La Tonnara di Favignana torna in attività. Ma solo per spettacolo: le quote pesca non arrivano

12 Apr 2016, 15:00 | a cura di

Nella storica struttura delle isole Egadi sarebbe tutto pronto per rimettersi in pista, ma anche quest'anno la mattanza dei tonni rossi (solo quelli adulti) dovrà aspettare. Dal Ministero non c'è il via, nonostante l'appoggio degli ambientalisti. E sull'isola i tonnaroti si preparano a dare spettacolo. 


Il rito della mattanza

Sono passati otto anni da quando il rais di allora, Gioacchino Cataldo, calava l'ultima rete a mare, nella tonnara di Favignana. Sull'isola incontaminata che si avvista al largo della costa di Trapani la tradizione della mattanza del tonno è storia millenaria e precede le polemiche. In realtà questo rito di sussistenza, così carico di significati culturali, sociali, antropologici (già Omero ne cantava le tecniche) raccoglie anche l'appoggio degli ambientalisti, nonostante quell'immagine così cruenta del mare che si tinge di rosso, quando il rais – a poppa della muciara – impartisce l'ordine perché i tonni in trappola finiscano nelle reti dei tonnaroti. Un sistema efficace e mai contro natura, che garantisce esclusivamente la cattura degli esemplari che hanno raggiunto la maturità sessuale; ma soprattutto un sistema di pesca regolamentato per legge, nel rispetto di quote stabilite dal Ministero di concerto con i piani di gestione internazionali. Eppure, a Favignana, qualcosa ha smesso di funzionare: perché l'attività possa riprendere a pieno regime, con finalità commerciali, serve la firma del ministro alle Politiche Agricole su quella carta che stabilisce le quote pesca. E tra mille polemiche, la firma non è arrivata neanche quest'anno. Nonostante nella suggestiva struttura di Favignana – attrazione aperta alle visite turistiche, che non manca di suscitare l'apprezzamento del pubblico – finalmente abbiano deciso di rimettersi in moto. Simulandola, quella battuta di pesca così radicata nell'identità locale.

Lo spettacolo in tonnara. La mattanza simulata

Il che significa che dopo quasi dieci anni di inattività, alla fine di maggio, i tonnaroti dell'isola, guidati dal rais Salvatore Spataro, offriranno ai visitatori uno spettacolo quasi reale. Ma i tonni catturati saranno liberati subito dopo, proprio per non perdere il diritto a chiedere le quote di pesca. Che per l'economia di Favignana significherebbero molto, vista la possibilità di far ripartire una filiera importante, garantendo un lavoro stagionale a più di cento persone. Per ora il caso di Favignana sembra un paradosso che è difficile comprendere, considerando che proprio quest'anno l'Unione europea ha deciso di innalzare del 20% la quota di pesca concessa all'Italia, in virtù del ritorno del tonno rosso nelle acque del Mediterraneo.

La storia della tonnara secolare. Sostenibilità in cambio di quote?

Oggi la tonnara di Favignana è gestita dalla famiglia Castiglione, che la amministra dal 1985, dopo la proprietà celebre dei Florio e la gestione dei Parodi; ma le sorti del complesso commerciale sono ben lontane dai fasti di 150 anni fa, quando la tonnara fu ribattezzata Regina del Mare, la più produttiva tra le strutture d'Europa. Quando nel 2007 l'attività fu interrotta, la pesca a tappeto incontrollata delle cosiddette tonnare volanti – reti a circuizione che inseguono i pesci, all'epoca non regolamentate – aveva determinato un significativo impoverimento delle acque: il numero dei tonni nel Mar Mediterraneo calò drasticamente. La tonnara fu dismessa e perse le quote tonno. Attualmente la percentuale di quote assegnate alle tonnare fisse è stata fissata dal Governo italiano all'8%, garantendo l'attività solo a due strutture sarde, la più celebre, quella di Carloforte, e lo stabilimento di Postoscuso. E nel decreto direttoriale 4958 del 14 marzo,“Campagna di pesca del tonno rosso- 2016”, la tonnara delle isole Egadi non c'è. Ma a Favignana c'è la volontà di ricominciare e la Regione Sicilia (dove un tempo si contavano 65 tonnare fisse) ha inoltrato richiesta formale al Ministero perché l'attività possa riprendere anche sull'isola, grazie alla concessione di qualche quota simbolica.

In cambio è lo stesso direttore dell'area marina protetta Isole Egadi, Stefano Donati, a promettere il rispetto delle linee guida di sostenibilità ambientale e socio-economica. Qualche esempio? Catture altamente selettive e monitoraggio da parte di operatori scientifici super partes. Sognando che presto sulle nostre tavole possa arrivare un tonno a marchio Amp: pescato a Favignana, nel rispetto delle regole dell'Area marina protetta Isole Egadi. Per ora, qualche fortunato si accontenterà di assistere allo spettacolo della tonnara ritrovata.  

 

a cura di Livia Montagnoli

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