Bollicine per le feste. Champagne, ecco la nostra selezione per il Capodanno

31 Dic 2014, 14:00 | a cura di
Countdown per l'anno nuovo. Noi ci prepariamo con una selezione di bollicine francesi, grandi e grandissimi Champagne per festeggiare insieme il Capodanno.

Grandi manovre in casa Champagne. Sul fronte business, principalmente, a fronte di un consumo che inesorabilmente scende in Italia e in Europa. Cosรฌ grandi maison come Dom Perignon, Veuve Cliquot, Krugg, Charles Heidsieck e la piccola Collard-Picard puntano su vecchie annate e selezioni particolari. Mentre si moltiplicano i banchi di assaggio. Capodanno รจ alle porte!

Un botto dโ€™effervescenza. Tanta davvero, nel business dello Champagne, tanto piรน in vista delle vicine feste. A innescare la visibile agitazione in quella fetta del mondo Champagne che sโ€™interfaccia con lโ€™Italia e il suo mercato sono anche questโ€™anno i venti di una congiuntura che non vuol saperne di dare le dimissioni e lasciare il posto al soffio sospirato della ripresa. Il consumo da noi soffre. E quello dello Champagne, che pure ha a lungo retto botta, non fa eccezione: complessivamente si contrae, e il limite basso (soglia anche psicologica, direbbero in Borsa) dei 5 milioni di bottiglie รจ lรฌ, ormai. E ci sono maison che proprio nel momento piรน arduo provano a giocare al rialzo, a inventare novitร  importanti.
Il primo refolo di vento รจ stato quello relativo allโ€™avvicendamento al vertice di Dom Pรฉrignon Italia. Il prรฉstige quasi per antonomasia, โ€œtayloredโ€ dal vulcanico Richard Geoffreoy e pilastro di fatturati anche da noi, รจ passato dalle mani di Marco Ravasi a quelle di Cristiano Talassi, nuovo brand director. Nessun gorgo di tempesta perรฒ. Lโ€™elegante, bravissimo Ravasi ha scelto di affrontare una nuova sfida professionale, sempre nel mondo del lusso (chi ama la stellina di Montblanc lo troverร  lรฌ, a occuparsene come direttore marketing). Mentre il collaudatissimo Talassi, giร  a capo di Moet et Chandon e Belvedere per lโ€™Italia, nel gruppo LVMH, ha aggiunto altri scalpi eccellenti (oltre a Dom anche Hennessy, Glenmorangie e Ardbeg) da pettinare e far scintillare a dovere per il colosso di mr. Arnault.

Decisamente meno indolore invece il duplicarsi di fatto dellโ€™annuale e ormai rituale giornata italiana dello Champagne. Quella โ€œufficialeโ€ targata Civc, lโ€™organo regolatore e associativo della filiera, si รจ svolta a Firenze. Ma orfana di 19 marchi (e non proprio secondari per fama e penetrazione, visto che si va da Roederer a Jacquesson, da Paillard a Bollinger o Pol Roger, per citarne un mazzetto) che son quelli distribuiti dal gruppo di operatori alleatosi sotto le insegne di Club Excellence. Ulteriormente rafforzato dallโ€™adesione di Vino & Design, la label del bravo Dick ten Voorde (che ha portato in dote come Champagne le etichette di R&H Legras, ma รจ poi ben nota per i suoi Riesling europei di rango, e nel listino italiano ha cose come Castellโ€™in Villa o Roagna) il team presieduto da Massimo Sagna (e con dentro Balan, Cuzziol, Meregalli, Heres, Pellegrini e Sarzi) ha fatto la sua giornata Champagne in Brianza, al Devero, lโ€™hotel dove cucina (alla grande) Enrico Bartolini. Risultato, 1.500 presenze dichiarate, con larga prevalenza di professionisti e, come peperoncino, un ragionevole numero di fan veri (quei clienti particolari che fanno la felicitร  delle maison) e svariati critici di settore. In piรน, la festa (riuscita) ha dato occasione al Club di dare i (propri) numeri vincenti: se il comparto soffre, loro dichiarano invece un piรน 15% proprio nello Champagne. E ribadiscono cosรฌ che le sinergie (sana concorrenza sรฌ, guerricciole no) rendono, eccome, agli imprenditori italiani che sanno capirne il valore.

E ci sono le maison che rilanciano, in genere rafforzando le diverse offerte e puntando sul doppio claim longevitร  (ergo grandezza assoluta del vino) e terroir, e offrendo ai consumatori due opzioni complementari e distinte: da un lato la cura della qualitร  e della veste (distanziandosi dai format Gdo) dellโ€™etichetta dโ€™entrata, e dallโ€™altro la proposta di bottiglie speciali per origine (singola vigna), modalitร  di produzione (sempre piรน focus sullโ€™annata, anche per le cuvรฉe) ed etร , con la (ri)comparsa di vecchi millesimi di rango, in sboccature originali o tardive a seconda dello stile della casa. Si tratta, รจ chiaro, di bottiglie dai piccoli numeri e dai prezzi alti, che mirano a chi non conosce crisi, o ai super lovers; ma piรน in generale a far riverberare lโ€™immagine di qualitร  della maison.

Aveva iniziato un anno fa Veuve Cliquot, che questโ€™anno fa il bis. Ecco allora in campo il 1990 e il 1979 in rosa e lโ€™89 e lโ€™82 (favoloso) in bianco. In piรน, ricama e ammicca sul packaging del suo passepartout (lโ€™etichetta arancione) proponendola anche infilata in rutilanti mailbox allโ€™americana (messaggio: cโ€™รจ posta per te, ed รจ da bereโ€ฆ) mentre a livello Italian glam gioca la carta di un ambo mondiale con il brand Ferrari. Ultima curiositร , il derby in famiglia (Lvmh) dei libri: in casa Cliquot quello sulla spumeggiante vita della Vedova; da Krug il calligrafico, evocativo Krug Lovers, dedicato ai fan celebri di Krug durante i 143 anni di storia, passando da Hemingway a Gainsbourg e da Barenboim a Lagerfeld e Coppola. Sempre Krug cala poi in tavola lโ€™asso (il nuovo Clos du Mesnil) e insiste, nel gioco largo della Grande Cuvรฉe, sulla impronta dellโ€™annata base e sulla tracciabilitร  di tutti i processi relativi a ogni bottiglia.
Al gran gioco dellโ€™Oenothรจque approda finalmente anche un produttore fine e di rango, con riserve non ultraprofonde, ma luccicanti per valore, come Charles Heidsieck. Il bello รจ che il gioco parte e si radica, per ora, proprio per lโ€™Italia. Brut โ€™83 e โ€™81, Millenaires โ€™83 e 85, Cuvรฉe Charlie โ€™81 e โ€™85 sono i sei atout in mano a Philarmonica, che importa il marchio, e che รจ il motore dellโ€™operazione.

E sul prestigio di millesimi agรฉe, su tutti il quasi miracoloso (ma dimostrativo: di fatto non ce nโ€™รจ) Rosรฉ 1969, scommette lโ€™immagine la piccola, fine maison Collard-Picard, in scuderia dai chiantigiani Cecchi. Il gioco di mercato รจ demandato poi al teso millesimato Excellence, al trasversale Prรฉstige, e a un centratissimo Blanc de Blancs.
Infine, i โ€œnaturaliโ€. Potevano mancare, anche in zona Champagne? Giammai. รˆ, si sa, anche il loro jour de gloire. Ed eccoli dunque a Roma, per iniziativa di Luca Burei & team (palati esperti del ramo tipo Fabrizio Pagliardi o Alfonso Isinelli): marchi e personaggi giร  noti (Laval il guascone, Bedel il lunare, lโ€™intellettuale Lรฉclapart) e altri meno, piรน da scoperta. Per fortuna (di chi laicamente beve e degusta senza chiese o prevenzioni, come il sottoscritto) un bel poโ€™ non solo sani: anche buoni. Ne proponiamo un tris che sa di ottimo vino, intanto, e poi anche di ambiente rispettato, e di filosofia, per chi nel calice vuole anche quella.

E la Vedova gialla sposa la Rossa. Va bene, questโ€™anno non ha vinto. Ma la Ferrari รจ sempre una leggenda. E un passepartout di livello universale. E cosรฌ, con unโ€™idea nata dalla sua costola italiana, la Vedova piรน famosa (e bevuta) del mondo ha deciso di salire a bordo, e di scendere in pista. Il gemellaggio Ferrari-Veuve Cliquot si articola cosรฌ in una ultra-limited edition di 20 serie da tre Jeroboam lโ€™una, vestite in pelle (quella usata per le sellerie della scuderia di Maranello) e serbate in preziosi cofanetti lavorati e laccati a mano uno per uno, che incrociano i colori delle tre linee Ferrari (Classica, Scuderia e Tradizione) con quelli del mondo Champagne (il bianco delle marne calcaree, ad esempio) e le icone di Cliquot, cometa in testa. Ciascuno dei set, tutti numerati e autenticati con garanzia e autografo dello chef de cave Dominique Demarville, sarร  venduto allโ€™asta in un diverso Paese del mondo. Il numero 1 รจ, neanche a dirlo, quello per lโ€™Italia, dove luogo e contesto del Maranello Edition Day sarร  reso noto in primavera. Divertente sottolineare come questa (rara) alleanza tra i due brand dei due paesi cugini porterร  di fatto un pezzo di savoir faire dโ€™Italia, con lo Champagne al volante, in giro per il mondo proprio nellโ€™anno delโ€™Expoโ€ฆ

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le degustazioni

Cuvรฉe Sir Winston Churchill 2002 - Pol Roger
Lo so, รจ dicembre e siamo qui per questo. Ma se cโ€™รจ una cosa che di un grande Champagne non si dovrebbe dir mai (rimanda a quella stagionalitร  fissa che si vuol superata) รจ: lo aspetto come si aspetta Nataleโ€ฆ Eppureโ€ฆ Per questa special Cuvรฉe ci approcciamo cosรฌ. Ne attendiamo lโ€™uscita come un bimbo sotto lโ€™albero (e stavolta, per dirla con Edoardo, ci sta dentro anche il presepe). Credeteci: di 2002 Sir Winston ne avrebbe scolati conteiner. Sostenuto da unโ€™annata di classicitร  quasi perfetta, anche lui lo รจ. Ragazzino (che freschezza, e che futuro davanti!) e insieme giร  โ€œsavantโ€, complesso, dialettico tra note cremose e fughe nel salino, frutto bianco croccante e rientri di noisette, ricordi di Virginia e iodio dโ€™albe marine. Un vero hit. Tenetevelo per un poโ€™, se potete (e se stappate, invitateci!).
Valutazione: 98/100. Prezzo 180 euro

Clos du Mesnil 2003 - Krug
Tutto chiaro: la scommessa grossa รจ la Grande Cuvรฉe. รˆ lรฌ che si fanno i giochi. Col Mesnil, invece, si sta dentro quello spot dal claim: โ€œTi piace vincere facileโ€. E che questa sia lโ€™etichetta meno controvertibile (e in questo senso facile) รจ lo stesso Olivier Krug, marchio vivente della casa, a premetterlo. Anche se poi un millesimo come il 2003, che giร  ha richiesto soluzioni ardite ad altri super prestige, tanto piรน puรฒ creare rischi se si parla di vino da singolo, misurato vigneto, di cui per di piรน va sacrificato per legge (trasformato in rรฉserve) il 20% del prodotto. Anche stavolta, perรฒ, lo Chardonnay dorato e hit di casa Krug fa il suo. In modo piรน aperto, disteso e easy (non in senso riduttivo, ma di impatto meno tagliente) che altre annate: ma con un sorso ricco di luce e di finezza, giร  lussurioso (in anticipo sui tempi soliti), ma anche ultra fine e bilanciato.
Valutazione: 95/100. Prezzo 1.000 euro

N.P.U. 1999 - Bruno Paillard
Ascoltare Bruno Paillard raccontare la sua N.P.U., la bottiglia dellโ€™ambizione, corona al lavoro paziente e sapiente con cui questa โ€œgiovaneโ€ casa ha polverizzato, piรน che bruciato, le tappe, spiega davvero tante cose. Del personaggio e del suo mondo. Poi, il calice fa il resto. Un calice diverso dalla rocciosa, impenetrabile edizione 1996. Per questo 1999 lโ€™approccio รจ diverso. Il vino ha mano e stoffa dโ€™altro tono. Certo piรน distesa, modulata dalle sue origini (รจ concepito in barrique), educata e arricchita di complessitร  da ben 144 mesi sui lieviti, che fanno la differenza. Aggiungeteci un dosaggio minimo (4 grammi) e il tempo ormai giusto dalla sboccatura: e avrete uno Champagne puro, di spessore e classe, con toni distinti di tabacco e spezia, da usare davvero a piena tavola; o, se preferite, solo per festeggiarvi.
Valutazione: 94/100. Prezzo 200 euro

Cuvรฉe Charlie 1985 Oenotheque - Charles Heidsieck
Sullโ€™etichetta avrebbero potuto scrivere: โ€œfinalmente!โ€, la parola giusta per salutare, da parte dei veri fan, il rilascio in Italia delle magiche bocce dโ€™etร  dalle crayeres maison. Unโ€™operazione che รจ un successo del distributore Guido Folonari, spingitore dellโ€™impresa. E che ha nei due 1985 riediti, il Charlie e il Millenaires, le sue punte. Di misura abbiamo scelto il primo, ultimo della serie โ€œCharlieโ€ dedicata al funambolico fondatore, viveur, business man, pioniere del mercato americano e (forse) agente segreto, con tanto di serie tivรน Usa eponima e Hugh Grant nella parte. Trentโ€™anni quasi, e forma smagliante: nitidezza, profonditร , sostanza, funghi e nocciole, miele, erbe aromatiche, ma anche spiazzanti nuance iodate. Finale sapido e vivido. Chapeau Charlie!
Valutazione: 94/100. Prezzo 400 euro ca.

Cave Privรฉe 1982 - Veuve Cliquot
In casa, hanno tesori nel caveau. Il blasone รจ quel che รจ, la storia pure. E questo 1982 โ€œsecond lifeโ€ (lโ€™annata che tutti i vignaioli vorrebbero: qualitร  e abbondanza, e un cero al santo patrono) la storia la racconta bene. Pinot 66%, Chardonnay 34%, basso dosaggio (sotto 5 grammi), per una volta questo Champagne รจ davvero come una donna bella e vera. Nessuna menzogna sullโ€™etร , e tutto il fascino di chi ha vissuto una vita ricca, gloriosa, traboccante di pienezza da condividere. Che qui, sul fronte gusto, vive dei contrasti tra morbidezza e note saline, i souvenir nocciolati e lโ€™esoticitร  della frutta candita. Il finale รจ francamente tostato, un โ€œgout anglaisโ€, ma di gran razza.
Valutazione: 94/100. Prezzo370 euro

Cuvรฉe n. 733 Dรฉgorgement Tardif - Jacquesson
Poco da dire: quando il duo Chiquet si muoveโ€ฆ La loro mossa 2014 si chiama 733. โ€œMa come? Giร  uscita?โ€, direte voi. Sรฌ, ma ora rieccola, dopo 7 anni di lieviti, apripista della nuova politica del super duo: rilascio, cioรจ, con sboccatura ritardata dei sens annรฉe numerati della casa. E addio ai millesimati classici, tranne i soli celebri Lieux-dits. Al 52% di Chardonnay, 24% e 24% di Noir e Meunier, questa Cuvรฉe (base 2005, apporti 2004 e 2001) apre le nuove danze alla grande. Solida, quasi reticente al primissimo tocco, si fa rapidamente empatica nel calice (voi non umiliatela con temperature polari e asfittici bicchieri-ditale!) aprendosi su nuance agrumate e fruttate ampie e insieme cristalline, per chiudere poi su toni di tabacco e frutta secca finissimi.
Valutazione: 92/100. Prezzo95 euro

Grande Cuvรฉe 2002 - Alain Thienot
Della (bella) famiglia di Champagne di casa Balan questo per noi รจ sempre stato quello โ€œperbeneโ€. Compรฌto, ammodo, irreprensibile. Ma a cui abbiamo spesso preferito la piรน fantasiosa anima ballerina ed esploratrice del Pascal Doquet, compagno di scuderia. Stavolta perรฒ questo 2002 va oltre ogni definizione di educazione, o di Champagne pettinato per la festa. Qui si vira schietti sul satrapico. Uno Champagne godurioso, cremoso, ma privo di morbidezze di risulta, generoso di note di forno, sottobosco, frutta esotica e matericitร : tutto tenuto poi in quota e in tensione dalla schiena dritta dellโ€™annata, che gli regala spina agrumata ben in vibrazione. Il piรน riuscito della serie, secondo noi, tra i fratelli degustati.
Valutazione: 91/100. Prezzo120 euro

Cuvรฉe Dom Picard Blanc de Blancs Grand Cru - Collard-Picard
Ci sarebbe stato da scegliere: il teso, tagliente Essentiel, ad esempio, o lโ€™accogliente, ospitale Prรฉstige, come non raccomandarli? Ma nella gamma proposta da Olivier Collard il piรน convincente di tutti, al momento, ci รจ parso questo figliolo degli Chardonnay di Oger e Le Mesnil (le vigne del suocero, direbbero a Roma, essendo proprietร  originaria della famiglia Picard, appunto, cui รจ dedicata lโ€™etichetta): elegante, fermo e fresco insieme, mandorla leggera e ricordi accennati ed equilibratissimi di legno, รจ oggi perfettamente in linea. E puรฒ progredire certo ancora.
Valutazione: 90/100. Prezzo70 euro

Comme Autrefois 2001 - Bedel
In biodinamica dal 1999, cantore convinto del Meunier, base esclusiva per questo e un altro dei suoi vini ma prevalente poi in tutte le cuvรฉe, Bedel, Valle della Marna, ha stile difficilmente confondibile, imperniato su un uso ancestrale del legno in vinificazione (รจ il caso di questo Autrofois, serbato poi in cave da subito con tappo di sughero e lasciato 10 anni sui lieviti a vivere la sua dialettica tra riduzione e finissima ossidazione), e anche gran coraggio. Ne occorreva per proporre un 2001, annata scartata dai piรน e molto difficile. Ma qui lโ€™animositร  รจ sorretta dai fatti. Che parlano di un vino boisรฉ ma con classe, e generoso di frutta matura, con una ricca, corposa arancia in primo piano e morbide spezie a seguire.
Valutazione: 89/100. Prezzo90 euro

Efflorescence Extra Brut - Marie-Courtin
Una piccola azienda della Cote des Bars (Pinot Nero), oggi condotta da Dominique Moreau, che ne perpetua la tradizione femminile, ma dirige la rotta verso approdi nuovi. Dal 2005 la scelta รจ: biodinamica, vini monovitigno e di singola annata, assecondamento fedele della qualitร  dei suoli, sfacciatamente calcarei, e doppia linea: con o senza SO2. Ci perdonerร  lโ€™ala talebana del movimento, quella che mangia magari conserve varie e insalate (purchรฉ bio) in atmosfera modificata (cose spesso solfite) ma poi sviene se le si propone un calice toccato dal โ€œdemonioโ€: noi perรฒ abbiamo preferito lโ€™Efflorescence, blanc de noirs extra brut solfitato, bocca seria, appena rustica (come da programma), corposa, ma ben piรน coerente e fine del confratello vergine. Una bella scoperta per chi non conosca giร  lโ€™etichetta.
Valutazione: 88/100. Prezzo48 euro

Lโ€™Apotre - David Lรฉclapart
Tre ettari comprati sulla Montagne de Reims, zona di Pinot Noir, in uno dei rari spot serbati in zona per lo Chardonnay. Un modo come tanti per dire subito che si viaggia, alla De Andrรฉ, in direzione ostinata e contraria. Tutto il resto (biodinamica, lieviti solo autoctoni, no dosage, legni, vini tutti monovitigno e non millesimati, ma da uve di unica vendemmia) va di conserva. รˆ il mood Leclapart: di cui lโ€™Apotre รจ โ€“ vedi nome - il piรน alto portavoce. Figlio di singola vigna (del 1946), basato sulla non splendida vendemmia 2007, questo blanc de blancs si giova perรฒ della miglior riuscita dello Chardonnay rispetto ai Pinot dโ€™annata. Ed รจ serio, dritto, ma anche fuso dalla malolattica fatta in barrique, robusto e speziato. Bianco da carne biancaโ€ฆ
Valutazione: 88/100. Prezzo110 euro

R & L Legras Grand Cru Brut
Rango delle uve alto e certificato; e tutto Chardonnay, come si conviene a gente di Chouilly, piena Cote des Blancs. Ma lo stile non รจ di quelli aguzzi, tensione e lama dโ€™acciaio: ci sono invece meletta amabile, fiori gialli e toni mandorlati. La ricerca qui รจ per un vino che abbia insieme grazia e accoglienza, piรน gastronomico di vari cugini meno aperti allโ€™approccio, e che gioca nella dimensione trasversale, e non solo nella verticalitร , una parte del suo fascino. Ha dalla sua poi altri due atout: il prezzo, che per un Grand Cru รจ tuttโ€™altro che irragionevole, e la coccarda di essere oggi lo Champagne dโ€™entrata di casa Pinchiorri. Un posto, cioรจ, dove di vino qualcosina sannoโ€ฆ
Valutazione: 88/100. Prezzo45 euro

Brut Premier - Louis Roederer
Una sicurezza? Massรฌ, una sicurezza. Di quelle vere, che fanno piacere. Per il blasone della casa. Tanto piรน che adesso anche il fratello piรน ricco (il Cristall) nellโ€™ultima edizione, la prima nata dopo lโ€™inizio di conversione in vigna, sembra tornato a fasti piรน scintillanti e, soprattutto, scattanti. Questo Premier, due terzi Pinot Noir e il resto Chardonnay, ti accoglie nel suo mondo forse con un filo in meno di tensione rispetto a quel che ti aspetteresti. Ma poi la nota elegante di fiori bianchi e quella di mela matura si fondono in bella armonia, aprendo a un finale appena tostato e con rimandi di erbe aromatiche e frutta, esotica perรฒ stavolta. PS chi puรฒ, si permetta lโ€™edizione in magnum. รˆ piรน che mai quella idealeโ€ฆ
Valutazione: 88/100. Prezzo45 euro

Special Cuvรฉe - Bollinger
Per i super devoti, quelli per cui lo stile Bollinger รจ una fede, meglio forse rivolgersi allโ€™altro sportello: la Grande Annรฉe 2004, solido e โ€œbollingerosoโ€ quanto basta ad appagarne gli istinti. Per tutti gli altri invece, ecco lโ€™occasione per un approccio diverso con un classico. Che, diciamolo, รจ in piena fase di restyling. Meno grosso, largo e inglese, il prodotto oggi in uscita ha palese voglia di trasversalitร . Dice la sua sempre con la soliditร  del 65% di Pinot Noir (25% Chardonnay e 15% Meunier) della casa, ma lo fa con una levitร  e una delicatezza inedite, bilanciandosi leggero tra toni di frutta fresca e spezie. Litigherร  forse con qualche vecchio amante, ma guadagnerร  certo molti nuovi tifosi.
Valutazione: 87/100. Prezzo55 euro

a cura di Antonio Paolini
Per leggere Bollicine per le feste: questโ€™anno si brinda italiano con gli spumanti Tre Bicchieri clicca qui

Articolo uscito sul numero di Dicembre 2014 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui

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