Le enoteche si difendono: nel 2013 perdite contenute e segnali di ripresa. Il bilancio di Vinarius

24 Mag 2014, 08:31 | a cura di
Sono ancora le vendite in corrispondenza delle feste comandate come Natale e Capodanno a difendere le enoteche dal calo dei consumi. Ma le norme sul pagamento delle forniture a 60 giorni non aiutano. E poi c'è l'e-commerce.

Un anno duro, ma siamo riusciti a tenere, soprattutto grazie alle vendite sotto Natale”, così Andrea Terraneo, presidente di Vinarius (Associazione delle Enoteche Italiane), delinea il 2013 dell'associazione che riunisce un centinaio di associati e che ha appena chiuso l'Assemblea annuale nella zona di Conegliano Valdobbiadene. Ogni due anni, infatti, viene votato e scelto un territorio da far visitare ai soci e con cui intraprendere una sorta di gemellaggio. Quest'anno da Conegliano son venuti fuori dei dati tutto sommato incoraggianti: perdite contenute a circa -3% delle vendite e primo trimestre 2014 in lieve ripresa rispetto allo stesso periodo del 2013: “Sapevamo che quello trascorso sarebbe stato un anno difficile” spiega Terraneo “sia per la crisi economica, sia e soprattutto per le conseguenze dell'articolo 62 sul pagamento a 60 giorni. Forse, tra tutti, l'ostacolo più duro da superare”. E com'è stato superato? “Non esistono strategie comuni” continua “ma l'orientamento più diffuso è stato diminuire l'ordine, aumentando la frequenza in modo da non appesantire il magazzino e, quindi, i costi. D'altra parte, però, bisogna tener presente che anche il consumatore è cambiato, spostandosi verso un target più giovane e diventando più attento e consapevole: se prima quindi le richieste erano legate ai solito noti, adesso c'è più voglia di sperimentare. Cosa che per un'enoteca è più stimolante, ma che significa anche allargare la cerchia di produttori e fornitori. Insomma oggi tenere su l'attività significa fare i conti col bilancino per riuscire a restare in equilibrio”. Ovviamente è stato anche un anno che ha visto crescere il rapporto con la tecnologia e in particolare con la vendita on-line che comunque in Italia rimane ancora marginale: “Ad avere un sito e-commerce è circa il 25% dei nostri associati. Di sicuro è un sistema che merita attenzione, ma in generale i tempi non sono ancora maturi per un'attività totalmente on line, così come credo che presto il modello di enoteca pura non possa più bastare”.

a cura di Loredana Sottile

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