Mille Vigne contro l’Espresso. É svolta nella vicenda Velenitaly: alla vigilia della Fiera di Verona, la Corte d’Appello dà ragione a Maurizio Gily

20 Mar 2015, 13:48 | a cura di
Giornalismo avvelenato: da una parte l’inchiesta dell’Espresso sulla frode di vino, dall’altro la risposta di Mille Vigne sui danni provocati ai produttori dalla cattiva informazione. Sette anni dopo la vittoria di Gily.

Ultimo giorno d’inverno per il direttore di Mille Vigne Maurizio Gily. La Corte d’appello di Trento ha ribaltato la sentenza di primo grado con cui, nel dicembre 2013, il Tribunale di Rovereto lo aveva condannato, per la vicenda Velenitaly. Il caso vuole che il verdetto sia arrivato proprio alla vigilia di Vinitaly di quest’anno: si ritorna quindi da dove si era partiti.

RIPERCORRIAMO I FATTI

Era il 2008 quando, alla vigilia della Fiera di Verona, l'Espresso usciva con una copertina dal titolo provocatorio - "Benvenuti a Velenitaly" – dedicata alle sofisticazione di vini di bassa gamma. E fu subito panico. Maurizio Gily, dal suo sito Mille Vigne, prese la parola per denunciare i toni allarmistici usati dal giornalista dell’Espresso, Paolo Tessadri, e porre l’accento sull’esagerazione dei contenuti che avrebbero potuto nuocere non poco al mondo del vino, soprattutto alla vigilia di un appuntamento importante come Vinitaly.
Per inciso, di fatto veleni nei vini non ne erano stati trovati, ed il riferimento eraa due episodi isolati di frode vitivinicola in Veneto e in Puglia, dove si era usata la “ricetta secolare” dell’allungo dei mosti con acqua e zucchero. Galeotto fu qualche termine di troppo nell’articolo di Gily, come il riferimento alle “fantasie horror” di Tessadri. Sta di fatto che tre anni dopo lo stesso direttore si vide arrivare in ordine la denuncia per diffamazione da parte del giornalista e poi il processo. Infine la sentenza che lo condannava ad una sanzione di 5 mila euro più spese legali.
Immediata la risposta di produttori, blogger e giornalisti che lanciarono una raccolta fondi sul web per arrivare a 15 mila euro, cifra necessaria per il ricorso in appello. Questo succedeva lo scorso gennaio. Da allora sono stati 160 i sottoscrittori e il ricorso in appello è stato presentato.
 

LA VITTORIA DI GILY

Oggi la svolta. Come ha annunciato Gily dallo stesso Mille Vigne “A distanza di un anno la corte d’appello dice che avevamo ragione noi e il nostro accusatore torto, e lo condanna al pagamento delle spese legali e alla restituzione di quanto ottenuto in primo grado.” Continua: “Una vittoria per me, per Mille Vigne, per la giustizia, per il vino italiano, per la libertà di stampa”. Ripercorrendo la vicenda il blogger sostiene che: “Di vero ci fu però l’enorme danno provocato al vino italiano, non solo dai soliti truffatori ma anche dalla cattiva informazione”. Cosa succederà adesso? Gily ha annunciato che sarebbe molto tentato di ripubblicare il pezzo – per ovvi motivi rimosso dal sito - ma non lo farà per non infierire. Invece sul fronte giustizia, bisognerà attendere di sapere se l’Espresso deciderà di ricorrere in Cassazione. Intanto il blogger ringrazia tutti quelli che lo hanno appoggiato in questa battaglia e fa sapere che il fondo accantonato per la difesa rimane per ora congelato su un conto corrente dedicato. “Quando potremo considerare la vicenda definitivamente chiusa” scrive “sarà la comunità dei sottoscrittori a decidere come utilizzarlo: restituzione uno per uno? Beneficenza? Altro?”.
Veleni messi da parte quindi, almeno per il momento. Adesso si va a Verona.
 

a cura di Loredana Sottile

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