Birre artigianali: l'ultima frontiera abruzzese

6 Dic 2011, 17:11 | a cura di

L’Abruzzo è una regione straordinaria. In pochi chilometri quadrati racchiude mare, montagne, ghiacciai, colline e parchi naturali: tutti fattori che rendono questo territorio estremamente vocato alla produzione di vino, ma non solo. Il vino sarà sempre il protagonista ma una posizione di rilievo viene occupata, ormai da qual

che anno, dalla produzione di birra artigianale. È proprio così, gli artigiani della birra, pionieri di un'illusione, sono riusciti a creare un prodotto che fa parlare di sè e che ha creato una nuova tipicità regionale.

 

Se fino a ieri l’altissima qualità e autenticità del territorio abruzzese poteva essere conosciuta bevendo i vini di Valentini e mangiando le mortadelle di Campotosto, oggi anche le birre riescono a raccontare e rappresentare l’identità regionale.

Le birre artigianali sono l'ultima frontiera della tipicità abruzzese; dietro ogni etichetta non compaiono imprenditori ma professionisti che hanno investito la passione di sempre (tutti si dilettavano con la birra fatta in casa), i loro saperi, e risparmi.

Il primo che ha deciso di provarci, intraprendendo nel 2003 un progetto su cui pochi hanno scommesso, è stato Jurij Ferri del birrificio Almond ’22, situato a Spoltore. Nelle sue produzioni dimostra originale creatività ed esperienza maturata nel decennio di produzione; l’amore verso lo stile belga è riscontrabile in ogni birra che però caratterizza con un tocco personalissimo.
Di notevole importanza la scelta dei prodotti selezionati: miele del Parco Nazionale della Majella, cannella di Ceylon, pepe delle foreste del Borneo, cardamomo e coriandolo provenienti dall’India, buccia d'arancia iraniana, zucchero biologico Mescobado delle Filippine. Oggi la linea di produzione conta dodici differenti tipologie e tutto fa pensare che la squadra Almond ’22 (la moglie Valeria, Mirko, Marco e Veronica) non si fermerà qui.

Più giovane ma non meno prestigioso, è il birrificio Majella, situato all’interno della provincia chietina, a Casoli. Massimiliano Di Prinzio, aiutato dalla moglie Sonia Iezzi, ha aperto i battenti nel settembre 2008 e, da allora, a regnare sono l’ordine e l’organizzazione. Il territorio abruzzese, e in particolare quello della Majella, è il vero protagonista di queste armoniche birre, ognuna basata sulle materie prime che l’Abruzzo propone: l’acqua della sorgente del Verde, le preziose varietà di frumento Senatore Cappelli e Solina (usato già dai romani), il miele locale proveniente dal massiccio che circonda il birrificio, le incontaminate lavanda e camomilla delle alte quote, la mela casolana, prodotto autoctono della zona. Nelle otto tipologie attualmente presenti, è riscontrabile non solo l’alta qualità e la sapienza del mastro birraio ma la più vera identità abruzzese.

In una zona molto più nota per il vino che per la birra sorge il birrificio OpperBacco. Siamo a Notaresco, nel teramano, e qui dal 2009 Luigi Recchiuti produce un prodotto di elevata e apprezzata qualità. Lui è uno preciso e dedito allo studio della produzione di birra, non si scherza. Dopo anni di gavetta come homebrewer, ma a soltanto tre anni dall’inizio, è già ben posizionato tra i grandi. Le sue birre sono profondamente legate alle esperienze in Belgio e per lui non è difficile riportare nella produzione di una birra le sensazioni e i profumi di un viaggio che lo hanno colpito. Se la qualità di un’acqua fa gran parte di una birra, allora siamo già a buon punto grazie all’utilizzo dell’acqua del Gran Sasso, senza dimenticare l’impiego di un miele locale e della menta piperita. Dalle cinque tipologie di partenza, Luigi è oggi arrivato a dieci produzioni diverse, una migliore dell’altra, provare per credere.

 

 

Giovanni Angelucci

6/12/2011

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