Intervista a Marco Simonit: l'italiano che insegnò a potare ai francesi

19 Apr 2013, 15:54 | a cura di

Cosa ci fa un italiano, con scarponi ai piedi e forbici in mano, chino sui vigneti dei più importanti Chateaux francesi? No, non va a carpire i segreti della viticoltura francese per portarli in Italia. Al contrario, è lì per insegnare l'art de la taille - l'arte della potatura - ai cugini d'Oltralpe. Difficile da c

redere? No, se l'uomo in questione è Marco Simonit, il trainer friulano del vigneto che in Italia, insieme alla sua squadra dei Preparatori d'Uva, ha già fatto storia. Il suo credo professionale parte da un concetto molto semplice: la pianta è come il corpo umano, se sta bene produce bene e vive più a lungo. Che tradotto nella pratica significa favorire la ramificazione e praticare tagli poco invasivi per rendere la vite meno vulnerabile ai patogeni. L'ultima cantina in ordine di tempo ad avergli affidato le sue vigne è Champagne Louis Roederer: la storica maison francese di Reims ha chiamato il gruppo italiano anche in altre tre sue prestigiose aziende, Chateau Pichon Longueville Comtesse de Lalande nella zona di Bordeaux, Domaines Ott in Provenza, e Ramos Pinto nella regione del Douro in Portogallo.

 

 

Ma come ha fatto un italiano a conquistare la Francia proprio in un campo così dibattuto come quello del vino? “Tutto iniziò due anni fa ad un simposio sull'enologia a Bolzano dove parlai del nostro metodo di potatura” racconta Simonit. “Tra i relatori c'era anche il professor Denis Dubourdieu direttore dell’ISVV, l'Istitut des Sciences de la vigne et du vin dell’Università di Bordeaux che a fine incontro venne a chiedere maggiori informazioni perché da tempo cercava una soluzione per il deperimento delle vite e le malattie del legno, mal dell'esca e eutipiosi in primis. Mi chiese di visitare le sue vigne (tre tenute nel bordolese) e così varcai i confini”. Il resto è storia più recente. Il professor Dubourdieu, capendo l'importanza della formazione, invita Simonit&C. all'Università di Bordeaux e immediatamente le richieste di consulenza iniziano a fioccare, insieme ai contratti. “Sono convinto che bisogna portare l’attenzione sulla prevenzione visto che attualmente non esistono rimedi veramente efficaci per contrastare le malattie del legno”, spiega il direttore Dubourdieu, “la prevenzione inizia da una corretta potatura e dalla formazione del personale”. Et voila. I preparatori conquistano la Francia e non solo: attualmente le loro bandierine sono ben piantate anche in Austria, Germania, Svizzera, Spagna e Portogallo.

Non riusciamo ancora crederci”, dice Simonit, senza nascondere un moto d'orgoglio nazionale: “siamo arrivati a Bordeaux, l'ombelico del mondo del vino, e sono le stesse aziende a cercarci. Ma non sempre le cose sono state facili: se è vero che i direttori ci ingaggiavano e credevano in noi, il resto dello staff era sempre un po' restio. Pourquoi les Italiens?, dicevano. Abbiamo dovuto conquistare la fiducia sul campo e... parlando esclusivamente in francese! Hanno capito che facevamo sul serio al momento delle cosiddette autopsie delle piante: una pratica che consiste nell'estirpare alcune viti asintomatiche per poi sezionarle e capire come intervenire sul resto del vigneto. In questo chiediamo aiuto ai falegnami locali: ormai tutti quelli di Bordeaux sanno molto bene chi siamo”. Un lavoro step by step, a volte un po' originale, in cui conta soprattutto istruire e formare chi poi andrà quotidianamente a occuparsi delle piante. “La formazione in campagna, al contrario di quella in cantina è un campo in cui si è investito poco”, osserva il preparatore d'uva “E in questo tutto il mondo è Paese, l'Italia come la Francia”.

Quello in cui invece le differenze ci sono e si vedono è l'approccio al lavoro dei francesi, il senso di responsabilità. Come racconta Simonit: “Ho trovato molta professionalità e accortezza. Il vigneto è considerato alla pari di un essere umano di cui prendersi cura, c'è una sensibilità vicina al nostro metodo: si pensi che ci sono vigneti potati dalla stessa persona da oltre 30 anni. In queste condizioni, il nostro lavoro diventa più semplice perché si sa esattamente a chi far riferimento per ogni singolo ceppo. Stessa professionalità che contraddistingue i vertici aziendali: ci ha molto sorpreso che ai nostri corsi, anche e alle 7 di mattina e sotto la neve, fossero presenti i direttori degli Chateaux. E la cura per le piante si rispecchia anche in quella per le persone. Sapete cosa si fa prima di iniziare il lavoro? Ginnastica propedeutica per prevenire i problemi di postura dei dipendenti. Il tutto con fisioterapisti ingaggiati dagli stessi Chateaux”. Insomma c'est la France.

 

 

AZIENDE CHE STANNO APPLICANDO METODO SIMONIT&SIRCH IN FRANCIA
Domaines Denis Dubourdieu - Bordeaux
Chateau Haut Bailly - Bordeaux
Chateau La Tour Martillac - Bordeaux
Domaine de Chevalier - Bordeaux
Chateau Couhins Inra - Bordeaux
Chateau Giscours - Bordeaux
Chateau du Tertre - Bordeaux
Gruppo Roederer:
Chateau Pichon Longueville Comtesse de Lalande (Pauillac)
Domaines Ott (Provenza)
Champagne Louis Roederer (Champagne)

 

a cura di Loredana Sottile
19/04/2013

 

 

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 18 aprile 2013. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.

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