L'altro Bordeaux, ovvero, la rivincita dello sfuso. Mercati esteri premiano i piccoli produttori

11 Feb 2014, 08:35 | a cura di
Etichetta e bottiglia perdono il loro fascino. Mercati importanti come Cina, Germania e Usa scelgono di approvvigionarsi dai produttori che vendono lo sfuso per farlo assemblare dai grandi marchi.

Del declino del sistema Bordeaux Tre Bicchieri ha parlato nei numeri scorsi: dai crolli dei prezzi nelle wine auction, alle défaillancesdelle vendite en primeur, passando per produzione e consumi. Poi certo le piogge delle ultime settimane hanno ancora di più messo alla prova i vignerons (alcuni vigneti son finiti sotto il livello delle acque), già usciti da un'annata non troppo facile. Nonostante ciò, c'è un settore che nel 2013 è andato in controtendenza, registrando un incremento più o meno costante. Stiamo parlando del vino sfuso, la cui produzione riguarda soprattutto i piccoli viticulteurs che vendono il loro vino alle cooperative o ai négociant per poi essere assemblato e imbottigliato sotto altri nomi più blasonati. Secondo il CIVB (Le Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux) il prezzo medio dei bianchi a gennaio 2013 era di 1100 €/tonneau (dove tonneau sta per 900 litri, il corrispettivo di quattro barrique), a fine anno ha superato i 1200€/tonneau. Ma il vero incremento riguarda i vini sfusi rossi: da poco meno di 1000€/tonneau di gennaio 2013 a 1300 €/tonneau di dicembre.
Un fenomeno presto spiegato. I mercati emergenti stanno giocando un ruolo importante in questa domanda: per ogni miliardario cinese che annulla i suoi ordini en primeur, migliaia di suoi compatrioti si avvicinano al Bordeaux attraverso vini meno costosi. Ma per questa tipologia è forte anche la domanda da mercati tradizionali come Germania e Stati Uniti. Inoltre, non si dimentichi l' annus horribilis appena trascorso che ha visto notevolmente scendere i livelli produttivi in tutta la Regione, e ha costretto i grandi marchi ad acquistare vino sfuso dai piccolo produttori a prezzi più alti rispetto agli altri anni. Rincari che comunque non hanno niente a che vedere con la bolla Lafite. Quella da cui, volendo trovare un inizio, è partito il declino del Bordeaux.

a cura di Loredana Sottile

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