Storie di vino. Librandi e la fede nel Cirò

14 Nov 2015, 11:00 | a cura di

La famiglia Librandi è l'artefice del riscatto del gaglioppo e del grande Cirò. Oggi vi presentiamo Nicodemo Librandi

C’è una sorta d’identificazione fra i Librandi e il Cirò. Ovvero tra la famiglia, che ne segue da sempre con passione le sorti, e il più celebrato vino di Calabria.

Posso dire che siamo cresciuti insieme. Il gaglioppo era considerato un vitigno modesto, anche se vantava la paternità di quel Cirò che veniva offerto ai vincitori dei Giochi Olimpici. Il riscatto delle sue potenzialità è stato lungo e gravoso. Con mio fratello Antonio, scomparso purtroppo lo scorso anno, abbiamo dedicato al rilancio di questa bandiera della Calabria ogni nostra energia”. Nicodemo Librandi – un uomo alto, folta chioma di capelli bianchi, garbo e portamento da signore di provincia – ha insegnato a lungo matematica nei licei. Ma il vino è stato sempre al centro dei suoi interessi.

 

Il Museo della Cultura del Vino e il futuro

Questo spiega la nascita del Museo della Cultura del Vino, le continue ricerche condotte con L’Istituto di San Michele all’Adige e con il centro Enosis di Donato Lanati, fino a raggiungere l’obiettivo: dar vita a un Cirò senza aggiunta di solfiti. “Abbiamo avuto fortuna mio fratello e io. I nostri quattro figli hanno ereditato in pieno l’impegno e la fede nei destini di questo vino. Paolo e Raffaele sono responsabili dei vigneti e della cantina. A loro che va il merito di aver fatto nascere il Cirò Bianco e il Rosato. Due coraggiose novità per un vino che è da sempre Rosso: e l’idea ha avuto grande successo, specialmente tra i giovani”. I Librandi hanno colto i nuovi orientamenti del gusto: senza rifiutare vini con una salda tradizione alle spalle, ma con un alleggerimento del grado alcolico e quindi una maggiore bevibilità.

 

Barrique? No, grazie.

E, a proposito di mode, la famiglia calabrese non ha mai ceduto alla diffusa adozione delle barrique per le sue 15 etichette. “Oggi si esagera con il legno, ma si rischia di coprire ogni profumo del vino, anziché esaltarlo. Non demonizziamo le tecniche innovative e neppure gli uvaggi con vitigni internazionali, abbiamo anche fatto ad esempio il Gravello (Gaglioppo e Cabernet Sauvignon, Due Bicchieri rossi insieme al Cirò Rosso Cl. Sup. Duca Sanfelice Ris. 2013): ma senza mai trascurare la matrice più autentica del Cirò”. E il loro Magno Megonio, 100% magliocco canino, ha ottenuto i Tre Bicchieri.

 

Librandi | Cirò Marina (KR) | www.librandi.it

 

a cura di Nino D’Antonio

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram