L'agricoltura che fa bene agli emarginati. Il progetto solidale della Sardegna

7 Apr 2016, 16:50 | a cura di

Si è da poco concluso il progetto di reinserimento nel mondo del lavoro per i meno fortunati promosso in provincia di Nuoro. Ex tossicodipendenti, persone affette da disturbi mentali e disoccupati sono stati coinvolti in un'iniziativa che ha ribadito l'importanza di tornare alla terra.


La rivincita nei campi

Ancora un'iniziativa per il reinserimento di ex detenuti, ex tossicodipendenti, ma anche disoccupati e persone con disagi mentali, che fa leva sui valori positivi dell'agricoltura. Il nome del progetto “L'agricoltura come fattore di inclusione sociale” parla chiaro: è la terra il punto di ritrovo e condivisione ideale per gli emarginati e per chi ha sofferto, un luogo da cui ricominciare per dare una svolta alla propria vita e restituirle un senso. Agricoltura, quindi, come strumento di reinserimento al lavoro, ma anche come rivincita personale, con se stessi e con gli altri. È Gal Nuorese-Baronia – portale per la valorizzazione dei prodotti tipici locali – ad aver promosso il progetto che si è concluso pochi giorni fa, finanziato dal Piano di Sviluppo Locale e destinato ai soggetti socialmente esclusi. I partecipanti all'iniziativa sono stati selezionati dai servizi sociali di 7 comuni della provincia (Osidda, Bitti, Orune, Onanì, Lula, Lodè, Onifai).

L'unione fa la forza

La sede scelta è stata Lodè, dove le fattorie didattiche dell'area Gal hanno ospitato il progetto che ha visto il Comune di Osidda come ente capofila. Ma l'iniziativa ha coinvolto diverse realtà, come l'azienda agrituristica casearia Calavrina, nel piccolo comune di Bitti in provincia di Nuoro, e ancora la cooperativa Maia a Lula e l'azienda agrituristica Funtan' Arva a Loculi. Coinvolte nel progetto ben 21 persone, che hanno imparato a conoscere le tecniche di allevamento degli animali e le diverse tipologie di coltivazione. Uliveti, vigneti, frutteti e anche orti e campi cerealicoli hanno fatto da sfondo al lavoro degli emarginati, che hanno inoltre avuto l'opportunità di visitare caseifici, frantoi e cantine.

Promuovere l’integrazione di tutti e in particolare delle persone che si trovano ai margini della società è uno degli obiettivi fondamentali che l’Unione Europea intende realizzare attraverso la multifunzionalità dell’agricoltura sociale”, ha commentato Giovanni Mossa. Ed è “da questa esigenza che nasce il progetto”, dalla voglia di combattere la disoccupazione, di farlo attraverso il ritorno nei campi e la promozione dell'agroalimentare, fiore all'occhiello dell'Italia. Anche quando si tratta di sostenere i più sfortunati.

a cura di Michela Becchi

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