Vinitaly 2022 report. Federdoc e i Consorzi. Il quarto Pilastro della sostenibilità

13 Apr 2022, 10:40 | a cura di
A Vinitaly, il convegno di Federdoc ha fatto il punto sul ruolo degli enti di tutela rispetto allo standard nazionale approvato dal Mipaaf.

Se c’è una parola che più di tutte è stata il leitmotiv di questo Vinitaly è sostenibilità. E non poteva essere diversamente, visto che il Salone del vino di Verona è stata la prima occasione collettiva per presentare lo standard nazionale vitivinicolo, approvato solo poche settimane fa.  Uno standard che ha mutuato e riconosciuto l’importanza delle tre componenti - ambientale, sociale ed economica - che, sin dalla sua nascita, il protocollo Equalitas aveva individuato. Era, infatti, il 2015 quando Federdoc e Gambero Rosso, in partnership con altri soggetti sensibili all’argomento, davano vita a questa società, con il compito preciso di predisporre uno standard di sostenibilità.

I Consorzi come garanti della qualità

“I nostri produttori la sostenibilità l’hanno anticipata rispetto al resto d’Europa” ha detto il sottosegretario del Mipaaf Gian Marco Centinaio, intervenendo al convegno Federdoc e i Consorzi. Il quarto Pilastro della sostenibilità, che si è tenuto nel terzo giorno di Vinitaly. Centinaio ha anche ricordato il ruolo dei consorzi di tutela, quali guardiani dei territori e garanti della qualità. “Sono loro, infatti, il quarto pilastro della sostenibilità, accanto agli altre tre” ha sottolineato il presidente di Federdoc e di Equalitas Riccardo Ricci Curbastro “A loro il compito di promuovere e comunicare le loro denominazioni, la cultura territoriale e l’impegno sostenibile. Una direzione in cui si sono mossi - e continuano a farlo - con crescente impegno. Anche per questo colpiscono in modo negativo alcune recenti riforme che depotenziano di fatto il legame tra le Ig e le politiche di sviluppo rurale”. Il riferimento è alla riforma delle Indicazioni Geografiche, votata dalla Commissione Ue lo scorso 31 marzo e su cui si lavorerà per i prossimi mesi.

“Con il nuovo standard” ha spiegato Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale “abbiamo unificato i sistemi e ci siamo posti degli obiettivi comuni. Adesso va ai consorzi l’onore di proseguire in questo percorso costante di crescita”.

Attenzione all’ambiente, ma non solo

“In questa fase” ha argomentato il vicepresidente di Equalitas Michele Manelli “abbiamo creato delle regole chiare e trasparenti, introducendo una valutazione terza. Abbiamo, quindi, posto le basi per arrivare al momento in cui potremo permetterci di avere dei limiti minimi. E questo vale per tutti e tre i parametri di riferimento, sebbene in questi anni ci sia stata la tendenza a mettere in primo piano l’attenzione all’ambiente: un aspetto su cui sapevamo di avere un gap da colmare e un ritardo da recuperare. Tuttavia, concetti come parità di genere e di razza, benessere aziendale e attenzione per i soggetti meno forti, sono ormai entrati di diritto nei programmi delle imprese. E possiamo dire con orgoglio che lo standard Equalitas, in tal senso, ha fornito e continua a fornire una straordinaria spinta propulsiva”.

Sostenibilità come chance

“Oggi essere buoni (e quindi sostenibili; ndr) conviene” ha esordito il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci “non solo è bello e giusto muoversi nei parametri della sostenibilità ma tutto questo offre anche un ritorno in termini di immagine ed economici. In questo momento, il consumatore mondiale collega il concetto di sostenibilità a quello di qualità e questo rappresenta una chance enorme per il nostro Paese che, in effetti, è all’avanguardia su questi temi. È sbagliato, tuttavia, pensare che sia stato e sarà un percorso facile e soprattutto scontato. Citando Frank Capra, ‘I dilettanti giocano per divertirsi quando fa bel tempo, i professionisti giocano per vincere in mezzo alla tempesta'. E noi non possiamo essere dei dilettanti".

Sul tema dell’opportunità è tornato anche il presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia, ricordando come oggi la sostenibilità sia un criterio richiesto dai consumatori, ma anche dagli investitori. “In certi mercati – da quello canadese a quello nordeuropeo - la sostenibilità è richiesta come criterio di selezione all’ingresso. In questa stessa direzione” ha continuato “si stanno muovendo i canali di vendita, Gdo in primis. Infine, il mondo delle banche, a partire dalla Bce, dà priorità alle aziende sostenibili, ritenute più affidabili. Quello della sostenibilità, quindi, non è un fardello in più per il settore vitivinicolo, ma una nuova chance da cogliere”, ha concluso Cuccia, annunciando il primo Global Summit - dal titolo La Sostenibilità fattore di crescita delle aziende nel settore agro-alimentare - che il Gambero Rosso, insieme a Intesa Sanpaolo, organizzerà il prossimo 23 maggio a Milano a Villa Necchi.

a cura di Loredana Sottile

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