Nasce a Visso il villaggio della Compagnia degli artigiani. La rinascita a 2 anni dal terremoto passa dal cibo

5 Ott 2018, 12:30 | a cura di

Due anni dopo il terremoto che ha distrutto il paese, Visso fa sistema intorno ai suoi artigiani, che ora hanno uno spazio per produrre e vendere le proprie specialità. Dietro c'è l'investimento di Loro Piana e una grande voglia di far ripartire l'economia locale.La vita dopo il terremoto

 

La vita dopo il terremoto

Viaggio nel Centro Italia colpito dal sisma che resiste. E torna alla vita, seppur lentamente, a partire dalla rinascita delle attività produttive che proprio dalle risorse di un territorio tanto martoriato traggono linfa, e forza per ricominciare. Ne abbiamo parlato, con Massimiliano Rella, sul numero di ottobre del nostro mensile, a due anni da quello sciame sismico che a più riprese ha squassato la terra e cancellato interi paesi, dove più regioni si incontrano e condividono un destino analogo: chi oggi percorre le strade di confine tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo non può fare a meno di notare quanto le ferite siano dure a rimarginarsi. Le macerie sono ancora lì, la vita di tante piccole comunità montane ha lasciato posto al silenzio irreale di paesi interrotti, sospesi nel tempo. Tutt'intorno però, e soprattutto contando sulle proprie forze, quelle comunità hanno trovato modo di riorganizzarsi, nonostante il bilancio dei danni subiti pesi come un macigno sulla ripresa di piccole e medie attività produttive, molte legate alla produzione e trasformazione di eccellenze gastronomiche.

Il cibo che traina l'economia locale

Nel frattempo è partita la gara di solidarietà, le iniziative pubbliche locali hanno portato alla nascita di circuiti turistici virtuosi come il pic nic diffuso di Alte Terre, promosso dal Consorzio Salariaè nella provincia reatina, il cammino nella Terre Mutate tra Marche e Abruzzo, e prima ancora l'iniziativa RisorgiMarche. E le cittadelle del cibo, nate come nuovo centro di aggregazione per chi ha perso ogni punto di riferimento sociale, su un orizzonte urbanistico totalmente cambiato: l'ambizioso Villaggio del Food Amate Amatrice, realizzato su progetto di Stefano Boeri e con le competenze dell'ingegneria antisismica friulana; o il Villaggio per le Attività Produttive ed Economiche alle porte di Norcia, intitolato alla Rinascita di Castelluccio, celeberrimo paese delle lenticchie. Dunque negli ultimi due anni qualcuno ha preferito traslocare sulla costa, non senza soffrire per lo sradicamento della propria attività, ma deciso a trasformare le difficoltà in sprone in più per farcela. Un caso per tutti? Quello del Tiglio (in Vita) di Enrico Mazzaroni, da Montemonaco a Porto Recanati. Altri, invece, hanno scelto di restare, e proprio nei nuovi villaggi del cibo hanno unito le forze per creare inediti punti d'attrazione sul territorio.

La compagnia dei maestri artigiani di Visso

L'ultimo nato in ordine di tempo è il centro artigianale di Visso, che riunisce “la compagnia dei maestri artigiani” del  borgo marchigiano in provincia di Macerata: 5 attività storiche distrutte dal terremoto dell'ottobre 2016 (che ha letteralmente sbriciolato buona parte del paese), tornate in attività lo scorso 26 settembre, una accanto all'altra, in una struttura antisismica in ferro, vetro e legno di 500 metri quadri per gli spazi commerciali e altrettanti per l'area industriale che lavorerà a ridosso delle attività, oltre a 14 locali per laboratori. Dietro c'è l'investimento dell'imprenditore tessile piemontese Pier Luigi Loro Piana e 34 soci finanziatori tra cui Kartell, con l'idea di contribuire alla rinascita della comunità. All'interno del villaggio, dunque, hanno riaperto le porte al pubblico il ristorante La Filanda della famiglia Cappa (dal 1983), la norcineria e macelleria Calabrò (finora ospitata nel laboratorio dell'amico norcino di Matelica Renato Bartocci), il caffè Sibilla dal 1967, la macelleria Troiani, la Tenuta Scolastici Cacio Sopravvissano con i suoi prodotti agricoli. I prodotti tipici – dal salame di pecora al Vissuscolo, salame spalmabile al finocchietto, tartufo o rosmarino, ai formaggi locali -  si degustano sul posto, ma si possono anche acquistare su una piattaforma online, compresa la lana della pecora sopravvissana, riscoperta proprio durante l'elaborazione del progetto per la ripartenza dell'economia del territorio, e oggi in produzione Loro Piana col marchio La compagnia degli artigiani di Visso. Con i filati della pecora locale, non a caso, sono state realizzate anche la tappezzeria del ristorante e le sedie del bar. L'investimento complessivo ha richiesto 2,5 milioni di euro, gli artigiani coinvolti potranno lavorare al villaggio per 5 anni in comodato gratuito. Poi si vedrà, è solo l'inizio.

 

a cura di Livia Montagnoli

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