Storie di vino. Michele Moio e la battaglia del primitivo

31 Ott 2015, 11:00 | a cura di

Michele Moio e il suo primitivo vinificato in purezza: un solista che non va a nozze con nessuno.


Michele Moio

A ottantotto anni, Michele Moio è fra gli ultimi protagonisti della rinascita dei vini del Sud. Straordinario affabulatore, vanta una collezione di riconoscimenti e di premi per quel suo Falerno Doc, a base di primitivo, anziché di aglianico.

A dispetto degli anni, Don Michele è ancora un bell’uomo. Alto un metro e novanta, fisico forte e asciutto, due occhi fra cielo e mare, i capelli bianco-argento dall’attaccatura perfetta. Vive a Mondragone, nell’area dell’azienda, dove un tempo ha avuto casa anche Luigi, il figlio Ordinario di Enologia all’Università di Napoli e guru di notorietà europea.

Il Falerno da primitivo continua a far parlare di sé, anche se oggi la Doc riconosce ammissibili anche aglianico e piedirosso. Eppure, nel 1970 il Catasto Vinicolo di Caserta registrava ben mille ettari di primitivo, rispetto ai quarantotto di aglianico e ai centoventi di piedirosso. Questo significa che meno di mezzo secolo fa, qui si allevava fino alle falde del Massico solo primitivo, che allora si chiamava mondragone rosso”.

 

Il primitivo e la Doc Falerno

È stata una dura battaglia quella a favore del primitivo. Da un lato Moio e dall’altro i nuovi produttori, più che mai decisi a puntare su aglianico e piedirosso anche se estranei al territorio. La soluzione fu il solito compromesso all’italiana. La Doc Falerno riconosce – dicevamo – la presenza dei tre vitigni.

Certo, oggi la scoperta del latifondo, il frazionamento dei terreni e soprattutto l’esplosione di Mondragone come località balneare, ha sottratto spazio al primitivo. Senza contare lo stravolgimento del paesaggio…”. Eppure questo è l’Ager Falernus, dove nasceva il vino più ricercato dell’antichità, elevato a mito dalla poesia di Virgilio, Catullo, Orazio. “Il primitivo è un vino che non vuole soci. Non va a nozze con nessuno. Non canta in coro. È un solista. Vinificato in purezza, è quanto mai morbido”.

Moio è Commendatore della Repubblica e vanta molti altri titoli, ma per tutti resta Don Michele. Un uomo che ama la cucina semplice (“Solo prodotti del luogo e strettamente della stagione”)… Un tempo andava a caccia e amava i cavalli: “Ora mi è rimasto solo il vino. Ma per non è mica poco”.

 

Cantine Moio | Mondragone (CE) | v.le Regina Margherita, 8 | tel. 0823 978 017 | www.cantinemoio.it

 

a cura di Nino D’Antonio

 

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