Storie di vino. Beppe Di Maria&Carvinea, dalla Porsche all’Ottavianello

24 Ott 2015, 07:15 | a cura di

Il mondo del vino continua a fare proseliti. E non solo fra i consumatori. Si è diffuso il fenomeno di acquistare vigneti qualificati, o anche solo terreni di antica tradizione viticola, cui destinare gli impianti più adatti. Di qui un mix di politici, giornalisti, imprenditori (da D’Alema a Vespa) con l’ambizione di dar vita a un vino di sicura identità, ma soprattutto personale. E di qui la comprensibile ricerca di un enologo di fama da coinvolgere nel progetto


Beppe Di Maria

Sull’altro fronte, c’è invece chi col vino ha un’antica frequentazione fin dall’infanzia, anche se poi la vita lo ha destinato con straordinario successo a ben altri settori. È il caso di Beppe Di Maria, fanciullo nei vigneti di Francavilla Fontana nel Brindisino, ma a ventitrè anni a Milano alla direzione del gruppo Volkswagen. Fino al ritorno in Puglia, al timone della Porsche, Lexus, Seat. "Sì, c’è voluto il ritorno a casa per riportarmi al vino. Anche perché il panorama dei vini pugliesi – dal Primitivo al Negroamaro ai Rosati del Salento – offre ancora un ampio spazio da coprire con un vitigno come l’Ottavianello, di antico retaggio e di grande nobiltà, ma trascurato e confuso in mille uvaggi, fino al rischio di una totale scomparsa…"

Carvinea e l’Ottavianello

Beppe Di Maria, una carica di simpatia contagiosa e una sicura passione per il suo vino, ha costituito la Carvinea, nella masseria rinascimentale dei principi Dentice di Frasso a Carovigno – da lui accuratamente restaurata – per dar vita al progetto di riportare in vita l’Ottavianello e restituirgli il posto che merita nel contesto dei grandi vini del Sud. "Le origini sono di certo legate al territorio alle falde del Vesuvio: Ottaviano è lì. Ma anche alla presenza dell’imperatore Augusto, e quindi ai fasti dell’impero. Ma tutto questo conta poco. Perché, in piena intesa con Riccardo Cotarella, non intendiamo lavorare sul passato…"

Sì, perché questo tiro a due punta a un vino nuovo, con personali caratteri e niente in comune con i più celebrati autoctoni del territorio. Un progetto complesso, certo. Ma le passioni si nutrono spesso di sogni, e questo dell’Ottavianello è assai caro a Beppe Di Maria. L’approdo alla prima bottiglia è del 2014, anche se ha alle spalle ben due vendemmie e una serie di progressive verifiche.

Siamo di fronte a un vino singolare, imprevedibile, capace di alimentare quelle emozioni che accompagnano ogni nuova scoperta. "Io ci credo. E i risultati lo confermano. La Puglia si prepara ad avere un altro grande vino…" E, aggiunge Riccardo Cotarella: "Sono convinto che l’Ottavianello presenti anche sicure potenzialità per l’invecchiamento".

Carvinea | Carovigno (BR) | tel. 080 5862345 | www.carvinea.com

a cura di Nino D’Antonio

Articolo uscito sul numero di Ottobre 2015 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui

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