Quando la vendemmia combatte la crisi. Lavoro a km 0: ecco il progetto di Coldiretti Brescia

28 Giu 2013, 11:00 | a cura di
Boom di richieste per lavorare tra i filari. L’iniziativa lanciata da Coldiretti Brescia mira a far assumere a tempo determinato migliaia di disoccupati. E si punta a estendere l’iniziativa in tutto il Paese.

Tempo di crisi? Tutti a vendemmiare. Mentre il Governo Letta lancia il suo pacchetto-lavoro puntando sui bonus per i nuovi contratti, il mondo del vino prova a dare risposte concrete. Una sorta di ritorno al futuro che vede nell'agricoltura uno dei pochi campi di approdo ancora disponibili, ripristinando l'antica tradizione di ritrovarsi tra i filari per arrotondare con un lavoretto stagionale.

La proposta – subito diventata operativa – viene da Coldiretti Brescia che ha lanciato il progetto “lavoro a km 0” in collaborazione con la Fai Cisl territoriale e Demetra srl. In cosa consiste? Lo spiega al Gambero Rosso il presidente, Ettore Prandini. “È la prima volta che in Italia si realizza un progetto del genere così come è la prima volta che purtroppo, ci troviamo ad affrontare una crisi tanto profonda. Così i disoccupati senza reddito residenti in uno di 19 comuni della Franciacorta avranno la possibilità di trovare occupazione con regolare contratto per il periodo di vendemmia: da venti giorni a due mesi. E poi chissà… magari la collaborazione potrà continuare anche oltre. Penso al periodo della potatura o a quello della legatura”. Contratti Nazionali del Lavoro a tempo determinato, si intende. Con una paga tra gli 800 e i 900 euro al mese. Superata così anche la fase dei tanto discussi voucher. Per candidarsi bisogna presentare domanda al proprio comune entro il 20 luglio. “Ma già le richieste fioccano” rivela Prandini “in 15 giorni ne sono arrivate ben 700: il 40% di quelli che si sono fatti avanti vengono dal mondo dell’edilizia, settore che in questi anni ha subito una brusca frenata con l’espulsione di migliaia di lavoratori. Il 30% riguarda giovani fra i 18 e i 30 anni che non hanno un’occupazione, mentre la metà delle candidature riguarda famiglie monoreddito. E non ci sorprende, tra i curricula presentati, ritrovare anche diversi laureati”.

Se inizialmente si prevedeva di assumere (l'assunzione in realtà è a carico di Demetra srl) da 450 a 650 persone, adesso si vedrà come assorbire il più alto numero possibile di domande arrivate e che continueranno ad arrivare. Un segnale importante se si pensa che normalmente solo in Franciacorta la vendemmia interessa oltre 4 mila lavoratori stagionali e che negli scorsi anni la maggior parte proveniva dall'estero. Eh sì, perché diciamo la verità, se una volta la vendemmia era considerata una buona occasione da lavoro, da qualche anno è stata relegata a lavoro da lasciare agli extracomunitari. Tanto che nel 2012 la stessa Coldiretti parlava di una vendemmia multietnica salva solo grazie all'impegno di oltre 30 mila lavoratori stranieri. In particolare romeni e polacchi per il Franciacorta e il Prosecco, maghrebini per il Brunello di Montalcino, e macedoni per il Barolo. Adesso però anche l'Italia dei cassaintegrati e disoccupati comincia a capire l'importanza di tornare ai lavori manuali e soprattutto ai lavori che rappresentano la vera risorsa del made in Italy.

Lo dimostra un sondaggio Coldiretti/Swgsecondo cui il 76% dei giovani studenti italiani è disponibile a partecipare alla vendemmia e in generale al lavoro estivo in campagna. E lo dimostrano anche i dati Istat sull'occupazione nel primo trimestre del 2013 secondo cui l'agricoltura è l'unico settore in controtendenza rispetto alla crisi generalizzata con un aumento delle assunzioni dello 0,7%. Ma sulla proposta della Coldiretti non mancano le polemiche. La Flai Cgil grida allo scandalo e boccia l'iniziativa vista come “un modo per portare fuori dalla contrattazione collettiva la fase colturale della vendemmia che sfrutta il bisogno di lavoro, per fini che mortificano chi lo cerca”. Immediata la replica nelle parole di del Segretario generale della Fai Cisl di Brescia, Daniele Cavalleri: “A me l'unica cosa che pare davvero scandalosa è la puerile reazione di organizzazioni che, stando alla finestra, strumentalizzano un accordo che semplicemente vuole dare risposte concrete a chi è alla ricerca di lavoro”.

“Mentre il governo fa i salti mortali per capire come favorire l’occupazione” conclude Prandini “noi stiamo cercando di fare la nostra parte per dare un’opportunità a chi ne ha bisogno. Siamo sicuri che la nostra iniziativa sarà una risposta – certamente piccola – alla crisi, per questo auspichiamo che possa essere adottata anche negli altri distretti vitivinicoli”. E infatti, la proposta è stata quasi subito accolta da Coldiretti Pavia che in questi giorni sta concludendo un accordo con la neonata Uecoop, la nuova centrale Coldiretti di gestione delle cooperative (una quarantina), in modo che siano proprio queste ultime a fare da intermediari tra i disoccupati e le aziende agricole per assumere i nuovi vendemmiatori. E a livello nazionale? Romano Magrini, responsabile lavoro della Coldiretti non esclude altre iniziative simili nel resto del Paese o addirittura qualche proposta a livello nazionale. “Appare chiaro” dice al Gambero Rosso “che molti italiani sono disponibili a tornare al lavoro manuale tra i filari espesso si tratta di cassa integrati. Per cui è giusto andare incontro alle richieste in un momento come questo, pur tenendo presente che si tratta, appunto, di un momento contingente. E in quest'ottica devono essere prese tutte le iniziative con cui si cerca di agevolare l'incontro tra domanda e offerta”.

a cura di Loredana Sottile

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 27 giugno. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.

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