L'agroalimentare resiste alla crisi: buoni segnali dal rapporto Ismea-Qualivita su Dop e Igp

5 Dic 2013, 13:35 | a cura di
Fatturato al consumo a 12,6 miliardi di euro, con l'export che traina le eccellenze italiane. Bene ortofrutta e formaggi, stabili le carni, in calo gli oli extravergini. Aumentano i prodotti registrati, per la prima volta ci sono due paste, ma i Consorzi credono poco nei social, solo il 43% ha un account per valorizzare la propria Ig

I prodotti italiani a marchio Dop e Igp confermano la propria tendenza anticiclica. Secondo l'ultimo rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma, produzione e fatturato sono in crescita, grazie soprattutto al contributo dei mercati esteri. Nel 2012, la produzione certificata è in aumento del 5,3% a 1,3 milioni di tonnellate, il valore della produzione è di 7 miliardi di euro (+2,1%), mentre il giro d'affari al consumo è di 12,6 miliardi (+5,5%), di cui 8,9 realizzati sul mercato italiano. Fuori confine va il 32% della produzione per un fatturato all'origine di 2,5 miliardi, in aumento del 4,6% rispetto al +0,8% del mercato interno.
Il sistema qualità nell’agroalimentare continua a dare i suoi frutti” dice il presidente Ismea, Arturo Semerari preservando i redditi dei produttori e premiando soprattutto gli sforzi, anche in termini di maggiori costi, legati all’appartenenza a un circuito certificato che si dimostra premiante anche nelle fasi negative, come quella attuale”. Va detto però che permane ancora una concentrazione del fatturato su poche denominazioni: "circa l’84% del valore della produzione è riconducibile alle prime dieci Dop-Igp".
L'Italia, leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate (261 i prodotti iscritti nel registro Ue), deve la sua performance alla crescita dei formaggi (+1% all'origine e +6,2% al consumo), che rappresentano il 59% del fatturato alla produzione e il 52,2 di quello al consumo. Il comparto dei formaggi Dop e Igp registra un fatturato di 4,1 miliardi alla produzione e di 4,7 al consumo, con Grana Padano e Parmigiano reggiano che rappresentano oltre il 75% del valore totale della produzione. Bene anche l'ortofrutta, in aumento rispettivamente del 25% e del 22%, con un buon contributo delle Mele della Val di Non e dell'Arancia rossa di Sicilia.
Per quanto riguarda le carni, secondo comparto per fatturato alla produzione e al consumo dopo i formaggi, il 2012 si presenta in linea col 2011 in termini di valore alla produzione (2 miliardi) e in aumento dell'1% al consumo (3,4 miliardi sul solo mercato Italia): bene Prosciutto San Daniele, Bresaola della Valtellina e Prosciutto di Parma che, assieme a Mortadella Bologna e Speck Alto Adige, totalizzano il 92% del valore produttivo.
Stabile il mercato degli aceti balsamici, con una produzione certificata che nel 2012 passa da 73,5 a 73,8 milioni di litri e un valore alla produzione di 265 milioni di euro, di cui oltre 243 sui mercati esteri, e un valore al consumo di 444,7 milioni (38,6 mln sul mercato Italia).
Soffre, invece, il comparto degli oli extravergini, che vale 80 milioni di euro alla produzione (di cui 51 all'estero), con una produzione certificata a -2% (unico calo registrato tra tutte le denominazioni). Fenomeno che Ismea spiega con la riduzione degli oli Toscano, Umbria e Garda. Il fatturato all'origine è sceso del 4% per una flessione dei prezzi medi all'origine, del 9,4% al consumo (a 62 milioni di euro), per via della tendenza sempre maggiore a esportare per ricavare maggiori profitti.
Sono in aumento i Consorzi di tutela (112) che investono in pubblicità 34,8 milioni di euro, ma credono poco nei social network, preferendo i canali tradizionali come stampa (14%) e tv (38%). Sono i formaggi che investono maggiormente, seguiti da carni e ortofrutta. Fiere ed eventi internazionali valgono il 16% e l'11% degli investimenti totali. Solo il 43% degli organismi di tutela dice di avere un canale social per la valorizzazione del proprio marchio Ig.
Nel 2013, l’Italia ha registrato 13 nuovi prodotti di cui 4 Dop e 9 Igp: Salame Felino Igp, Mela Rossa Cuneo Igp, Ficodindia di San Cono Dop, Panforte di Siena Igp, Salmerino del Trentino Igp, Agnello del Centro Italia Igp, Trote del Trentino Igp, Pasta di Gragnano Igp, Melone Mantovano Igp, Maccheroncini di Campofilone Igp, Pecorino di Picinisco Dop, Puzzone di Moena/Spretz Tzaorì Dop e Cozza di Scardovari Dop. Complessivamente sono 1.209 le produzioni europee registrate al 30 novembre 2013: 585 Dop, 581 Igp e 43 Stg. Domina il Mediterraneo, con l’Italia in testa (261), seguita Francia (208), Spagna (171), Portogallo (123) e Grecia (100).

www.ismea.it
www.qualivita.it

a cura di Gianluca Atzeni

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