Le nuove annate dei vini Heres

8 Mar 2012, 10:41 | a cura di

“Sarà un’opera dell’artista Giuseppe Gallo a simboleggiare la comunicazione della Heres nei prossimi mesi, così come altre l’hanno fatto in passato. Per tutte è stata ed è preziosa la collaborazione nella

selezione di Giuseppe Calabresi”.

 

Le parole di Cesare Turini, fondatore di questa originale società di servizi in campo vinicolo, servono a inquadrare il senso più intimo della Heres, oltre che a segnare una sostanziale discontinuità rispetto a quello che passa il convento nel settore della vendita di vino in Italia. Una società diversa, insomma, che mette al centro un portafoglio “ragionato” di aziende medio – piccole e una strategia innovativa, capace di svilupparsi e modularsi in maniera dinamica, al passo coi tempi.

 

Ecco perché non ci siamo lasciati sfuggire la consueta degustazione delle nuove annate dei vini Heres, quest’anno ospitata nel suggestivo Ex 3, uno degli spazi di arte contemporanea più noti di Firenze. Ma le novità non si sono fermate alla location, anche il portafoglio dei prodotti è stato rimpinguato con alcuni pezzi da novanta. Dopo il clamoroso ingresso di Gianfranco Soldera dello scorso anno, ecco comparire nel catalogo aziende del calibro di Pol Roger (Champagne), Tenuta di Biserno e Campo di Sasso (firme bolgheresi della famiglia Antinori), Hauner (azienda regina nella vinificazione della Malvasia delle Isole Eolie).

 

E veniamo alla ricognizione fatta sui vini, ovvero agli assaggi che ci siamo concessi tra i banchi affollati dei produttori presenti.
Niente di sistematico, per carità, semmai un modo informale per provare qualcosa di nuovo o per il riassaggio di bottiglie già stappate in passato, magari durante le degustazioni dell’ultima edizione di Vini d’Italia.

 

Cominciamo con uno splendido Nebbiolo Perbacco 2008 di Vietti, che ci permettiamo di consigliare “a casse” a tutti coloro che hanno un’enoteca, un ristorante o un wine bar. Un piccolo “Barolo” dal prezzo invidiabile, ma soprattutto un vino splendido e di gran beva, ricamato su profumi di marasca, pepe e cuoio, prima di prendere la via della purezza balsamica; centrato in una bocca croccante, setosa, lunga nei ricordi di fiori secchi e chiodi di garofano.

Bella la mini verticale di Le Piane. Il Boca 2007 ha un tocco etereo sopra le note di ciliegie e gelsi neri, il 2006 si conferma cavallo di razza con le sue inconfondibili note ferrose e di arancia, il Campo delle Piane 1990 è fascinoso ma piuttosto evoluto mentre il 1985 appare decisamente in forma, sapido e godibile.     

 

Veniamo alla Toscana con un golosissimo Rosso di Montalcino Siro Pacenti 2010, sempre sugli scudi con i proverbiali richiami di ciliegia fresca ed erbe officinali. La giusta introduzione per due capolavori assoluti come il Montevertine e Il Pergole Torte, entrambi 2009 di Montevertine. Più aperto e gustoso il primo, che danza sulle sensazioni di piccoli frutti di bosco ed elicrisio, ancora ritratto il secondo (come deve essere), dal fascino irresistibile, imperturbabile e serrato (ma compito e leggibile vista l’annata non certo fredda). Bello il syrah Il Bosco 2008 dei Tenimenti D’Alessandro, cambiando totalmente mondo. Ha un profilo di mirtilli, gelsi, spezie e legni affumicati, mentre il palato è fitto e avvolgente. Da Cortona ad Arezzo, il consiglio è di prestare attenzione al Torriore 2009 di Galatrona, teso e verticale quanto fine e saporito. Il passaggio a Le Macchiole conferma la levatura dei vini di Cinzia Merli. Rispetto all’estate scorsa è il Messorio 2008 a mostrare la crescita più consistente. Sarà perfetto, sarà un merlot… ma quanto è buono!    

 

Il pieno di colore e tannini obbliga alla chiusura con lo Champagne. Pol Roger, dicevamo. Serve aggiungere altro?    

 

 

Antonio Boco

08/03/2012

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