Latte in polvere sì o no. L’UE contro il divieto italiano che protegge la qualità dei formaggi nazionali. Chi avrà la meglio?

29 Giu 2015, 10:06 | a cura di
La Coldiretti li definisce formaggi senza latte, in riferimento all’utilizzo di latte in polvere per la produzione di yogurt e latticini a basso costo. Un procedimento vietato in Italia dal 1974, ma già consentito in Europa; ora Bruxelles ci chiede di revocare il divieto, a danno della qualità del nostro comparto caseario.

Il divieto di latte in polvere. La legge del 1974

Europa unita nel bene e nel male. Se sono tanti i motivi di i preoccupanti motivi di scontro che stanno minando la stabilità del colosso europeo - dalla crisi immigrazione alla mina vagante greca – da Bruxelles non manca di arrivare l’ennesima batosta per il comparto alimentare italiano. Stavolta la partita si gioca sul campo della produzione casearia, in cui l’Italia detiene un primato qualitativo difficile da eguagliare, anche per i severi controlli imposti dalla legge nazionale, che dal lontano 1974 vieta la detenzione e l’utilizzo di latte in polvere (o di latte concentrato) per la produzione di prodotti lattiero caseari, tutelando così non solo i formaggi a marchio Dop e Igp (che pure sono molti), ma l’intero comparto made in Italy. Ma la Commissione Europea non ci sta e in nome del principio di libera circolazione delle merci impone all’Italia – a mezzo lettera ufficiale – di contemplare l’utilizzo del latte in polvere tra gli ingredienti consentiti.

Bruxelles e la libera circolazione delle merci. Yogurt e mozzarella a rischio

E così i formaggi senza latte – come li definisce Coldiretti – potrebbero presto arrivare sulle nostre tavole, con l’apertura del mercato nazionale a una moltitudine di potenziali concorrenti in arrivo dall’estero, dove la pratica è già consentita. A rischiare non sono i prodotti protetti da certificazione, ma tanti vanti della filiera casearia, a cominciare dalla mozzarella di latte vaccino, sempre più spesso prodotta con i cagliati (prelavorati del latte) in arrivo da Germania, Polonia e Lituania, e ora ulteriormente minacciata dall’imposizione di Bruxelles. Che in caso di opposizione prevede l’avvio di una procedura di infrazione con le conseguenti sanzioni per l’Italia.
E pensare che solo nel primo trimestre del 2015 le esportazioni dei nostri latticini e formaggi sono aumentate del 9,3%, come ricorda Roberto Moncalvo – presidente Coldiretti – pronto a denunciare lo zampino della “lobby, che vogliono costringerci ad abbassare lo standard qualitativo dei nostri prodotti alimentari”. Il provvedimento potrebbe danneggiare seriamente anche gli allevamenti italiani, improvvisamente sottoposti alla concorrenza forzata di polvere di latte e latte concentrato di bassa qualità in arrivo sul mercato interno da altri Paesi europei a costi bassissimi. Così Coldiretti porta avanti la sua battaglia contro l’ennesimo colpo assestato alla qualità del comparto alimentare. Staremo a vedere cosa succederà.

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