Mangiare in hotel a Firenze. Nuovi chef per la Lungarno Collection e l'Asian Gastrobar al Four Seasons

22 Mag 2019, 14:09 | a cura di
La ristorazione d'hotel è in fermento in molte città italiane. A Firenze da tempo gioca un ruolo di primo piano. Continua a investirci il gruppo Ferragamo, che ripensa l'offerta delle sue insegne, chiamando tre cuochi toscani con esperienze internazionali. Mentre nel giardino del Four Seasons arriva l'Asia di Haruo Ichikawa.

Mangiare in hotel a Firenze

Firenze è una città che ha saputo progressivamente aprire i suoi hotel al pubblico esterno, approfittando di una conformazione urbanistica che favorisce l'accessibilità di tante strutture alberghiere perfettamente integrate nel nucleo storico della città, e ancor prima della presenza costante, e nutrita, di viaggiatori in arrivo da ogni parte del mondo, spesso interessati a godere di esperienze gastronomiche di alto livello. In questo particolare contesto è sempre interessante seguire come evolvono le strategie F&B dei principali gruppi alberghieri, tra cambi della guardia in cucina, rimodulazione dell'offerta e iniziative volte a catturare una platea più eterogenea. Cominciando dalle novità ormai consolidate, sulla collina di Fiesole, Villa San Michele ha esordito all'inizio della nuova stagione sotto la nuova proprietà Belmond, che ha portato in cucina il giovane e talentuoso Alessandro Cozzolino, rientrato da Hong Kong per assumere il ruolo di executive chef di tutta l'offerta gastronomica dell'esclusiva struttura famosa per i suoi giardini affacciati su Firenze. In centro città, invece, è recentissima l'ufficializzazione dei nuovi arrivi che segnano il rinnovamento dell'offerta di ristorazione del gruppo Lungarno Collection, nel segno della toscanità.

Un piatto vegetale da Borgo San Jacopo

Nuovi chef per Lungarno Collection. Borgo San Jacopo

Di proprietà della famiglia Ferragamo, Lungarno Collection ha sempre fatto vanto del suo legame con la storia della città, e la scelta di scommettere su tre chef che ben conoscono il territorio toscano non fa che accentuare questa caratteristica. Cominciando da Borgo San Jacopo. Dopo l'addio di Peter Brunel, in cucina dal 2014, è Claudio Mengoni a prendere le consegne di un ristorante particolarmente apprezzato in città e sulla scena italiana e internazionale. Classe 1984, lo chef toscano ha maturato esperienze importanti tra Milano (Berton e Trussardi alla Scala), la Toscana (Arnolfo, Enoteca Pinchiorri) e Roma, presso l'hotel Aldrovandi con Assaje, ultimo passaggio in ordine temporale, prima di accettare la proposta del gruppo Ferragamo. Si conferma dunque l'impronta fine dining del Borgo San Jacopo, con un menu che mette la tecnica al servizio delle materie prime, in piatti come Cotto e Crudo di verdure con sorbetto al pomodoro e melassa di fichi; Maialino da latte in porchetta con scorzonera, scalogno al porto e senape di Digione; Calamarata con scorfano, broccoli e dragoncello.

Il Caffè dell'Oro e il farm to table

Ma intorno cambiano anche le altre insegne del gruppo. Sarà Alessio Mori a traghettare il Caffè dell'Oro verso l'idea di osteria attaccata alla tradizione della città che ne descrive la nuova identità: classe 1989, anche lui toscano, Mori è partito da Firenze alla volta di Belgio e Svizzera e ora rientra in città. I prodotti arrivano dall'Orto del Borro, i piatti in carta spaziano dallo spaghetto aglio e olio, con bottarga e pomodorini al Cipollotto arrostito, caprino fresco e carote al limone o l’Insalata con mela verde e semi tostati (nella sezione del menu Farm to table). Da bere, non solo grandi riserve, ma anche proposta al calice di piccoli produttori, oltre alla cocktail list Tempi d'Oro, che celebra la tradizione dell'aperitivo fiorentino.

Fusion Bar & Restaurant, lo chef al pass mentre termina un piatto

Cucina Nikkei al The Fusion Bar & Restaurant

Il cerchio si chiude al The Fusion Bar & Restaurant, in vicolo dell'Oro, che resta legato alla sua proposta aperta alle suggestioni del mondo, con l'arrivo di Andrea Magnelli. Fiorentino di nascita, Magnelli è stato nelle cucine di Nobu a Londra, prima di partire alla volta del Perù. A Firenze, dunque, riporta la sua passione per la cucina Nikkei, compresa una selezione di tapas sul tema da abbinare ai cocktail ideati da Sacha Mecocci, già head bartender del Fusion Bar.

Fioritura rosa al Giardino della Gherardesca di Firenze

Haruo Ichikawa al Four Seasons. L'Asian Gastrobar

Con lo stesso approccio alla contaminazione tra culture gastronomiche diverse, pur ricondotte all'orizzonte fiorentino, anche il Four Seasons annuncia una nuova collaborazione con Haruo Ichikawa, già visto a Milano nella cucina di Iyo (e presto in arrivo con un nuovo progetto, sempre a Milano). Magnolia è il nome dell'Asian Gastrobar che inaugura il 3 giugno all'interno del Giardino della Gherardesca che circonda l'hotel fiorentino di Borgo Pinti. Ichikawa ha lavorato alla creazione di un menu inedito insieme a Vito Mollica, executive chef e trait d'union di tutte le iniziative gastronomiche avviate in hotel (come la trattoria e “pizzeria” estiva Al Fresco che chiama in causa, per il secondo anno, Romualdo Rizzuti), cui il GM Patrizio Cipollini, recentemente scomparso ha sempre dato grande impulso. Il bar “panasiatico” sarà aperto fino a settembre, dalle 17 alle 23, pensato per l'aperitivo in abbinamento con cocktail fusion (a cura del bartender Karem Pasqualetti) o per una insolita cena all'aperto (si mangia anche in veranda, all'interno de La Villa, dove il bar è stato allestito, con accesso diretto da via Capponi 46).

Ritratto in bianco e nero di Haruo Ichikawa

In menu, tempura, sushi, nimono, piatto signature di Ichikawa con bamboo, cardoncelli, patate taro, melanzane, taccole e konjac cotti in salsa di soia e mirin. L'idea è dunque di offrire un'alternativa informale e divertente agli ospiti dell'hotel, ma anche un nuovo spazio ideale per l'aperitivo aperto alla città, affiancando così la proposta già consolidata, e sempre molto piacevole, dell'Atrium Bar.

 

a cura di Livia Montagnoli

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