L'uomo, l'infinito e il tempo che fugge via. Sono temi universali che ispirano i poeti in ogni parte del mondo e in ogni periodo storico. Stavolta vediamo come l'afflato poetico si unì, in Persia, alla passione per il vino nelle liriche del poeta e scienziato Omar Khayyam.
Omar Khayyam
Persiano (1048 circa – 1131), fu prima di tutto un importante scienziato, autore di un “Trattato di Algebra” per lo studio delle equazioni, astronomo e riformatore del calendario, nonché autore di ulteriori opere di carattere scientifico. Khayyam deve la fama di cui gode in Occidente alle sue “quartine”, pubblicate nel 1859 in una libera traduzione in inglese. Di riflesso, anche nel mondo orientale, in cui era sempre stata prevalente la valutazione della sua opera scientifica, cominciò a essere considerato soprattutto come poeta. In particolare come poeta del vino. Le sue “quartine” sono un invito (come già Orazio un millennio prima) a cogliere l’attimo fuggente di fronte alla inevitabile prospettiva del nulla, avvertita ora con sgomento, ora con rabbia o ironia.
Ecco alcune quartine, divise per stato d'animo
Le quartine dello sgomento
Poiché nessuno risponde, ahimè, del domani
allieta dunque, oggi, questo triste cuore.
Vino bevi al chiaro di luna, Luna, ché la luna
molto ancor brillerà e noi non troverà sulla Terra.
Fin quando sprecherai la tua vita adorando te stesso?
E ad affannarti a correre dietro all’Essere e al Nulla?
Bevi vino, ché una vita che ha in fondo solo la Morte
meglio è che passi nel sonno, meglio è che passi in ebbrezza.
In un cattivo sogno udii un savio che mi disse:
“Dal sonno non fiorì mai ad alcuno il fiore della gioia!
Perché mai fare una cosa così somigliante alla morte?
Bevi vino, ché tempo di dormire avrai, lungo, sottoterra”.
Le quartine della rabbia
Hai spaccato la mia brocca di vino, Signore!
Mi hai chiuso in faccia la porta della felicità, o Signore!
Sono io che bevo e tu commetti le follie dell’ubriaco!
Possa la mia bocca riempirsi di terra, ma sei ubriaco, o Signore?
Dimmi, qual è l’uomo che quaggiù non ha mai commesso un peccato?
E quello che non ne avesse mai commessi, come avrebbe vissuto? Dimmelo!
Se quando io commetto del male tu mi punisci con altro male,
quale sarebbe la differenza tra me e te? Dimmelo!
Le quartine contro gli ipocriti
Se non bevi vino, non rimproverare chi si ubriaca.
E non cominciare a intrecciare astuzie e inganni.
Non essere poi così fiero di non bere il vino, ché di certo
cento bocconi ingoi di cui il vino è umile servo.
Un ultimo fendente contro l’Altissimo
Tu sei il Creatore e me così Tu creasti,
così follemente amante del vino e delle belle canzoni!
Poi che così mi formasti già fin prima del Tempo,
per qual mai ragione poi nell’inferno mi getti?
Le quartine dell'ironia
Mi dice la gente: “Gli ubriachi andranno all’inferno!
Ma son parole queste prive di senso pel cuore:
se dunque andranno all’inferno i bevitori e gli amanti,
vedrai il Paradiso domani nudo come palmo di mano!
Io nulla so, non so se chi m’ha creato
m’ha fatto per il Cielo o m’ha destinato all’Inferno.
Ma una coppa e una bella fanciulla e un liuto sul lembo d’un prato,
per me son monete sonanti: a te la cambiale del Cielo!
Il nostro poeta non era certo un musulmano osservante con tutto quel vino bevuto smodatamente. Ma un grande poeta lo era certamente...
a cura di Giuseppe Brandone
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