Russia, il mercato del vino naviga a vista

20 Gen 2015, 09:45 | a cura di

Dopo il crollo del rublo, quali scenari si profilano sul fronte russo? Le analisi più pessimistiche prevedono in meno di tre mesi il dimezzamento delle importazioni. E già alcuni distributori hanno sospeso le forniture alle catene di vendita al dettaglio.

IL 2014 IN RUSSIA
L’annus horribilis l’abbiamo sepolto, con estrema gioia, qualche giorno fa. Un anno in cui, in Russia, è successo tutto e di più: sanzioni, controsanzioni e, quasi non bastasse, una crisi che ha portato al crollo del rublo. Quanto indotta o voluta non spetta a noi giudicare, che ci occupiamo del mercato alimentare, ma comunque sia il risultato è una martellata nei “gioielli”, come dicono qui. Le previsioni? Sono fosche, non solo per il cambio del rublo sull’euro, ma per l’incertezza del momento: salirà ancora? Si stabilizzerà? Oppure riconquisterà posizioni perdute? I mercati non hanno bisogno di ipotesi, ma di certezze, qualunque esse siano. Il mercato del vino per ora regge, complici anche le feste di fine d’anno, e i maggiori importatori hanno scommesso sull’ottimismo, lasciando i prezzi al cambio di 55-60 sull’euro. Ma nessuno ormai crede che la moneta nazionale si possa rafforzare (infatti ad oggi veleggiamo sui 70 rubli/€) e i listini nuovi del 2015 si stanno preparando con aumenti del 30-50%. Ovviamente si naviga a vista, perché nessuno può prevedere quello che sarà domani: compri oggi per oggi, ma contratti per forniture li chiudi solo in valuta, e nessuno vuol ovviamente correre questo rischio.

IL PREZZO DEL VINO IMPORTATO
In una recentissima intervista al quotidiano russo Izvestia, Svetlana Arsenashvili direttrice di Vintage M (importatrice di vini pregiati, champagne e liquori), ha descritto la dinamica dei prezzi del vino importato in Russia: “Partiamo del costo a noi di una bottiglia di vino europeo che costa franco produttore, per esempio, 5 euro. Dopo il trasporto, il pagamento delle tasse doganali (20% del valore delle merci in euro al cambio attuale), costi di magazzinaggio, etichettatura e connessi, siamo già a 10 euro. Questo senza considerare il ricarico di un negozio o delle catene di supermercati della vendita al dettaglio. All'inizio di quest'anno, 10 euro per noi equivalevano a 450-460 rubli, mentre ora sono pari a circa 750 rubli. A mio avviso, l'aumento del 30% (vale a dire lo scenario più ottimistico) è possibile solo se il potere d'acquisto della popolazione cadrà pesantemente e i distributori assieme alle catene dei supermercati saranno costretti, a loro scapito, a ridurre i margini d’utile.

LE PREVISIONI PER I PROSSIMI MESI
Ritengo comunque che sia molto improbabile per i russi rinunciare agli alcolici di importazione, anche se potrebbero ridurne il consumo” continua Svetlana Arsenashvili e fa una previsione da qui ai prossimi mesi: “Per il vino di alto livello non ci saranno grandissimi problemi. Per quanto riguardo il vino ordinario, il consumatore si limiterà a comprare una bottiglia, ogni tanto”.
Più pessimista il direttore del Centro di ricerca dei mercati federale e regionali degli alcolici (TSIFRRA), Vadim Drobiz, che è convinto che nel primo trimestre di questo anno, quasi un terzo delle imprese di distribuzione che lavorano con i vini e gli alcolici importati, usciranno dal mercato e le importazioni saranno dimezzate. Drobiz ritiene che l'unica cosa positiva dell’aumento significativo dei prezzi degli alcoolici d’importazione, e la conseguente riduzione dei volumi delle loro forniture sul mercato russo, sarà un ulteriore incentivo per i distributori russi di aumentare il volume di acquisti dai produttori russi, in particolare da quelli che saranno in grado di aumentare la produzione. Risponde una nota azienda russa, la Abrau-Durso (famosa soprattutto per i vini spumanti) che ha riferito che già c'è’ la richiesta da parte dei distributori di aumentare i volumi delle forniture, ma la fabbrica non può produrre tanto da poter sostituire le importazioni sempre più costose ed evanescenti. “Siamo di fronte a un aumento massiccio della domanda per i nostri vini, già dall'inizio del III trimestre. Cerchiamo di soddisfare la crescente domanda, quindi la giornata di lavoro per i nostri rappresentanti regionali finisce quasi sempre dopo la mezzanotte!”
Nel frattempo, la scorsa settimana è stato riferito che un certo numero di grossi importatori di alcoolici ha temporaneamente sospeso le forniture alle catene di vendita al dettaglio, a causa dell'incertezza con il tasso di cambio del rublo nei confronti dell'euro e del dollaro. Secondo TSIFRRA in Russia ogni anno vengono importati più di 300 milioni di bottiglie di vino, 60 milioni di bottiglie di champagne e spumante, 40-45 milioni di bottiglie di cognac, e più di 50 milioni di bottiglie di whisky, gin, rum ed altri alcoolici. Ma viste le ultime notizie, lo scenario potrebbe drasticamente cambiare.
 

a cura di Gianguido Breddo

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 15 gennaio.
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