Le migliori bollicine francesi in Italia

17 Nov 2011, 15:53 | a cura di

Togliere il velo al mondo dello champagne, raccontarne la storia, i tempi e le sue infinite sfaccettature nel bicchiere. E’ uscita in libreria Grandi Champagne 2012, una guida alle migliori bollicine francesi in Italia. Protagoniste oltre 220 etichette commenta

te, analizzate e messe a nudo con valutazioni espresse in centesimi.

 

Il nuovo progetto è figlio di una squadra affiatata: il curatore è Alberto Lupetti, coadiuvato da Alessandro Scorsone (noto Sommelier), Federico Angelini (Imprenditore), Luca Boccoli (Ristorante Settembrini), Daniele Tagliaferri (Enoteca Achilli al Parlamento), con l’aggiunta di un palato femminile, Sara Vani. Per l’occasione hanno fondato l’Associazione Trois Cépages che ha appunto editato la prima edizione.

 

Entriamo nel dettaglio. Per agevolare la lettura è stata rivoluzionata la suddivisione: non per maison o tipologia, bensì secondo categorie di fruizione tra le quali aperitivo, pasto, puro piacere, a evidenziare il carattere anche edonistico della parola francese più nota al mondo dopo Paris – e la selezione conclusiva dei miti.

 

Il linguaggio utilizzato è accessibile almeno quanto il prezzo di copertina (12,50 euro), ricco di approfondimenti storici, spunti di riflessione sullo champagne che verrà, interviste agli chef de caves. Poi glossari, aneddoti e abbinamenti: sfatato il matrimonio con il caviale, vincono Parmigiano-Reggiano, pesci, carni (soprattutto in presenza di pinot meunier e pinot nero), salumi. Non occorre cercare lontano per garantirsi uno spicchio di felicità: quale accostamento migliore se non della pizza bianca fragrante colma di mortadella?

 

Schede dei vini. Sul gradino più alto troviamo un monumento: il Dom Pierre Pérignon Oenoteque 1996, seguito a ruota da un'altra cuvée che fa sognare solo nominandola, Bollinger RD 1997.  Ma i punteggi sono solo la punta di un grande lavoro di ricerca per raccontare e rendere alla portata di tutti la magia dello champagne, lo stile della maison, l’aderenza al terroir e al millesimo (tra gli ultimi emergono molto bene il 2002 e il 2004).

 

Sono segnalati anche tanti produttori meno noti e cuvée più accessibili, da Vilmart a Georges Laval e Bedel; prodotti base eccezionali - si pensi a Roederer o Fleury – e tanti altri campioni tra i 200 produttori di Champagne importati stabilmente in Italia. Scelte di cuore come Jacquesson o Selosse, prime assolute come Krug 2000.

 

Freschezza, complessità, eleganza: è la celebrazione della versatilità del vino più amato al mondo. Lo spirito non è quello della squadra di tecnici, ma quello di un gruppo di amici - e di esperti - che non hanno paura di sbilanciarsi e di mettersi in gioco: lo champagne è soprattutto piacere e condivisione. E una parola capace di far sorgere un sorriso sui volti della gente.

 

 

Lorenzo Ruggeri

17/11/2011

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