Quale vino per la Sicilia? Riflessioni dopo Sicilia en primeur. Vol. 2

1 Giu 2014, 11:00 | a cura di
A conclusione della manifestazione che ha presentato in anteprimai vini siciliani della vendemmia 2013 e le nuove annate delle 35 aziende presenti, tiriamo le somme sui temi affrontati: l'impronta genetica dei vini siciliani, l'Expo 2015, Passitaly a Pantelleria. Ecco la seconda puntata del nostro report di Sicilia en primeur.

Lโ€™impronta genetica dei vini siciliani. Bionat Italia e lโ€™Istituto di Bioscienze e BioRisorse del Cnr di Palermo hanno messo a punto un protocollo scientifico che segna un passo avanti per arrivare alla completa tracciabilitร  dei vini siciliani. Infatti le analisi di laboratorio consentono lโ€™estrazione del Dna e lโ€™identificazione, attraverso tecnologie molecolari, delle sequenze identificative dei vitigni che hanno contribuito a dare vita al vino e quindi a stabilire rispondenza con ciรฒ che viene dichiarato in etichetta. Partners dellโ€™iniziativa le aziende Benanti, Planeta, Settesoli, Bonivini, Saladino, Primavera, Cantine Siciliane Riunite, Graham & Associati. Piรน che un sistema risolutivo โ€“ le possibilitร  di contaminazione nei vari passaggi, dalla spremitura del mosto alla fermentazione sino allโ€™imbottigliamento, sono assai elevate โ€“ รจ sicuramente un deterrente nei confronti di chi in etichetta dichiara, per esempio Nero dโ€™Avola, quando di quellโ€™uva e di quel vino nella bottiglia ci sono solo percentuali irrilevanti ai fini della rivendicazione.

La Sicilia e lโ€™Expo 2015. Al Vinitaly, Stefano Gatti, General manager della Divisione Participants di Expo 2015, aveva dichiarato che โ€œla regione Sicilia giocherร  un ruolo fondamentale nello sviluppo dei temi del cluster del Bio-Mediterraneo. La cura nella preparazione delle pietanze e la qualitร  dei prodotti e delle materie prime alimentari tipiche dellโ€™area mediterranea saranno valorizzate allโ€™interno del cluster in quanto sono elementi comuni alle tradizioni degli importanti Paesi che vi prenderanno parte. Tutti gli spazi a disposizione sono stati assegnatiโ€. I cluster saranno dedicati ad Agricoltura e nutrizione nelle zone aride, Isole, mare e nutrizione, Riso, Cacao, Caffรจ, Frutta e legumi, Cereali e tuberi, Spezie e Bio-Mediterraneo di cui la Sicilia sarร  capofila. Lโ€™aggiudicazione รจ avvenuta con una gara d evidenza pubblica nella quale il progetto presentato dallโ€™assessorato regionale allโ€™Agricoltura รจ risultato vincitore. Oltre alla Sicilia, faranno parte del cluster, Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia e Tunisia.

Dopo il forzato dimissionamento dellโ€™assessore allโ€™agricoltura della Regione Sicilia, Dario Cartabellotta, che aveva ideato il cluster, il progetto si รจ arenato. Successivamente Paolo Reale, il nuovo assessore nominato dalla giunta Crocetta, durante un incontro con gli operatori a Villa Igea a Palermo, aveva annunciato lโ€™intenzione diโ€œnominare Cartabellotta come colui che seguirร  la Sicilia per Expo 2015, in particolare per tutto ciรฒ che riguarda la partecipazione della nostra regione al padiglione biomediterraneo di cui la Sicilia รจ partner del cluster. Sarร  questione di pochi giorni e attiviamo la nomina. Non vogliamo disperdere il patrimonio di competenze sull'argomentoโ€. Era lโ€™8 Maggio scorso. Cartabellotta nel frattempo รจ ritornato allโ€™assessorato in veste di direttore generale del Dipartimento della Pesca. Incontrato a Vulcano in occasione di Sep, ci ha confermato che il decreto di nomina a coordinatore per Sicilia Expo e quindi anche del cluster, che doveva essere questione di pochi giorni. Non รจ ancora stato firmato. Eppure ci sono mille cose da programmare oltre che da costruire: progetti, programmi, contratti, ecc. Complessivamente si tratta di uno spazio di 7.330 metri quadrati, di cui 1.900 dedicati allโ€™area comune. Il progetto prevede la gestione dellโ€™area ristorazione, delle mostre e del market dei prodotti allโ€™interno dellโ€™area comune. La ristorazione verrร  preparata con materie prime siciliane: vino, olio extravergine di oliva, arance rosse, pomodoro di Pachino, formaggi, carni, pesce, pane e dolci saranno protagonisti delle tavole, ma anche del market. Il tempo scorre velocemente e ormai allโ€™Expo manca meno di un anno (sic). Riusciranno i nostri eroiโ€ฆ.ecc. ecc.

Passitaly a Pantelleria. Passitaly รจ una manifestazione dedicata ai vini passitiche si svolgerร  dal 31 agosto al 4 di settembre sullโ€™isola di Pantelleria (Trapani), cuore della produzione dellโ€™omonimo Passito, grazie allโ€™intesa tra il Comune, lโ€™assessorato regionale siciliano allโ€™Agricoltura e Istituto regionale della vite e dellโ€™olio di Sicilia. Durante lโ€™evento sono previste degustazioni, serate di gala e di musica, iniziative culturali, mostre e concorsi. La degustazione tecnica dei passiti sarร  affidata a una giuria composta da 40 esperti tra giornalisti, buyer e operatori del settore. Sarร  anche unโ€™occasione per far conoscere i prodotti e la gastronomia dellโ€™isola, capperi in primis, oltre alle bellezze naturali e paesaggistiche, con il mare e gli splendidi scenari dei terrazzamenti con le viti ad alberello, candidate a diventare Patrimonio mondiale dellโ€™Unesco. โ€œIn un contesto in cui lโ€™architettura del paesaggio agrario รจ unicaโ€ ha affermato Salvatore Gabriele, sindaco di Pantelleria โ€œvogliamo lanciare la scommessa di unโ€™isola che crede nella propria storia, nella propria identitร , nella riscoperta delle autentiche tradizioni e di un prodotto anchโ€™esso unico, come il nostro Passito da uve zibibboโ€. A Passitaly parteciperanno tutti i vini ottenuti dal solo appassimento delle uve, prodotti in tutta Europa e in particolare nel Mediterraneo. La manifestazione avrร  una presentazione ufficiale a Parigi il prossimo 16 giugno.

La Doc Sicilia sta andando avanti bene.ร‚ร‚ย Nel 2013 sono stati certificati quasi 120 mila ettolitri di vino sui quasi 213 mila del totale di tutte le Doc siciliane, pari quindi al 56,3%. Si tratta di quasi 16 milioni di bottiglie etichettate con la denominazione dโ€™origine siciliana. Per quanto riguarda, invece, le varietร  di vino piรน rappresentate tra le certificazioni della Doc Sicilia spiccano i bivarietali Rossi con il 21,94% del totale, seguiti dal Bianco (16,82%) e dal Nero dโ€™Avola (14,91%). Circa i due terzi degli imbottigliamenti certificati (oltre 78 mila ettolitri) sono stati effettuati in Sicilia, mentre un terzo (oltre 41 mila ettolitri) viene imbottigliato fuori dallโ€™Isola. Nel primo caso รจ il Bianco il piรน presente con il 25,63%, seguito dal Nero dโ€™Avola (16,09%) e dal Pinot Grigio (10,15%), mentre per quanto riguarda lโ€™imbottigliato fuori zona di produzione i Bivarietali Rossi la fanno da padrone con il 63,09%, seguiti da Grillo (14,49%) e Nero dโ€™Avola (12,64%). Per lโ€™elezione del nuovo consiglio di amministrazione, la scelta รจ di presente una lista unitaria di tutte le componenti della filiera (cooperative e aziende private, grandi e piccoli produttori, ecc.) proprio per rimarcare la compattezza e la coesione del settore. Candidato in pectore di questo progetto sarร  Antonio Rallo, giร  presidente del CdA. La Sicilia ha ottenuto per la promozione nei paesi terzi quasi 9 mln di euro nel biennio, che la Doc Sicilia dovrร  gestire per lo sviluppo dellโ€™export. I contestatori della denominazione, molto rumorosi, attualmente risultano classificati con lโ€™acronimo โ€œmiaโ€ ovvero missing in action, dispersi in azione.

a cura di Andrea Gabbrielli
In foto i vigneti dellโ€™azienda Barone di Villagrande a Salina

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