La Cantina Due Palme e il suo storico presidente. Intervista ad Angelo Maci

9 Gen 2017, 14:30 | a cura di

Una cantina cooperativa da più di 1000 soci e un presidente di lungo corso: Angelo Maci. Ecco l'intervista all'uomo che guida da quasi 30 anni la più grande azienda cooperativa della regione Puglia.

Alla base del successo enologico di cantine Due Palme c’è la coesione di un gruppo di soci e la presenza costante di un capitano di vascello che dal 1989 non ha mai abbandonato la propria nave. È Angelo Maci che, sin dalla fondazione di questa grande cooperativa di Cellino San Marco, guida l’azienda nel rispetto della tradizione e della salvaguardia della viticoltura ad alberello pugliese.

Angelo Maci

Angelo Maci e la cantina cooperativa Due Palme

Oggi Due Palme conta più di 1000 soci per un totale di 2500 ettari vitati e una produzione annua di circa 10 milioni di bottiglie che ben rappresentano le principali denominazioni Squinzano, Brindisi e Salice Salentino. Approvato il 27° bilancio, il consiglio di amministrazione composto dai soci di cantine Due Palme riunitasi a inizio dicembre ha riconfermato il ruolo di AngeloMaci.Un segno di continuità e di fiducia nei confronti di un presidente che, grazie alla collaborazione e alla stabilità produttiva dei soci, è riuscito a chiudere l’anno 2016 con una serie di buone notizie. Angelo Maci ci racconta la sua avventura al comando dell’azienda e gli obiettivi raggiunti nel 2016.

 

Cantine due Palme è la più grande azienda cooperativa della regione Puglia che ha deciso di proseguire con l'era Maci approvando il bilancio di esercizio 2015-2016 e conferendole l'assegnazione del ruolo di Presidente. Come ha accolto la notizia?

È come la prima volta. Ogni volta è una prima volta. Ero pronto a non accettare più questo impegno. Dopo tutti questi anni avrei voluto dedicarmi ad altro, magari iniziare una meritata pensione, ma non mi è stato possibile. I miei soci mi vogliono ancora alla guida di Due Palme ed è stato molto emozionante ricevere ancora, con la stessa forza, queste conferme di stima e affetto. Quindi grande gioia e un sempre maggiore senso di responsabilità. Se guardo indietro, a 27 anni fa, mi vengono i brividi a pensare a come abbiamo iniziato e a dove siamo arrivati. Ma l’emozione dura un attimo: proprio per quello che è stato costruito oggi c’è un forte senso di responsabilità, perché cresce l’aspettativa dei soci, crescono le attese dei mercati, aumenta il raggio d’azione commerciale della cooperativa.

 

Come eravate all'inizio di questa avventura enologica?

Ricordare come eravamo è un tuffo nel passato. Quando, in una piccola cantina, con Assunta - all’epoca oltre che direttore generale anche mia moglie - eravamo costretti a fare tutto, finanche chiudere i cartoni come richiedeva la burocrazia inglese. Ricordo le notti trascorse in auto in direzione di Verona dove partecipavo alla borsa merci, per poi tornare di corsa giù in Salento per proseguire il lavoro in vigna e in cantina. Ricordo quando di notte Assunta metteva le cuffiette nelle orecchie per studiare l’inglese e potersi confrontare direttamente e al meglio con i nostri importatori a livello internazionale. Ricordo i sacrifici che ci hanno fatto crescere e che hanno inevitabilmente segnato il percorso dell’azienda.

 

E attualmente?

Oggi certifichiamo un bilancio a più zeri, abbiamo una squadra di 60 collaboratori, trasformiamo quintali di uve, ci confrontiamo con i mercati mondiali, ma è sempre vivo in ciascuno di noi l’amore indiscusso e mai modificato per la nostra terra. Sappiamo da dove veniamo e proviamo tutti un grande rispetto e un grande amore per il Salento, che con orgoglio portiamo in ogni angolo del pianeta.

 

Quanto ha influito la vostra presenza per la crescita del territorio?

È fuori dubbio che Due Palme abbia un’incidenza positiva sul territorio, sia da un punto di vista economico, sia culturale. Sì, perché se parliamo dell’esperienza della cooperativa come noi siamo abituati a viverla ogni giorno, facciamo cultura della vite, in campagna e in sala Selvarossa dove ci riuniamo. Abbiamo l’opportunità di far coesistere tanti soci ciascuno con il suo bagaglio di ettari e vitigni autoctoni. Da soli, probabilmente, non avrebbero avuto la forza e la capacità di affrontare il mercato. Insieme invece siamo una forza. Per noi il socio è il centro del nostro universo e non è soltanto un numero, ma è un valore aggiunto ed è parte di un meccanismo umano e commerciale che ha un peso specifico sempre più importante.

 

Con quali novità avete chiuso l'anno?

Una su tutte è sicuramente l’attività di rebranding dell’intera linea di etichette di Due Palme. Siamo partiti dal naming. Abbiamo eliminato la parola Cantine, puntando esclusivamente sul nome Due Palme che racchiude la storia, la filosofia aziendale e che è immediatamente riconoscibile sia dal consumatore italiano sia da quello straniero. Poi abbiamo fatto un lavoro di restyling di tutte le nostre etichette, facendo salvi i capisaldi della nostra comunicazione, ma applicando interventi di elegante rivisitazione dell’immagine. Siamo davvero molto soddisfatti.

 

Sulla base dei dati Istat 2016, emerge che le bollicine made in Italy stappate in Francia sono triplicate. Indice che conferma un interesse crescente nei nostri vini. Oggi a proporre le bollicine c'è anche il sud, in particolare la Puglia. Come nasce questo interesse in una terra vocata in particolare ai vini rossi e rosati?

Noi siamo terra del Negroamaro, che è un vitigno versatile e dinamico. Da questo vitigno otteniamo grandi rossi, grandi rosati e negli ultimi anni grandi bollicine. Il nostro Melarosada ormai sette anni ha consolidato il suo ruolo sul mercato, un metodo charmat spumantizzato rosé molto amato dai consumatori; questo successo ci ha convinti a provare la spumantizzazione in bianco, con Amaluna, quello che amiamo chiamare il nostro blanc de noir. I numeri ottenuti ci hanno dato ragione e abbiamo intenzione di puntare sempre più sul mercato della spumantistica.

 

La regione Puglia ha messo a bando dei finanziamenti tesi al sostegno delle imprese per la realizzazione di impianti di spumantizzazione. L'iniziativa com’è stata accolta dalle diverse cantine e quanti hanno risposto positivamente?

Negli ultimi 10 anni abbiamo investito più o meno 20 milioni di euro grazie ai finanziamenti europei per il tramite della Regione. PSR (Programma di Sviluppo Rurale), OCM (Contributi a fondo perduto dell'Unione Europea per le cantine e il rimpianto delle viti), PIA (programmi Integrati di Agevolazione) non sono soltanto sigle ma vere e proprie opportunità che la regione Puglia soprattutto nell’era Vendola - Stefàno ha messo a disposizione delle aziende. Oggi i criteri sono molto meno interessanti per chi vuole fare vera programmazione, ma proprio grazie a un finanziamento regionale abbiamo realizzato il nostro impianto di spumantizzazione all’interno della cantina di Cellino San Marco. Non mandiamo più i nostri vini al nord, ma oggi chiudiamo la filiera degli spumanti in azienda con un incremento della qualità e della produzione.

 

In particolare a Cellino San Marco è stato attivato quest'anno il primo impianto di spumantizzazione del Salento ed è nato Amaluna. Come ha risposto il mercato a questo nuovo prodotto? Quali i paesi che oltreconfine ne hanno fatto richiesta?

In soli 8 mesi abbiamo venduto più di 100mila bottiglie. Abbiamo realizzato una versione dry e una extra dry, una versione destinata al super horeca con un packaging davvero accattivante e perfettamente in sintonia con le aspettative dei consumatori, anche dei più giovani ai quali abbiamo l’obbligo di proporre e raccontare un consumo responsabile e consapevole.

 

Progetti futuri?

Come sempre tanti e su più fronti. Stiamo rimettendo mani a un vecchio sogno e forse, chissà, il 2017 ci vedrà pronti per la sua realizzazione. Ma è prematuro svelarne i dettagli.

 

Cantine Due Palme soc. coop. Agricola | Cellino San Marco (BR) | Via San Marco, 130 | tel. 0831 617865 | http://www.cantineduepalme.it

 

 

a cura di Stefania Annese

 
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