La scure della legge Evin sul vino francese. La denominazione Côtes du Rhône e la pubblicità censurata

22 Gen 2015, 16:54 | a cura di
Proprio nel giorno della strage del Charlie Hebdo, l'Alta Corte di Parigi si è pronunciata sulla campagna pubblicitaria della Côtes du Rhône, accusata di violare le restrizioni in materia di promozione dell'alcol. Via libera per la vignetta, da cancellare lo slogan che inneggia al gusto della vita. Parametri troppo severi?

La Francia, in questi tempi “déraisonnables” - irragionevoli, come scriveva il poeta Louis Aragon– sceglie, fuor di metafora, “Il gusto della vita”. L'Alta Corte di Parigi ha autorizzato il mantenimento della campagna pubblicitaria della Côtes du Rhône, accusata dalla “solita” Anpaa (Association Nationale de prévention en alcoologie et addictologie) di violare la discussa legge Evin in materia di commercializzazione e promozione di alcol.
Lo slogan incriminato recita “Au gout de la vie” e mostra l'immagine di un uomo in giacca e cravatta che vola sopra la città trasportato da un palloncino rosso, legando così il concetto di vino a quello di felicità. Immediata l'attacco della lobby anti-alcol che ha iniziato la propria azione legale lo scorso novembre, l'ultima di una serie di schermaglie tra l'Anpaa e l'industria vinicola francese. Ma il 7 gennaio è arrivata la decisione del Tribunale, secondo cui l'immagine - definita “non priva di qualità artistica” - può restare a patto che cambi lo slogan che la accompagna.
Si badi bene, il 7 gennaio, fatalmente il giorno nero per Parigi, segnato dal massacro della redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. È ovvio che uno slogan pubblicitario sul vino niente ha a che fare con le vignette satiriche del periodico francese, ma alla luce di ciò che è successo ogni cosa – soprattutto se si parla di libertà di espressione - finisce per assumere un altro senso, come ha sottolineato anche la stampa di settore francese. E così non si può evitare di pensare a questo palloncino che si erge sopra la città e a quel “gusto della vita”che voleva essere messo a tacere, censurato perché giudicato troppo irriverente. “Una mezza vittoria” ha commentato Arnaud Pignol, direttore generale d’Inter-Rhône “che accogliamo come un progresso nel clima attuale, anche se si poteva fare di più. Il giudice è stato molto equilibrato guardando le due parti della campagna separatamente, ma la sua decisione dimostra che la legge Evin è ancora applicata troppo rigorosamente e che resta molto lavoro da fare. Per quanto riguarda la nostra campagna pubblicitaria possiamo decidere di usare l'immagine senza slogan, o pensarne ad uno nuovo”.
In ogni caso è molto probabile che in primavera il palloncino rosso torni a volare beffardo sopra la città.

a cura di Loredana Sottile

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