastelli, Campochiarenti, Castelli e Vagnoni) e su quattro tipologie differenti di Vernaccia, nessuna prodotta in purezza.
Dopo due anni si è potuta stabilire la conformità dei campioni analizzati al disciplinare della Vernaccia, verificando la sua somiglianza genetica al Fiano di Avellino, e soprattutto è stato possibile escludere la presenza dei vitigni aromatici esplicitamente vietati dal disciplinare: moscato bianco, malvasia bianca di candia, malvasia di candia aromatica, traminer aromatico, muller thurgau, malvasia istriana, incrocio bruni 54. Soddisfatta Rita Vignani che è da anni impegnata nella ricerca del Dna del vino, con scarsi consensi in Italia e tanti incoraggiamenti all'estero: ricordiamo che il progetto sulla tranciabilità del vino tout court è stato, e continua ad essere finanziato dal Ttb (The Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau), l'agenzia doganale del vino degli Stati Uniti. “Èil primo lavoro” dice la ricercatrice “pubblicato su una rivista internazionale, dotata di controllo della qualità scientifica, dove si descrive l'applicazione della tecnica molecolare alla caratterizzazione di un vino bianco blended”. Un segnale importante per continuare con la ricerca sul Dna anche per i vini rossi e magari arrivare al tanto sospirato “Dna traced” in etichetta.

a cura di Loredana Sottile

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