Montalcino che cambia. Vol 4. Non solo stranieri. L'investimento della famiglia Cecchi

21 Ago 2018, 11:00 | a cura di

Il Brunello continua a fare gola agli investitori. Ma, dopo tante compravendite straniere, l'ultimo colpo รจ stato messo a segno da un'azienda toscana che - giร  presente nel Chianti Classico, in Maremma e a San Gimignano - adesso ha deciso di scommettere su questa zona. L'intervista al direttore generale Leonardo Raspini.

 

Da qualche mese la casa vinicola Cecchi, con sede a Castellina in Chianti, ha acquistato, per un importo non dichiarato, un podere di 8 ettari a Montalcino di cui 6 giร  vitati (3 di Brunello, 1,5 di Rosso di Montalcino e 1,5 di Sant'Antimo). Di fatto รจ stata la prima, in ordine di tempo, azienda โ€œitaliana e toscanaโ€ a fare questo passo, dopo una lunga serie di cessioni a stranieri (Biondi Santi ai francesi, Poggio Antico ai belgi, Cerbaiona agli americani, Poderi Brizio agli argentini, ecc.), che abbiamo raccontato nei mesi scorsi. Una tendenza, quella della compravendita di cantine montalcinesi, che nei mesi e negli anni a venire, รจ destinata a continuare. Il Brunello sta sempre piรน attirando investitori da tutto il mondo - si stima che per un ettaro il prezzo medio di aggiudicazione sia attorno ai 700 mila euro - e d'altra parte molte aziende nate negli anni Settanta/Ottanta sembrano aver esaurito il loro ciclo vitale e ora i proprietari, impossibilitati a continuare l'attivitร  per vari motivi (finanziari, di turn over, offerte allettanti, ecc.) stanno passando la mano. Montalcino, da questo punto di vista, รจ in pieno cambiamento โ€“ anche nel modo di sentire e vivere il territorio โ€“ che avrร  il suo peso nella gestione del futuro della denominazione.

 

La famiglia Cecchi

La famiglia Cecchi, oggi di proprietร  dei fratelli Andrea e Cesare,sin dalla sua fondazione (1893) รจ conosciuta per la produzione di vini toscani. Attualmente ha proprietร  in Chianti Classico (Villa Cerna e Villa Rosa), San Gimignano (Castello Montauto), Maremma Toscana (Val delle Rose) e Umbria (Tenuta Alzatura), complessivamente la superficie vitata di proprietร , suddivisa tra le varie tenute raggiunge i 300 ettari, cui ora si aggiunge Montalcino che completa il presidio nelle aree piรน prestigiose della regione. L'azienda ha un fatturato consolidato di oltre 30 milioni di euro mentre la produzione รจ di 7 milioni e mezzo di bottiglie, la metร  delle quali sono destinate ad oltre 50 mercati esteri. Proprio nell'anno dei 125 anni dalla fondazione, abbiamo parlato della nuova realtร  montalcinese e dei progetti futuri con il direttore generale, Leonardo Raspini.

 

Negli ultimi anni Cecchi ha fatto delle importanti acquisizioni nelle zone piรน importanti della Toscana, in Maremma, in Chianti Classico e ora da qualche mese, anche Montalcino. Una domanda preliminare, l'azienda si ferma qui o pensa di crescere ancora?

Attualmente siamo in tutte le denominazioni toscane piรน importanti e ora anche nel Brunello. Il nostro obiettivo รจ sempre stato proprio questo: essere presenti nel cuore delle aree piรน prestigiose con una nostra azienda. Con Montalcino perรฒ, almeno al momento, ci fermiamo. L'obiettivo adesso รจ consolidare le nostre posizioni, valorizzando le singole proprietร , investendo in promozione ma soprattutto dedicandoci alla produzione e alla commercializzazione.

 

Quale รจ stata l'idea di fondo che ha guidato l'azienda a investire queste zone?

La famiglia Cecchi ha sempre avuto delle solide basi produttive in Toscana e la logica degli investimenti, in particolare della vecchia generazione, ha puntato ad ampliare e rafforzare questa presenza. Per noi, Val delle Rose in Maremma รจ stato il primo segnale di voler uscire dall'area strettamente chiantigiana e di confrontarsi con il Morellino che allora era agli albori. Il resto รจ stato una conseguenza di questa prima scelta: la Toscana si รจ sempre dimostrata una terra di investimento in grado di funzionare bene.

 

Montalcino come si colloca in questa strategia di investimenti mirati?

Montalcino rientra perfettamente in questo quadro. Dopo tutto il Brunello รจ sempre stato presente nei nostri listini: o come distributori o come imbottigliatori, ma lo abbiamo sempre proposto. Ora, perรฒ, l'impegno cambia sostanzialmente perchรฉ diventiamo produttori diretti. Per noi รจ stata una necessitร  commerciale ma anche di cuore perchรฉ da molti anni eravamo a caccia dell'occasione giusta.

 

Quali erano le vostre richieste, esattamente?

Non volevamo un'azienda qualsiasi: la cercavamo proprio in quell'area specifica, tra Sant'Antimo e San Polo e che quindi subisse l'influenza del Monte Amiata. Insomma, doveva essere un terroir con delle caratteristiche particolari, di posizione, di altitudine e di suoli, da cui ottenere un vino di finezza. Sarร  questo il nostro approccio al Brunello.

 

Ci puรฒ descrivere la nuova azienda montalcinese?

Si tratta di una proprietร  di 8 ettari complessivi di cui 6 di vigneto: 3 ettari di Brunello, 1,5 di Rosso di Montalcino e 1,5 di Sant'Antimo. I tre ettari di Brunello sono situati in parcelle diverse: la prima รจ nella parte piรน alta della valle che finisce a Sant'Antimo; poi c'รจ la vigna Pian Bossolino non molto lontano da San Polo, dai Barbi e a valle dei vigneti Biondi Santi; infine l'ultimo piรน vicino alle aree coperte. In tutto, ci sono circa 1000 metri quadri di fabbricati, cantina compresa, che sarร  possibile utilizzare sin da subito.

 

Quando presenterete il primo Brunello interamente prodotto da Cecchi?

Avendo avuto la possibilitร  di scegliere tra il vino in maturazione abbiamo selezionato una partita dell'annata 2015 che sarร  il nostro primo Brunello: rappresenterร  la memoria dell'azienda e della vigna; la prima vendemmia interamente nostra sarร  la 2018, che sarร  messa in vendita nel 2022. Per ora, anche in base agli accordi con i vecchi proprietari, l'azienda non avrร  un nome specifico. Gli dobbiamo cucire un vestito nuovo.

 

Nella presentazione delle vostre aziende non si parla piรน delle singole proprietร  come fossero uniformi, ma si mettono in evidenza le peculiaritร  del sangiovese nelle diverse parcelle. Siamo di fronte a un cambiamento della cultura produttiva e non solo della comunicazione dell'azienda?

Sรฌ, รจ vero. Anche se anche a Villa Cerna abbiamo sempre messo al centro i vigneti, a Villa Rosa c'era giร  una storia di singoli vigneti piรน definita โ€“ si tratta di cinque diverse unitร  produttive โ€“ quindi sin da subito abbiamo cercato di valorizzare questa impostazione lavorando per capire sempre meglio caratteri e peculiaritร  di ognuno, con analisi geopedologiche molto approfondite, conducibilitร  elettrica dei suoli, ecc. La valorizzazione delle peculiaritร  di ogni singola proprietร  prevede proprio la possibilitร  di creare delle selezioni o dei crus. รˆun'indicazione per il futuro e sarร  naturalmente applicata anche alla nuova azienda di Montalcino e ai tre vigneti che la compongono.

 

A Montalcino รจ sempre esistito un legame molto stretto tra le aziende e il contesto non solo produttivo ma anche sociale. Siete la prima azienda "italiana e toscana" ad acquistare dopo tante cessioni a stranieri. Come pensate di interagire con il territorio?

Parteciperemo attivamente al Consorzio di tutela sia portando la nostra esperienza di produttori presenti anche in altri consorzi, sia mettendoci in rete con le altre aziende produttrici. Sarร  un rapporto propositivo e di collaborazione con una realtร  che ha fatto tantissimo per la valorizzazione ad alti livelli del proprio territorio

 

a cura di Andrea Gabbrielli

 

 

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