La vendemmia 2017 è una delle più scarse da 60 anni. Colpa della siccità

24 Ago 2017, 08:15 | a cura di

I primi dati raccolti tra le vigne della Penisola dall’associazioneAssoenologi guidata da Riccardo Cotarella parlano chiaro: la produzione di vino e mosto del 2017 sarà in netto calo rispetto al 2016, con una flessione del 24% e 41,1 milioni di ettolitri stimati. Resiste solo la Campania. Ma la siccità potrebbe aver favorito la qualità delle uve. 


Gelate e siccità. Un 2017 difficile

Quest’anno il nemico più temuto non è la grandine, o il maltempo tout court di cui tra le vigne bisogna sempre avere timore. Sulle previsioni della vendemmia 2017 – che alla fine di luglio ha preso il via in Sardegna e Sicilia, come abbiamo documentato – pesa lo spauracchio di una siccità con pochi precedenti, che sta mettendo in ginocchio l’intero comparto agricolo. E infatti Assoenologi preannuncia una delle annate più scarse di sempre – tra le sei vendemmie più scarse degli ultimi 60 anni – con 41,1 milioni di ettolitri di vino e mosto, rispetto agli oltre 54 milioni di ettolitri prodotti nel 2016 (una flessione del 24%). Quel che rincuora gli amanti del vino di qualità, sempre a detta dell’associazione guidata da Riccardo Cotarella, è però la netta sensazione che l’annata siccitosa possa aver scongiurato la formazione di muffe e marciumi in vigna, regalando uve ottimali per chi lavora bene in cantina, così che il prodotto finale si assesti su un buon livello qualitativo. Certo, non si può proprio parlare di annata favorevole, come ben sottolinea Assoenologi in riferimento alle gelate di aprile che hanno compromesso i germogli già formati e alla grande siccità, che persiste in buona parte del Centro Sud della Penisola. E pure al Nord, che dalla fine di luglio e durante il mese di agosto ha beneficiato di piogge provvidenziali, molte cantine hanno dovuto fare i conti con le improvvise grandinate, che hanno compromesso il risultato della vendemmia. Le stime quantitative sono riferite alla situazione riscontrata dall’associazione nelle sue 17 sedi periferiche, tra la seconda e la terza settimana di agosto, quando gran parte dell’uva era ancora sulle piante; ecco perché il quadro potrebbe aggravarsi, in relazione al perdurare della siccità che per tutto l’ultimo mese non ha lasciato scampo alle campagne italiane.

La vendemmia 2017 regione per regione

Le buone notizie, invece, arrivano da quelle regioni vinicole che sono riuscite a contrastare il fenomeno, con l’aiuto di qualche pioggia estiva, e soprattutto di un ottimo lavoro in vigna, o per la resistenza alla siccità di alcune cultivar autoctone. Passando al dato regionale, infatti, la Campania fa registrare un aumento produttivo del 5%, al contrario della quasi totalità delle regioni italiane, in netta flessione, con punte negative in Sicilia e Umbria, dove il decremento tocca percentuali del 35-40%. In difficoltà anche l’Abruzzo, la Puglia e la Toscana (-30%), mentre cercano di contenere i danni Lombardia e Marche (-25%), Emilia Romagna e Sardegna (-20%). Più fortunate Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia, che comunque registrano una flessione del 15%, e Trentino Alto Adige, con un 10% in meno rispetto al 2016. Ora bisognerà aspettare le prossime settimane: quando le uve saranno in cantina sapremo se l’integrità del prodotto – favorito come dicevamo dall’annata calda – potrà davvero fare la differenza in termini di qualità (un punto parziale della situazione l’abbiamo fatto tra la fine di luglio e l’inizio di agosto). 

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