Quello scassone del Timorasso

20 Apr 2012, 17:31 | a cura di

Un buco in pieno centro a Roma, ovvero la Rimessa Roscioli. L'occasione è la verticale di Timorasso dell’azienda Colombera, una tra le realtà più interessanti del tortonese. Pres

enta la serata Elisa Semino proprietaria di quest'azienda che produce solo 60mila bottiglie ogni anno. (nella foto la degustazione). Il protagonista? “Quello scassone del Timorasso”, come lo chiama Elisa, vista la sua conduzione in vigna piuttosto problematica.  “È una pianta che necessita una buona areazione, ma che tende a chiudersi su se stessa. Il rischio della surmaturazione è dietro l'angolo". Siamo lì ad ascoltare.

 

 

Tra una fetta di salame della Val Curone e un pezzo di Montebore. Tra un Derthona  e un Montino, le due versioni di Timorasso prodotte. "Il primo rappresenta il territorio, il secondo lo stile della Colombera", ci racconta Elisa. Il Montino è un single vineyard, mentre nel Derthona confluiscono le uve di tre vigne differenti. Il lavoro sul timorasso è stato un'opera collettiva: è il racconto di un gruppo di produttori capaci autoregolarsi ancor prima della doc (conferita nel 2005), un team con un intento comune, guidati da Walter Massa. "Ha insegnato a tutti noi come trattarlo, è stato un vero maestro". Continuiamo ad ascoltare, il vino è nei i bicchieri. 

 

Derthona 2010: Gran bel millesimo anche nel tortonese. Impianto solido, frutto bianco croccante, con toni di fiori bianchi alternati a sensazioni iodate. Al palato è scattante, reattivo, con una verve minerale davvero dirompente. Finale agrumato che si sviluppa su note di pompelmo, quasi dure, verticali. Chiusura lunga e nervosa. 

 

Derthona 2006:  Un assaggio da ricordare. Leggeri toni d'idrocarburi in apertura. Poi note che spaziano dal frutto tropicale all’erbaceo. Il palato è sorretto da un’ottima acidità, sapidità e tanta grinta. C'è grande tensione ma anche  grazia e armonia. Chiusura lunga ricca di sapore. Nel fiore dei suoi anni: delizioso davvero.

 

Derthona 2005: "Annata problematica", confessa Elisa. Il colore vira verso l’ambra al naso, all'olfatto annotiamo note di frutta molto matura e note ossidative. Figlio di un’annata calda, la stessa Elisa prima di versarlo aveva parlato di “una botta di caldo” presa in vasca, durante la vinificazione. Nel bicchiere ritroviamo le difficoltà in fase di produzione.

 

Derthona 2004: Profilo olfattivo giocato su leggere note d’idrocarburo, pesca gialla, alloro. Profumi evoluti ma in armonia, in un gioco di equilibri che ritroviamo anche al palato. Note di nocciola e mandorla amara su una spina acida ancora ben presente, che ci porta a una chiusura sapida e ben contrastata. 

 

Montino 2009: Bel frutto integro, compatto.  Sensazioni di pesca bianca e foglia di tè. Poi una bocca piena, nitida. Un vino molto giocato sul frutto, ricco di polpa e persistenza; il palato è succoso e avvolgente, ancora un po' contratto. Chiude su delicate sfumature di pepe bianco.

 

Montino 2007: Miele, alloro, zafferano. Note di frutta matura che svariano dall’ albicocca alla pesca. Rispetto alle altre versione si nota un uso del legno più marcato.  Palato ricco, pieno, dalla buona carica glicerica, caldo e persistente. Peccato per un finale  leggermente appesantito dall’alcol.

 

Montino 2006: Idrocarburo all’inizio; poi si apre lentamente su fresche sensazioni di glicine, bianco spino, melone bianco e scorza d’agrumi. Palato di vibrante mineralità per una susseguirsi di note saline, di gesso, pompelmo. Finale puro e profondo, segnato da un acuto sapido di lunghissima intensità e persistenza. 

 

Lorenzo Ruggeri, Piergiorgio Votano

 

Foto: www.sidewine.com

 

23/04/2012

 

 

 

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