Sguardo d'artista. Vino: la Doc Garda-Colli Mantovani

10 Nov 2014, 12:30 | a cura di
Arduo descrivere un territorio che sembra privo di autonomia vitivinicola, tutto giocato sulla triade cabernet-merlot-chardonnay. Se non fosse che questa mancanza si trasforma in un punto di partenza da cui esprimere visioni divergenti e riletture personali. Vi presentiamo la Doc Garda-Colli Mantovani e l'Alto Mantovano.

"La vite deve soffrire, stremarsi anche nella siccità, allora ti potrà dare il massimo", così spiega Gianfranco Bertagna facendo quattro passi appena fuori dalla sua cantina a Bande di Cavriana, nel cuore dell'anfiteatro collinare che serra a cintura l'estremo sud del Lago di Garda. Durante l'era glaciale l'Artico portò le nevi sempre più giù, fino ad arrivare a quella che oggi è la mitteleuropa. Le sue spire scavarono i laghi glaciali di Ginevra, di Costanza, d'Iseo ed appunto il Benaco, comunemente chiamato Garda. Quest'attività di erosione, da nord verso sud, ha restituito un terreno ricco di pietre, soprattutto granito, marmo e selce che a un primo colpo d'occhio (lo diciamo per i wine-lovers) assomiglia tanto ai campi del Bordeaux (chapeau). Ma qui, l'orizzonte dell'Alto Mantovano, al grande oceano Atlantico sostituisce il piccolo "mare" benacense.

In questo terroir morenico nasce il Garda-Colli Mantovani, piccola e poco esplorata Doc che si estende tra le colline di Solferino, Ponti sul Mincio, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Volta Mantovana e Monzambano: piccoli, splendidi borghi e castelli medioevali contesi dagli Scaligeri e dai Visconti, poi dalla Serenissima, ma che legano la loro identità alla famiglia Gonzaga e al Ducato di Mantova, forse la più "internazionale" fra le Antiche Signorie. Solcato al mezzo dal fiume Mincio, il distretto dei Colli Morenici (o Garda Mantovano) s'affaccia da un lato alle pendici del Monte Baldo e dall'altro guarda la grande Pianura Padana. Con un'altezza compresa tra i 120 e 220 m/s questa zona che privilegia nel suo disciplinare i vitigni bordolesi è oggi una realtà con molto potenziale, che confina e idealmente sintetizza altri importanti consorzi, come Custoza e Bardolino ad est, e Lugana ad ovest. Un laboratorio di esperienze in un ambito geografico, la terra del poeta Virgilio, che riserva molte sorprese (eno)gastronomiche, tradizioni culturali e artistiche. Il Garda-Colli Mantovani è dunque un vino da terra di mezzo, che ha come centro di gravità, la diade cabernet-merlot per i rossi, e lo chardonnay per i bianchi, via via assemblati ad altre varietà ampelologiche. Arduo voler descrivere un territorio che sembra privo di autonomia vitivinicola, ma che fa di questa mancanza un punto privilegiato per esprimere visioni divergenti su prodotti tradizionali. Il terroir morenico così ricco di sassi, è impastato a valle in humus rosso e limoso. Oppure, a monte, in argilla cerulea e povera. Quest'equilibrio minerario e climatico è fonte di vini rossi di grande spessore, che negli anni passati hanno patito la vicinanza geografica di altri prodotti.

Tuttavia l'Alto Mantovano è soprattutto luogo di rilettura e personalizzazione. La continuità concettuale tra i prodotti è tutta giocata sui grandi tannini, caldi e fruttati, rifiutando ogni asperità varietale nell'interpretare il profilo fruttato del merlot, o il vegetale cabernet. In questo la zona dei colli virgiliani ha un occhio rivolto alla tradizione francese, dove l'arte di produrre nasce nel campo, si approfondisce nei fruttai (e qui l'esperienza veronese si fa sentire), ma si conclude con affinamenti in carati allo scopo di ottenere quel tocco succulento che ne caratterizza i vini. Quasi a voler cavar fuori dolcezza dai sassi, sempre presenti sui sentieri delle dolci colline, dove sorgono sparsi boschi d'olmo, frassino, acacia e cerro. Un semplice punto di partenza, quindi, quello del taglio bordolese che la Cantina Bertagna produce con il Monte Volpe Rosso sposandolo alla Corvina, vitigno che ben si coniuga con una filosofia incentrata sulla rotondità, mantenendo equilibrio tra profumi fruttati, spezie nobili, corpo e tannini vellutati. Stessa filosofia per il Rosso del Barone, dove Bertagna propone tutta l'importanza di un cabernet in purezza, esaltando quell'idea di soave corposità, priva di asprezze, ch'è caratteristica del terroir sassoso.

Insomma a differenza dei cugini veneti, la mitezza del lago alternata dai venti freddi e secchi, rende i prodotti della vite assai poco spigolosi, caldi e più portati a esprimere le note di frutta che quelle vegetali. In tal senso, a Volta Mantovana, la Società Agricola Reale, della Famiglia Boselli, con il Vigna del Moro propone un Merlot davvero molto particolare: una vendemmia tardiva distinta che sprigiona tutta la gamma armonica dei frutti blu. Questa forza dei profumi suadente la ritroviamo anche nel loro Sauvignon Crestale, che marca le note aromatiche trasformandole in profumi molto definiti.

Ritroviamo ancora un Sauvignon, Col Fiorì, e ancora il Cabernet, Val di Pietra, in quella ch'è forse la realtà più recente nel panorama collinare, ovvero Tenuta Maddalena. In questo caso la cantina voltese si stacca, senza escluderle, dalle tendenze rotonde proposte dal terroir per una lettura più vegetale ed erbacea, che salutiamo come di ottima personalità.
Taglio varietale, corpo caldo che scalda il petto quello che la Fattoria Colombara di Cesare e Franco Gozzi ha voluto dare a due rossi di punta: Rosso Saline e Vigna Magrini, entrambi provenienti da Olfino, frazione di Monzambano, ormai prossima a Peschiera del Garda, dall'inconfondibile presenza dei cipressi che punteggiano le creste dei pendii. Sono gli stessi, poco distanti, che degradano verso Castellaro Lagusello, patrimonio mondiale dell'umanità tutelato dall'Unesco dove, a breve distanza, c'è la Cantina Ricchi dei F.lli Stefanoni, i quali danno vita a due monovitigni come il Carpino (merlot) e il davvero prezioso Ribot (cabernet), il quale sotto la loro mano assume caratteristiche perfette se si dovesse descrivere il connubio tra il terreno morenico, l'arte della vinificazione e l'equilibrio tonale dei tannini rinchiuso in bottiglia.

Non si pensi alla monotonia comunque, per chi amasse l'enoturismo nei colli di Mantova le sorprese non mancano mai, e proprio quando pensi di aver assaggiato tutto e d'aver compreso un territorio, è allora che t'imbatti in un marzemino in purezza da far invida a molti, come quello di Markus Platter, dell'Azienda Vitivinicola Platter, ma che – neanche a dirlo – è tondo, scalda come le pietre moreniche che accumulano il sole di giorno e restituiscono calore di notte.

Boselli, Gozzi, Stefanoni, Bertagna sono tra i nomi storici della vitivinicultura del Garda – Colli Mantovani, a cui si aggiunge quella ch'è forse la struttura più conosciuta a livello nazionale (e non solo) ovvero La Prendina. La famiglia Piona applicando un'accurata ricerca clonale in fase d'impianto, spinge al massimo le qualità pedoclimatiche gardesane in quel di Monzambano. Se finora abbiamo visto molta produzione che strizza l'occhio alla Francia, possiamo dire, se c'è concesso, che l'identità de La Prendina è molto più rivolta all'esperienza dell'europa centrale, quella dei grandi bianchi. Certo: non scistosi come nella Mosella, ma l'esperimento è riuscito a perfezione sul suolo morenico. L'approccio al monovitigno è sempre frutto di cloni multipli, e questo è un segreto molto importante nella filosofia che porta all'unicità delle annate. Il Sauvignon Valbruna n'è un grande esempio, ma a noi è rimasto impresso il Paroni, riesling in purezza che vorremmo ancora più spinto verso quell'aromaticità tipica varietale, ora invece tutto giocato, con grande personalità, sull'equilibrio e la mineralità.
Decadi e anni sono passati, mode e trend si susseguono, solo il Garda al cupo tramonto resta plumbeo, sempre il solito, svettando a nord l'ingresso naturale dell'arco alpino. Questa zona che per tanto, troppo tempo è stata solo realtà cadetta, ora può celare sorprese, divenendo laboratorio di esperienze tra i cerri e i cipressi che cingono i vigneti nati su infiniti sassi. Il vino, qui, è multiforme come le morene nei campi, ma s'esprime con univoca, calda seta nel bicchiere.

Azienda Agricola Bertagna | Cavriana (MN) | Via Madonna della Porta, 14 | tel. 0376.82211 | www.cantinabertagna.it
Società Agricola Reale | Volta Mantovana (MN) | Strada Volta Monzambano, 34 | tel. 0376.83409 | www.cantinareale.it
Tenuta Maddalena | Volta Mantovana (MN) | Strada Tibassi, 12 | tel. 0376 83323 | www.tenutamaddalena.it
Fattoria Colombara | Olfino di Monzambano (MN) | via Ortaglia, 16 | tel. 0376.800377 | www.fattoriacolombara.com
Cantina Ricchi | Monzambano (MN) | Strada Festoni, 13/d | tel. 0376.800238 | www.cantinaricchi.it
Azienda VitivinicolaPlatter | Cavriana (MN) | Strada Cavallara, 14 | tel. 0376.82120
La Prendina | Monzambano (MN) | Strada San Pietro, 86 | tel. 0376.809450 | www.prendina.com

a cura di Luca Francesconi

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