La pubblicità natalizia di Motta e il nostro punto di vista sui canditi. Parola al maestro Morandin

9 Dic 2017, 14:30 | a cura di

Motta non sbaglia un colpo, almeno in termini di marketing. Così, dopo aver sterminato un'intera famiglia e il postino nelle celeberrime pubblicità del Buondì, si sbizzarrisce con lo spot natalizio. Un po' prendendo in giro tutti quelli che si sono indignati nei tre spot precedenti, un po' lanciando una campagna di sensibilizzazione in difesa del candito, ogni Natale oggetto di un'opera quasi chirurgica di esclusione a bordo piatto. 

Due le versioni, una più lunga e il taglio da 30 secondi, per un unico messaggio: durante le feste non scartate i canditi. Questo il monito dell'azienda fondata a Milano nel 1919 da Angelo Motta, colui che ha introdotto il sacchetto per contenere la spinta dell'impasto e costringerlo a gonfiarsi in verticale. 

 

 

Si fa presto però a dire canditi. Intorno a loro c'è sempre un gran discutere: ci sono i favorevoli, i contrari; e poi quelli che “solo se naturali”. Una voglia di naturale che fa tanto bene al gusto e che è da sempre la missione di Mauro Morandin, grande lievitista che candisce in casa le scorze di arance bionde navel e di cedri provenienti dalla Calabria.

La storia di Mauro Morandin

Maître pâtissier sin da giovanissimo, Mauro Morandin negli anni è diventato sempre più esperto, bravo e creativo. Certo, è cresciuto imparando i segreti del mestiere da papà e grande lievitista Rolando, ma ormai ha preso il volo diventando un maestro di fama internazionale. Tant'è che le sue creazioni sono conosciute ben oltre i confini regionali, esportate in mezza Europa e in Asia. Ma come spesso avviene, dietro un grande uomo c'è una grande donna. È la moglie Barbara, che lo aiuta a condurre con professionalità l'ormai storica azienda pasticcera, che anche quest'anno ha confermato le Due Torte nella nostra guida Pasticceri&Pasticcerie.

Canditi di Mauro Morandin

I suoi canditi

A Mauro (protagonista della classifica dei Panettoni Classici uscita sul Gambero Rosso di dicembre) abbiamo chiesto il segreto della sua frutta candita. “Il punto di partenza è necessariamente la materia prima. Scelgo le arance navel provenienti da un unico produttore calabrese, con il quale si è instaurato ormai un rapporto di fiducia. Lui ce le raccoglie da fine dicembre a fine febbraio, il periodo migliore. Di queste, buona parte la usiamo fresca, l'altra la surgeliamo per garantire i canditi tutto l'anno. I cedri, invece, li prendo a Santa Maria del Cedro e li uso solo freschi”. Oltre ad arance e cedri, che vanno dritti dritti nei suoi panettoni, Mauro candisce anche mele valdostane, limoni liguri, ciliege, fragole, frutti di bosco e addirittura la frutta portata dai clienti.Lo fa con la tecnica a cielo aperto, in modo naturale: “Una volta lavata per qualche giorno, la frutta viene cotta e messa dentro vasche di canditura a cielo aperto, con sciroppo d'acqua e zucchero per una ventina di giorni (solo alcuni frutti delicati, come le fragole o i mirtilli, le candiamo sottovuoto). Tutto qui, in maniera tradizionale, con la tecnica che usava mio papà”. Già perché, anche la canditura è tradizione di famiglia: “Inizialmente mio papà candiva solo i marroni. Ricordo quando, per una decina di giorni, arrivavano le signore del paese a pelare le castagne precedentemente cotte dal nonno. Era l'occasione per ritrovarsi, chiacchierare e guadagnare qualcosina. Uno spettacolo indimenticabile”.

 

Morandin | Saint Vincent (AO) | via E. Chanoux, 105 | tel. 0166 512690 | www.mauromorandin.it

Classifica dei Migliori 34 Panettoni Classici uscita sul Gambero Rosso di dicembre. Un numero tutto rinnovato che potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store Abbonamento qui

 

a cura di Annalisa Zordan

 

 

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