New York: tour gastronomico informale tra tavole e cocktail bar

8 Dic 2022, 10:28 | a cura di
La Grande Mela, sempre affascinante, ha incantato milioni di persone. La città delle opportunità, così volubile quanto progressiva. Durante il periodo di Natale la magia si sparge per le vie della città. Giovanni Angelucci si è recato a New York per una full immersion nel mondo culinario e dei cocktail.

New York: tour gastronomico informale

Cambia continuamente, stupisce… anche chi ha la fortuna di venirci spesso la trova continuamente diversa, specialmente nell’offerta enogastronomica e in quella legata alla mixology, tra bar, lounge e musica. Non sarà facile, ma in una settimana proviamo a respirarne l’aria e a raccontarvela: magari vi viene la voglia, a fine anno, di regalarvi un giretto gourmet negli States! Nuovi ristoranti in città, le grandi insegne tanto acclamate, i vecchi diner, i roof top alla moda, gli hamburger (assolutamente al plurale!), la scena dei cocktail bar di assoluto valore, tutto questo insieme fanno di New York una meta gastronomica di grande valore, nonché luogo dei sogni ed emblema del "nuovo mondo". Bisogna però scegliere e andare sul sicuro.

Prima sosta, un drink da Attaboy

L’arrivo in città non può che essere inaugurato con un brindisi, ma non uno qualunque bensì scegliendo tra la proposta di quello che è stato proclamato il cocktail bar primo classificato nella nuova North America’s 50 Best Bars, presentata lo scorso giugno: Attaboy. Per i cultori del genere è uno dei place to be, ma per chi non lo conoscesse si sappia che a oggi è uno dei bar dove bere meglio di qualunque altro, e lo era anche anni fa quando lo abbiamo visitato collocandolo subito e senza dubbio tra i preferiti in città. Questo bar speakeasy nascosto tra le stradine del Lower East Side ha un ingresso totalmente anonimo; si può bere all’esterno in un dehor semi fatiscente o, molto meglio, all’interno tra i mattoni nudi tipici di New York: la sostanza non cambia; si può vivere l’eredità lasciata dal creatore delle nuove strade del bar Sasha Petraske con il suo Milk & Honey aperto nel 1999 che oggi Attaboy ripropone attraverso i gesti dei suoi due più importanti apostoli, Sam Ross e Michael McIlroy. Qui si bevono variazioni perfettamente bilanciate di cocktail dell’era del proibizionismo, ma non c’è un menu: tutto viene raccontato e proposto a voce. Attaboy non è solo un validissimo locale, ma anche la fotografia di una città: se, infatti, non a caso il primo bar inglese ha sede all’interno di un grande hotel, il primato nella città a stelle e strisce non poteva che andare a uno speakeasy che del genere porta il certificato di nascita.

Mix di stili e culture

Altro gran bel locale è il Katana Kitten, bar di ispirazione molto forte, influenze asiatiche americanizzate, tanta tecnica ed empatia coinvolgente; a gestirlo il maestro Masahiro Urushido che propone un menu diviso tra highball, boilermaker e cocktail d'autore: un bar nippo-americano, ibrido tra due formidabili culture del bere a cui viene riservato lo stesso rispetto e importanza. Un esempio? L’Hinoki Martini che fonde alla perfezione l’Oriente con l’Occidente. Cambiando ancora stile ma mantenendo alta l’asticella ci si sposta a Brooklyn che continua a essere particolarmente attiva dal punto di vista dell’ospitalità; qui gli imperdibili sono il Leyenda della colonna July Reiner, il Long Island Bar guidato dall’inimitabile Toby Cecchini in pieno stile “Brooklyn style” dove scoprire gli ingredienti del mondo e il Clover Club nell’elegante Smith Street di Boerum Hill che colpisce con il suo stile tutto classico fatto di sedie in pelle, legni scuri, pareti con mattoni a vista, soffitti in lamiera pressata e invoglianti cocktail.

Piatti storici, tra uova e pastrami

Ma andateci piano, la settimana è lunga e bisogna gustarla a pieno senza affaticarsi; dunque, il consiglio è intervallare grandi cocktail bar a grandi pasti: molto diversi tra loro ma tutti soddisfacenti da colazione a cena. Il buongiorno si vede dalle uova alla Benedict da ordinare al Sarabeth’s soprattutto durante i primi giorni in preda alla fame da jetlag: qui le colazioni sono così ricche e sostanziose (vedi le omelette o i butter pancakes, per esempio) da riuscire a compensare ogni sbalzo spazio-temporale. Per chi ama il pastrami, beh è nella città giusta essendo quello con il pastrami uno dei panini più celebri della cucina di New York. Il piatto a base di carne di manzo sotto sale marinato con spezie e affumicato, tipico della cucina kosher, riesce a competere con i lussuriosi hamburger e mantiene basso il costo e alta la qualità. Per uno dei migliori l’insegna a cui dirigersi è 2nd Avenue Deli, vera istituzione per i cultori del pastrami situato in zona Midtown: viene servito con la giusta farcitura non troppo eccessiva, fettine sottili e uniformi suddivise in tre strati. Per i puristi del genere, c’è poi Katz’s Delicatessen dove i panini sono serviti in maniera tradizionale con pane di segale e cetriolini conditi alla senape. Infine, ma non ultimo, il Dickson’s Farmstand Meats all’interno del Chelsea Market dove godere di unte e bisunte preparazioni in pieno stile stelle e strisce. Ma per una buona e originale dose di storia materiale newyorkese, è da Le Bombonniere che bisogna recarsi: sempre lì da novant’anni, nella sua semplicità, a servire caffè, donuts, sandwich, pancake e quant’altro arrivi dalla cucina di questo diner vecchio stampo il cui motto è unpretentious normalcy is the whole point, ovvero l’essenziale è la normalità senza pretese! Marina, cameriera peruviana qui da decenni, sarà pronta a servirvi e raccontare cosa è accaduto negli anni fuori e dentro questo angolo di storia americana.

La capitale mondana e trendy

Per chi invece non vive New York senza i suoi locali mondani e à la page, dovrebbe fare un salto al Moxy East Village, hotel in cui cenare al ristorante Cathédrale con la sua atmosfera suadente e una cucina variopinta che spazia nel Mediterraneo, dove lo chef Jason Hall fa la differenza con il suo tocco che parla della cucina costiera del sud della Francia, con punte tra Spagna e Grecia in una cornice davvero affascinante. Arrivare e cenare qui vuol dire anche vivere la brezza serale del The Ready Rooftop Bar in cima all’edificio tra musica, luci colorate e numerosi drink (senza esagerare con i turni dedicati agli shot di tequila). E ovviamente non poteva mancare il richiamo della madre patria perché, si sa, c’è sempre qualche inossidabile italiano che ha bisogno dei sapori di casa anche dall’altra parte del mondo: Cecconi’s si trova nel piccolo quartiere di Dumbo, nel distretto di Brooklyn, dove non solo si mangia a due passi dall’acqua, comodi sui divani all’esterno guardando il ponte più famoso della città, ma si può anche godere del cocktail pairing proposto dal barman Filippo Baldini. Dunque, una bella pizza Margherita con un fresco Picante De La Casa a base di cazadores peposado, lime, agave, peperoncino e coriandolo.

a cura di Giovanni Angelucci

QUESTO È NULLA…

Nel nuovo numero del Gambero Rosso c’è molto di più: gli indirizzi delle tavole (più o meno “gourmet”) attorno alle quali ci siamo seduti; che abbiamo scoperto e sulle quali abbiamo bivaccato, senza indugio! Ma anche una full immersion nei migliori bar di quartiere….

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