Marche, vendemmia in aumento del 10% nonostante un'estate pazza. Ma il clima anomalo fa lievitare i costi di produzione del 30-40%

30 Ago 2014, 14:13 | a cura di
L’annata contraddistinta da condizioni metereologiche anomale ha comportato un anticipo del germogliamento e della fioritura, ma un mese di luglio molto piovoso ha rallentato la maturazione delle uve, determinando un ritardo per le operazioni di vendemmia, che potrebbero concludersi solo a ottobre inoltrato, con il conseguente aumento dei costi di produzione.
Cresce la produzione di vino nelle Marche, nonostante il meteo ballerino degli ultimi mesi. La stima è dell'Istituto Marchigiano di Tutela (Imt) e della Coldiretti regionale, che prevedono un +10% complessivo (su una superficie vitata di circa 17mila ettari), con un 80% delle uve che andrà a costituire la base di vini Doc, Docg e biologici. Purtroppo, all'aumento delle quantità raccolte si unisce anche un consistente aggravio dei costi di produzione che pesano sulle imprese. L’annata, fanno sapere Imt e Coldiretti, è stata caratterizzata anche in vigna dalle anomalie climatiche, con una primavera calda e piovosa che ha favorito un anticipo del germogliamento e della fioritura, cui è seguita però un’estate con temperature spesso al di sotto della media stagionale e pochi giorni di sole. Luglio è stato eccessivamente piovoso, con un aumento del 40% delle precipitazioni. Il risultato è stato un ritardo della maturazione delle uve, e operazioni vendemmiali che dovrebbero concludersi a ottobre inoltrato.
Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela, spiega così il 2014: "Possiamo dire di non aver avuto né un vero inverno né una vera estate, e il risultato, complice l’insistenza delle piogge, è stato un incremento dei costi di produzione del 30-40% a carico delle aziende. I vini migliori verranno dunque dal buon senso di chi ha saputo effettuare interventi puntuali e mirati in vigna". Per Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche, i cambiamenti climatici sono "un fattore col quale le nostre imprese si trovano a dover convivere anche se l’elevato grado di professionalizzazione raggiunto dal settore aiuterà senza dubbio a salvaguardare la qualità".

A cura di Gianluca Atzeni

 
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