“Nessuna questione sul tappo a corona”, il Consorzio dell'Asti ribadisce il suo no, ma c'è chi lo usa

14 Lug 2014, 16:16 | a cura di
Una chiusura alternativa utilizzata per garantire la tappatura durante le spedizioni intercontinentali. Presto, però, non sarà più possibile: il nuovo disciplinare non lo permette. Intanto la Regione vuole vederci chiaro.

Tappo a corona? “Il problema non sussiste” ha voluto chiarire a Tre Bicchieri Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio dell'Asti Docg dopo le diverse versioni che in queste settimane sono circolate su una presunta contrapposizione sulla chiusura del Moscato d'Asti Docg tra Confagricoltura (che in una nota ironizzava: “Tappo a corona come una bibita gasata qualsiasi”) e Regione che qualche settimana fa aveva riaperto la questione in seguito alla richiesta di alcuni produttori pro-corona. Ma per capire bene la questione bisogna andare indietro nel tempo, al 2012, quando il Ministero ha liberalizzato l'utilizzo dei tappi anche nel caso delle Docg. In seguito, nel 2014, per permettere ai Consorzi di restringere o meno il campo, un nuovo decreto ha stabilito un periodo di sei mesi per poter cambiare il disciplinare. “Nel caso del Moscato d'Asti Docg” continua Bosticco“il Consorzio, con il raggiungimento del quorum, ha deciso per il divieto sia del tappo di plastica, sia di quello a corona. Dopo la votazione, però, si è insediato un nuovo presidente regionale (Sergio Chiamparino; n.d.r) che giustamente ha voluto vedere il verbale per valutare le ragioni di quei pochi - ma ci tengo a dire qualificati - produttori che, durante il periodo di vacatio legis, avevano iniziato a utilizzare il tappo a corona in aggiunta a quello di sughero”. Un doppio tappo quindi, usato su alcune bottiglie per preservare la chiusura durante i viaggi intercontinentali. “In pratica” continua il direttore “la chiusura a corona viene inserita sopra il tappo di sughero e poi ricoperta con la tradizionale capsula, per prevenire la sovrappressione e quindi l'apertura a sbalzi termici notevoli. In ogni caso il Consorzio ha già espresso il suo 'no' e adesso si attende il normale iter: approvazione del nuovo disciplinare, prima dal Comitato regionale e successivamente da quello nazionale”. Cosa che dovrebbe avvenire prima della pausa estiva.

A cura di Loredana Sottile

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