Bologna in bicicletta. I ristoranti a portata di pedale

3 Giu 2020, 14:15 | a cura di
Andare a mangiare fuori, raggiungendo la nostra meta in bicicletta. A Bologna si può, e se poi siete particolarmente allenati, potete spingervi anche fuori città.

Andare a pranzo in bicicletta? Niente di più semplice, almeno a Bologna, abituata ad anticipare mode green, dove le due ruote vivono un vero momento di rinascita, anche fra i turisti, e con unamministrazione illuminata (come lo è stata anche la governance della regione, che per prima ha varato un piano innovativo per la riapertura dei ristoranti) che ha deciso di investire in piste ciclabili, percorsi alternativi e nellascolto dei ciclisti. E così in questestate un po' speciale muoversi in città e pranzare nei dintorni con mezzi a zero emissioni diventa sempre più divertente, i colli bolognesi non si raggiungono più solo in 50 (special) e la bicicletta (anche quella elettrica) diventa il mezzo del momento per vedere gli stessi scenari attraverso una nuova prospettiva e il ristorante che da tempo volevamo provare un luogo da raggiungere a ritmo lento attraversando parchi, costeggiando fiumi, e con la fatica che si trasforma in gusto e meritato piacere.

Dynamo la velostazione

Dynamo

Punto di partenza per questa piccola scorribanda in bicicletta (si tratta di qualche suggerimento e niente più) è il centro di Bologna, più precisamente Dynamo, la velostazione che è punto di riferimento per tutti i ciclisti bolognesi e per i turisti che cercano le due ruote. In questo luogo attrezzatissimo, che è anche bar, officina e sala per incontri e dibattiti vicino alla stazione (uno dei pochi in Italia) si può far tappa per avere informazioni su percorsi turistici (mappe, cartine o chiacchiere), per aggiustare la propria bicicletta o, per chi non la possiede, noleggiarne una (al prezzo di 15 euro al giorno) e partire così verso lobiettivo gastronomico prescelto.

Di seguito una serie di indirizzi più o meno distanti dal centro (punto di partenza le Due Torri) che hanno livelli di difficoltà differenti per i cicloturisti (a Bologna ci sono i colli che a volte fanno tirare il fiato corto) e i cui percorsi sono assolutamente adattabili e personalizzabili, inserendoci magari - una sosta caffè o aperitivo. In una città in cui non mancano punti di riferimento per la cucina classica e dove anche i dintorni sono meta per gli appassionati gli addetti ai lavori non mancano indirizzi da provare, a portata di pedali.

Ristorante Acquapazza

Ristorante Acquapazza

Distanza 5 chilometri (facile).

È un percorso molto semplice, sulla strada che dalla città porta alla Futa, ed è quello che in termine poco tecnico si definisce un drittone. Si percorre via Santo Stefano fino alla porta (il consiglio è fermarsi a bere un buon bicchiere dalla ricca cantina di Simone alla Vineria Favalli in via S.Stefano) e poi si continua verso la meta, via Murri, fino al civico 168. Qui Francesco Carboni è pronto a soddisfare il palato con il pescato del giorno, non di allevamento, che proviene dai nostri mari (in questo periodo si racconta di strepitosi granchi dellAdriatico). Da provare i crudi, con una ricchissima selezione di ostriche (fine de Claire Verde Label Rouge, Celin e Maisons Les Jardins de Tatihou Gillardeaux da lIle dOleron, e dalla Puglia, quando reperibili, le ostriche selvagge rosse) i tortellini di razza, acciuga e bufala con burro salato e tartufo e pesce secondo il mercato. Carta vini con tante bollicine.
Via Murri 168/D 051 443422 - http://www.acquapazzabologna.it/

scaccomatto agli orti

Scaccomatto agli Orti di via della Braina

Distanza 2 chilometri (facilissimo).

Questo è un luogo che è raggiungibile anche a piedi ma, essendo così speciale, non si poteva non segnalare. È una sorta di pop up restaurant, quindi temporaneo (da giugno a settembre), allinterno del giardino di un convento. Prima di arrivare a destinazione fermatevi alla Confraternita dellUva (via Cartoleria 20/b) per un bicchiere, un bellissimo incrocio tra una libreria e una vineria. Vi conquisterà.

La cucina degli orti è quella di Mario Ferrara dello Scaccomatto, dunque una garanzia, che da diversi anni (e anche questanno) apre la versione estiva in questo luogo magico dove i tavoli (pochi e distanziatissimi) a lume di candela sono immersi nel verde di un giardino segreto e dove il menù cambia ogni settimana. Aperto solo la sera e quando il tempo lo permette, occorre prenotare per assicurarsi lingresso.
Via della Braina, 7 - 051 263404 - https://www.facebook.com/scaccomattoagliorti/

trattoria via serra crema fredda al limone con cicliegie morette di vignola

Trattoria di Via Serra

Distanza 3 chilometri (facile).

Il percorso è classico, passando da via Indipendenza e facendo una deviazione su via Piella per aprire la finestrella e dare una sbirciata alla sorprendente visione che offre un angolo di Venezia in Emilia Romagna, poi attraversando la Montagnola, il ponte della stazione e arrivando ai confini del quartiere Bolognina, fra lunghi viali alberati e street art. Il luogo è piccolo ma molto accogliente; Tommaso e Flavio sono partiti da Zocca (sopra Modena) e poi sono arrivati in città nel 2012 portando una cucina fatta di prodotti selezionati e di altissima qualità. Come i tortelloni ripieni di ricotta di bianca modenese, i salumi e formaggi e - in questo periodo - le ciliegie morette di Vignola che vengono servite con una crema fredda al limone. Golosissime.
Via Luigi Serra 9/B - 051 631 2330  - https://www.trattoriadiviaserra.it/

trattoria da SANDRO al NAVILE

Antica trattoria da Sandro al Navile

Distanza 5,5 chilometri (medio).

Si dice sia lì dal 1861 e racconta onestamente la cucina bolognese. Ci si arriva costeggiando per alcuni tratti il fiume Navile, uscendo dal centro verso la periferia e passando per il parco di villa Angeletti. Qui tutto racconta la tradizione gastronomica della città, dagli affettati (c’è anche la culaccia) ai tortellini in brodo di cappone, dalle tagliatelle al ragù, alla cotoletta, naturalmente petroniana. Si pranza anche allaperto.
Via del Sostegno, 15 - 051 634 3100 - http://www.dasandroalnavile.it

Ca'Shin la veranda

Ristorante CàShin

Distanza 8,5 chilometri circa (impegnativo).

Qui la cosa comincia a farsi interessante perché questo ristorante si trova allinterno di un parco (Cavaioni) sui colli bolognesi. Non sarà semplice arrivarci in bicicletta, occorre gamba buona, ma la soddisfazione sarà molta. Si parte direzione porta San Mamolo (fin qui tutto ok) e si inizia a salire (c’è anche un percorso pedonale in mezzo ai boschi) con molta calma e con il giusto ritmo. Strada a curve, ombreggiata, la fatica è solo allandata. Si arriva in posto davvero molto bello e buono. Lo chef Ivan Poletti propone una cucina tradizionale e di qualità (tortellini, tortelloni e tagliatelle fatte a mano) con una particolare attenzione al barbecue che lui accende, ogni giorno, con fierezza e con cui crea grigliate, hamburger e molti altri piatti. C’è anche un orto. Lo spazio è ampio, ottimi i cocktail ed è bellissimo stare lì allaperto.
Parco Cavaioni - Via Cavaioni, 1 - 051 589419 - http://www.ca-shin.com/it/

ristoranti Massimiliano Poggi Cucina 2

Massimiliano Poggi

Distanza 8 chilometri (medio).

Si pedala con entusiasmo per andare a pranzo nel ristorante di Massimiliano Poggi a Trebbo di Reno perché si sa, fin da subito, che sarà unesperienza ricca di gusto e da ricordare. Il percorso non è affatto complicato, si passa dal Mambo (il museo di arte moderna di Bologna) e ci si deve fermare allEx Forno, il bistrot che propone caffè, cocktail, dj set e carni bio tra elementi attuali di design e oggetti vintage di recupero.Si prosegue su via Zanardi per arrivare, con calma da Max. Il ristorante, una casa di campagna in stile contemporaneo, propone una cucina della tradizione fortemente ripensata, curata nei particolari e nel gusto dove spiccano i tortellini, il risotto ai frutti di mare, il maialino arrosto con patata e lampone e liconica insalata russa. Si viene accolti e curati in modo molto attento. Aperto dal 9 giugno.

Via Lame, 65/67 - ingresso dal parcheggio in via Corticella 61 - Trebbo di Reno -  051 704217 - https://www.mpoggi.it/

Fico

Distanza 7 chilometri (medio).

Andare al parco del cibo in bicicletta, dal centro alla periferia, è una bella passeggiata, ma ricca di suggestioni. Passando per il quartiere San Donato si vedono le torri dellarchitetto Kenzo Tange, si attraversa il verde del Pilastro e si arriva, in tranquillità, in un grande spazio pronto ad ospitare molte delle vostre voglie gastronomiche. Nei 100mila metri quadrati del parco sono a disposizione 40 aree prenotabili nei dehors e negli spazi esterni. Cucine regionali, eccellenze gastronomiche, orto, stalla e anche una vigna. Tutto a disposizione, dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 23.

Via Paolo Canali 8 - 051 002 9001 - https://www.eatalyworld.it/it

lucia-Antonelli Taverna del Cacciatore

Due fughe fuori città (sempre in bicicletta)

La bicicletta diventa compagna di viaggio anche per due divertenti fughe gastronomiche fuori Bologna. La prima è a Castiglione dei Pepoli in pieno appennino, raggiungibile in treno da Bologna (con bici al seguito) fino a San Benedetto Val di Sambro. Allarrivo, organizzandosi, si può anche tranquillamente noleggiare una bicicletta (elettrica) e partire per i sei chilometri che vi separano dalla Taverna del Cacciatore dove vi aspetta Lucia Antonelli, regina del tortellino, per farvi assaggiare una cucina ricchissima di sapori di montagna (in questo periodo ci sono i prugnoli) cucinati superbamente con i prodotti a filiera cortissima.
Via Cavaniccie, 6 - Castiglione dei Pepoli BO - 0534 91143 - https://ristorantetavernadelcacciatore.it/

A fine giornata il treno vi riporta in città. Oppure, sempre in treno da Bologna (e sempre con bici al seguito) si può arrivare a Porretta Terme, verso il confine modenese per andare in via Roma alla Casa della Zampanella, per assaggiare questa specie di crepe montanara, simile al borlengo, da farcire in mille modi e da accompagnare a tigelle, polenta, formaggio e funghi.

Via Roma, 34C - 0534 350554 - https://www.facebook.com/pages/category/Diner/La-Casa-della-Zampanella-298746463650046/

a cura di Tommaso Costa

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