Innovation Design for Food a Torino. Creativi al servizio del cibo

19 Mag 2016, 15:26 | a cura di

Tante idee per scoprire l'identità enogastronomica della città, un quartiere dopo l'altro. Nasce tutto da un ingente lavoro di censimento sui luoghi di produzione, vendita, consumo di cibo. Si ottengono soluzioni concrete che accontentano tutti, nel rispetto della vocazione di ognuno. 


Innovation Design. Cos'è e come si applica al cibo

Nasce da una domanda che apre scenari infiniti il percorso di Innovation Design for Food: “Cosa succederebbe se...?”. È questo l'interrogativo comune alle ricerche dell'innovation design, che come ogni azione creativa si genera sul filo di una narrazione in divenire. E questo è il lavoro che ogni giorno coinvolge il gruppo di design del Politecnico di Torino, che da due anni a questa parte, quando il team si è ufficialmente costituito, ha scelto di chiamarsi Innovation Design Lab. Un team composito che sviluppa progetti molteplici sulla traccia di cui sopra, e nell'ultimo anno, con il supporto degli studenti di Design Sistemico del Politecnico, degli esperti e delle più interessanti startup del settore food, ha messo insieme un vero e proprio atlante del cibo mappando Torino e le sue attività di produzione, somministrazione e consumo un quartiere dopo l'altro. Perché dalla conoscenza dei contesti alimentari e gastronomici possa scaturire una diversa fruizione del territorio urbano di cui beneficiano tutti, la ricerca universitaria come le aziende locali, i turisti in visita alla città come l'incubatore I3P, che sostiene le idee più innovative a tema food.

La mappa gastronomica di Torino

I numeri, forse, contano poco, ma restituiscono le dimensioni di un percorso che è ben lungi dall'arrestarsi: più di 70 studenti al lavoro negli ultimi mesi, 6358 luoghi censiti come punti strategici di produzione, trasformazione, vendita, consumo di cibo, una mappa che annovera 2180 bar, gelaterie e pub, 1418 negozi al dettaglio, 1183 pizzerie e ristoranti, 543 spazi per il cibo d’asporto. E incrocia i dati raccolti secondo parametri d'indagine utili per ricostruire l'identità gastronomica di Torino; qualche esempio? Il maggior numero di insegne e attività si concentra in centro città, e questo non stupisce, ma lo seguono da vicino quartieri come Pozzo Strada, Parella, Barriera di Milano, Vanchiglia e Vanchiglietta. E poi? Proprio il riscontro porta a porta ha permesso di fotografare l'identità e le problematiche di ogni quartiere: da qui è partito il lavoro dei creativi.

Multietnico, sostenibile, locale, divertente. Il cibo di Torino

Le idee concretizzate finora sono molte e disparate. Al quartiere periferico di Falchera (risultato all'ultimo posto per concentrazione di attività ristorative), per esempio, è scattata l'operazione Mens Sana: la Cascina Falchera provvede a preparare il cibo, un'applicazione mette in comunicazione i lavoratori del polo CNH, il grande villaggio industriale dell'area, con la cucina, così che l'ordine viaggi online e il pranzo sia consegnato direttamente al cancello richiesto. A Vanchiglia, invece, è nato Cibamenti, la piattaforma online per fare la spesa tra i banchi del mercato... Senza recarsi al mercato. L'obiettivo? Risollevare le sorti del mercato di Santa Giulia, che ha sofferto la crisi degli ultimi tempi. E poi c'è il progetto Mirafiori per redistribuire le eccedenze del grande Centro agroalimentare di Torino (Caat) o l'iniziativa didattica Cibogramma che favorirà l'integrazione culturale sulle tavole del quartiere più multietnico di Torino, Aurora. Ma la disamina potrebbe proseguire a lungo. A San Salvario, per esempio, si è scelto di privilegiare il circuito delle botteghe alimentari: per merenda o all'aperitivo i carretti di BiCibo porteranno fuori da uffici e scuole le specialità dei negozi aderenti al circuito. Mappe digitali e brochure informeranno su spostamenti e prodotti. Un paio di suggerimenti ancora: Walkeat a spasso per Barriera di Milano attraverso tour enogastronomici tematici e Orabuona, l'app attiva tra Cenisia e Cit Turin per chi va sempre di corsa e il cibo potrà prenotarlo in anticipo presso i locali che hanno aderito al circuito. E se non bastasse, lo strumento suggerisce pure il percorso più veloce per raggiungere il ristorante a piedi o in bici. E i luoghi all'aperto dove godersi la pausa. Creativi al servizio della città. E della buona tavola.

 

a cura di Livia Montagnoli

 

Qui il link per seguire le attività di Innovation Design for Food

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