Versi di vini. Paolo Rolli e Carlo Innocenzo Frugoni

11 Giu 2016, 15:30 | a cura di

Ci fermiamo ancora nel '700 e nelle liriche di due poeti meno noti per scoprire in che modo parlavano di vino nei loro versi.

Continua la nostra corsa attraverso i secoli alla ricerca dei piรน bei versi dedicati al vino. Siamo arrivati nel '700 e scopriamo le parole di due autori molto celebri ai loro tempi.

 

Paolo Rolli

Nato a Roma, Paolo Rolli (1687 - 1765), si fece presto conoscere come autore di versi nellโ€™Accademia Quirina il che lo portรฒ ad essere chiamato in Inghilterra dal gentiluomo Thomas Pembroche. A Londra il Rolli fu in contatto con ambienti nobili e letterari. Svolse unโ€™importante attivitร  di traduttore in inglese di classici italiani e latini. Pubblicรฒ nel 1717 le Rimeche comprendevano sia Le Elegieche le Odi.

 

Riportiamo la decima delle Elegie

 

Beviam, o Dori, godiam chรจ il giorno

Presto รจ al ritorno, presto al partir.

Di giovinezza godiam nel fiore,

sian lโ€™ultimโ€™ore tarde a venir.

Versa Fiammetta, vezzosa figlia,

quella bottiglia di vin Clarรจ.

Duchi e regnanti or non voglโ€™io;

ma sol, ben mio, brindisi a te.

Aspro egli รจ questo: dammi โ€˜l Pulciano,

del suol toscano primo liquor,

par nel cristallo rubin brillante,

dolce piccante, divin sapor!

Recan la gioia, i vezzi, il riso

giร  nel tuo viso piรน ben seren:

sorgon vivaci spiriti novelli

agli occhi belli del caldo sen.

รˆ troppo ardente il vin di Spagna,

quel di Sciampagna voglโ€™io versar:

farรฒ che dโ€™alto lento distilli

perchรฉ zampilli nello spumar.

Bevil, o cara, quando ha la spuma:

tal si costuma gustarlo qui;

cosรฌ cantando lโ€™ama il Francese,

cheto lโ€™Inglese lโ€™ama cosรฌ.

Oh come, o bella, lโ€™ardor de i vini

piรน corallini tuoi labbri fa!

Bacco vi stilla soave umore

dโ€™un tal sapore che amor non ha.

 

Carlo Innocenzo Frugoni

Genovese, il Frugoni (1692 โ€“ 1768) raccolse in dieci volumi la sua vasta produzione in versi, intitolandola Opere Poetiche. I caratteri della sua poesia, lโ€™occasionalitร  oppure lโ€™estemporaneitร  e la musicalitร , ne fecero il simbolo, ammirato dai contemporanei, del poeta arcadico capace di dire il tutto in versi, di descrivere con galante partecipazione gli aspetti e i piaceri di un costume sociale mondano e salottiero.

 

In un convito

Questo vermiglio e liquido

zampillante rubino

prima che fusse vino

del sole un raggio fu,

raggio, che dentro un grappolo

per belle vie secrete

fu preso come in rete

per non uscirne piรน.

Beviamlo a queste belle

arcadi pastorelle;

e deโ€™ piacer nemica

lungi vada lโ€™antica

troppo austera virtรน.

Beviamo e le presenti

godiamo ore ridenti:

presto il piacer si perde;

fugge lโ€™etร  piรน verde

e non ritorna piรน.

 

a cura di Giuseppe Brandone

 

 

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