Michelin acquista il 40% di Wine Advocate, la guida dei vini firmata Robert Parker

5 Lug 2017, 15:00 | a cura di

Dopo la partnership siglata nell'estate 2016 per l'organizzazione di eventi enogastronomici esclusivi a Singapore, Hong Kong e Macau, i due gruppi editoriali uniscono le forze, nel segno di valori e metodi di lavoro condivisi. Quali gli obiettivi nel mirino del gruppo francese?  

Movimenti importanti nel mondo dell'editoria gastronomica, che stavolta coinvolgono niente di meno che il brand di prestigio del gruppo Michelin. La Rossa ideata nel 1901, dopo oltre un secolo di onorata carriera, detiene indubitabilmente la leadership del mercato di settore internazionale, influenzando (e non poco) sorti e incassi dell'alta ristorazione mondiale. Ora però, e la conferma arriva tramite comunicato ufficiale, l'editore si muove all'attacco di un'altra firma di riferimento del comparto. Per comprendere l'importanza di Wine Advocate è sufficiente spostare l'asse di interesse sul settore vinicolo: la società che fa capo a Robert Parker (nel pacchetto anche il sito web robertparker.com) è considerata infatti una delle bibbie internazionali della critica enologica. Oggi Michelin annuncia di aver rilevato il 40% della società (già acquistata anni fa per la quota maggioritaria da investitori asiatici), per dar seguito a un'affinità fondata sul rigore del giudizio, comune agli ispettori della Rossa e al critico americano – a sostenerlo è Alexandre Taisne, Ceo Food and Travel Business de Michelin – cui si riconosce una specchiata imparzialità (per i vini “recensiti” il punteggio va dai 50 ai 100/100, dove il massimo del punteggio equivale alle Tre Stelle).

 

Wine Advocate. Dagli inizi all'accordo con Michelin

La carriera di Parker è cominciata nel lontano 1978, oggi il gruppo conta uffici a Singapore, Napa Valley, Monkton (Maryland), e il sito che ne divulga l'incessante attività di degustazione contiene circa 300mila schede; ogni anno, dal 1992, la guida The Wine Advocate raccoglie gli assaggi degli ultimi mesi, orientando il mercato vinicolo. Ma la società di Parker si preoccupa anche di organizzare eventi a tema per enoappassionati in tutto il mondo. E proprio così, nel 2016, è nata la partnership con Michelin in occasione di un calendario di appuntamenti enogastronomici che ha messo insieme le competenze reciproche per gli ospiti di Singapore, Hong Kong e Macao, invitati a prendere parte alle cene degli stellati Michelin, con abbinamento delle etichette consigliate da Robert Parker. Valori e metodi simili, dunque, ma anche una prova di collaborazione che ha prodotto i risultati sperati, come conferma ora Lisa Perrotti-Brown, caporedattore di Robert Parker Wine's Advocate: “ I nostri valori e i nostri metodi di lavoro sono simili. È subito apparso che l’avvicinamento delle due società sarà un mezzo incredibile per offrire ancora altro agli appassionati di gastronomia e di vino di tutto il mondo”. E Parker in persona fa eco al suo caporedattore, spostando l'accento sul valore di un'operazione che vedrà dialogare i due comparti, superando le barriere che a lungo hanno visto viaggiare su binari separati critica gastronomica ed enologica. All'insegna di valutazioni indipendenti, imparziali, intelligenti”.

 

Si comincia dunque dal mercato asiatico, e in Nord America, per poi puntare alla roccaforte Michelin, l'Europa, entro il 2019, con l'idea di consentire “ai nostri clienti che visitano grandi ristoranti e amano i grandi vini di poter godere di esperienze uniche”. Come? Banalmente, “sviluppando servizi ancora migliori” chiosa il comunicato. Sconosciuti i costi dell'operazione. Quali saranno le prime mosse? Davvero Michelin si contenterà a lungo di stare in minoranza se gli affari inizieranno ad andar bene per davvero? E quanto è importante questa operazione nel quadro della strutturazione operativa di Michelin che, dopo anni da guida tradizionale, si è mossa negli ultimi mesi per trasformarsi in una media company con uno sguardo attento sul digitale (sito, app) e sull’e-commerce (Michelin Days)? Senz’altro la convergenza tra vino e cibo e tra i due approcci alla valutazione e alla critica non è una novità: Gambero Rosso, tanto per fare un esempio a caso, opera sui due ambiti da decenni.

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