La prima filiera della selvaggina in Appennino. Con la collaborazione della macelleria Zivieri

28 Mag 2015, 12:57 | a cura di
A Verona la presentazione della prima filiera della selvaggina in Italia: un primato della provincia bolognese.

I boschi riconquistano la montagna e si ripopolano di animali. E, come dimostrano i censimenti, è quasi un esercito quello che in questi anni ha ricolonizzato il nostro Appennino, tanto che le istituzioni varano ogni anno un piano di abbattimenti che riporti l’ambiente naturale in equilibrio. “Sono quantità importanti di selvaggina che non giustificano un semplice consumo familiare”, a parlare è Maria Luisa Zanni (Responsabile pianificazione faunistica della regione Emilia-Romagna, “ma ci suggeriscono che abbiamo a disposizione una vera e propria filiera”.
A capire il potenziale di questa opportunità è stato Aldo Zivieri che ha lavorato insieme alle istituzioni per allargare l’offerta della storica macelleria con carni di selvaggina. “Sono partito dalla qualità ambientale del nostro territorio ed ho trovato nelle istituzioni la voglia di collaborare e creare in Italia la prima filiera della selvaggina.
Il progetto è stato presentato a Verona il 13 maggio ad Eurocarne, la fiera internazionale della carne, dal gruppo che ne ha reso possibile la realizzazione e che rappresenta un esempio virtuoso di un territorio che si muove insieme su un obiettivo comune. Ne è un esempio l’intervento di Moreno Morganti, Presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia BOLOGNA3. “Noi cacciatori dobbiamo essere testimoni di una cultura nuova che metta al centro di tutta l’attività venatoria la sostenibilità. Vogliamo essere un fattore di equilibrio, la qualità dell’ambiente è un obiettivo anche per noi!”.
Se Bologna rappresenta un caso all’avanguardia in Italia, è però tutta la regione a poter ambire ad un coinvolgimento. “Siamo una regione che ha qualità straordinarie e abbiamo il dovere di volare alto ed osare. Credo che oggi la politica debba ricominciare a ragionare con i tempi lunghi delle comunità e non con quelli brevi della visibilità. Questo progetto ne è un esempio riuscito. Partiamo da qui e dal grande valore simbolico di questa esperienza”. Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli ha chiuso la carrellata di interventi che regala a Bologna un ruolo unico in Italia.

a cura di Giorgio Melandri

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