La Reggia di Caserta rinasce all'insegna della mozzarella di bufala. L'accordo con il Consorzio

11 Lug 2016, 14:37 | a cura di

Il documento siglato da Mauro Felicori e Pier Maria Saccani apre le porte a una collaborazione importante tra pubblico e privato per valorizzare il patrimonio artistico e le eccellenze gastronomiche del territorio. Succede negli spazi progettati da Vanvitelli: al Consorzio le Cavallerizze e l'onere di restaurare il Teatro di Corte. 


Sinergia tra pubblico e privato alla Reggia di Caserta

Si fa presto a parlare di eccellenze del territorio. Discorso più complesso, invece, è cercare di contribuire con tutti i mezzi a disposizione alla valorizzazione de territorio in questione, perché dall'insieme delle forze in gioco nasca un circuito virtuoso che fa bene a tutti. Ecco allora l'esempio del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che si schiera in prima linea a sostegno della Reggia di Caserta. Il complesso museale che fa capo alla straordinario Palazzo Reale progettato dal Vanvitelli è una delle attrazioni più incredibili e bistrattate al tempo stesso del nostro Paese, più volte al centro delle cronache per incuria e degrado. Stavolta però la Reggia si propone come modello su scala nazionale per tutte le collaborazioni future tra pubblico e privato volte a rilanciare l'immagine del patrimonio artistico nazionale.

Un progetto pilota che nella sinergia tra eccellenze agroalimentari e artistiche individua una importante occasione di sviluppo del territorio e che, da parte del Consorzio della mozzarella di bufala prevede un investimento complessivo pari a un milione di euro nei prossimi 12 anni.

L'accordo. Le Cavallerizze e il Teatro di Corte

Intanto, all'inizio del mese, in occasione dell'assemblea annuale dei soci del Consorzio e con il plauso del sottosegretario ai Beni Culturali Antimo Cesaro, è stato anticipato il primo passo di un progetto che porterà alla riapertura del Teatro di Corte della Reggia, attualmente utilizzato solo in occasione di eventi speciali, e che, da settembre, grazie al contributo economico del Consorzio, inaugurerà un ciclo di visite guidate destinate al pubblico. Per il momento, invece, l'accordo siglato tra il direttore del complesso vanvitelliano Mauro Felicori e il Presidente del Consorzio Pier Maria Saccani prevede la concessione in affitto delle Cavallerizze per dodici anni all'organismo di tutela, dietro compenso di 80mila euro annui. La struttura, un tempo adibita come scuderia borbonica, era stata recentemente oggetto di restauro (cinque milioni la cifra investita), utilizzata fino al 2012 e poi di nuovo abbandonata a se stessa. Ora il Consorzio avvierà i lavori di ripristino per stabilire negli spazi “di servizio” il proprio quartier generale, con la volontà di promuovere un ciclo di iniziative aperte al pubblico per la valorizzazione della mozzarella di bufala, rivolte non solo ai visitatori del complesso, ma anche ai giovani che vogliono riscoprire le eccellenze del casertano e a tutti coloro che vogliono trovare un impiego nel settore, con corsi di formazione tenuti dai produttori del Consorzio.

Un modello per il futuro

Molto soddisfatto il direttore Felicori, che nel raggiungimento dell'accordo individua solo un primo step verso la riabilitazione di tutti quegli spazi rimasti inutilizzati finora, grazie al contributo di soggetti privati interessati a investire sul patrimonio artistico: "L'accordo con il Consorzio è un'altra scommessa vinta sulla strada del rilancio della Reggia, ora l'obiettivo è riutilizzare i tanti locali vuoti attraverso sinergie in particolare con i privati". Gli fa eco il direttore del Consorzio, che sottolinea i comuni valori identitari che hanno portato all'accordo: “Il consorzio investe in un'ottica moderna di sviluppo e in un bene unico al mondo, facendo emergere al massimo il collegamento immediato che esiste tra la mozzarella e la sua area di origine e rafforzando il legame con il territorio e l'identità del più importante prodotto a marchio Dop del Mezzogiorno". Chiosa Cesaro, che con un formula efficace parla di “nuova narrazione del nostro territorio, nell'ottica di una reale ricaduta economica, culturale e occupazionale”.

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