Vinitaly secondo noi. Parlano Licia Granello, Andrea Grignaffini, Luca Gardini, Luigi Cremona

23 Mar 2015, 09:30 | a cura di Luca Bonacini
Licia Granello mangia pane e lardo prima delle degustazioni, Andrea Grignaffini organizza l'agenda con attenzione mentre Luigi Cremona si lascia guidare dall'istinto e Luca Gardini trova occasioni di confronto con gli appassionati. Ma ognuno ha ricordi, abitudini, aspettative legate al Vinitaly. Ecco quali.
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Aperto il Vinitaly numero 49 con il consueto carosello di produttori, distributori, sommelier e addetti ai lavori. E proprio a quattro addetti ai lavori, giornalisti di settore e famosi sommelier abbiamo chiesto di raccontarci il “loro” Vinitaly: aspettative, ricordi, aneddoti, e anche qualche suggerimento per vivere al meglio la più grande fiera del vino italiana. Sono Licia Granello (Repubblica), Andrea Grignaffini (Spirito Divino, Guida Espresso), Luigi Cremona (Touring Club) e il sommelier Luca Gardini. Ecco cosa ci hanno raccontato.

LICIA GRANELLO
dal 2004 firma la doppia pagina "I Sapori" della Domenica di Repubblica
Il mio primo Vinitaly assomiglia tantissimo a quelli che sono seguiti, e anche a quello di quest’anno. Lo trascorsi insieme a Maida Mercuri, la proprietaria da quasi trent’anni del ristorante milanese Pont de Fer, è stata la più giovane sommelier d’Italia, ed è considerata una delle più grandi esperte di vini della Penisola. Era vent’anni fa, e scrivevo ancora di calcio ma già mi interessavo di cucina e di vino scrivendo sul Venerdì di Repubblica, venivo da una famiglia di appassionati di cibo e di vino. Andammo insieme, in furgone, perché Maida si muove solo cosi, non si sa mai che durante il tragitto decida di acquistare del vino e caricarlo immediatamente, come succede spesso. Per fare le cose bene, ci imponemmo una tappa, l’autogrill Bauli alle porte di Verona dove farci preparare pane e lardo, secondo una vecchia tradizione che consiglia di “foderare” lo stomaco con uno strato di grasso, prima di bevute sostenute. L’ingresso che con lei accanto fu trionfale, riconosciuta per lo straordinario palato era omaggiata dai produttori come la Dea Kali, a lei infatti sono soliti affidarsi per avere consigli sul vino prodotto, e le fanno assaggiare le migliori annate per sapere cosa ne pensa, e per avere un qualificato parere, per queste sue doti è chiamata a tenere seminari in tutta Italia, dal Sole 24 Ore, alla Bocconi. In quell’occasione, un ben noto produttore a cui ci eravamo avvicinati, ci chiese “Quali vini volete assaggiare”. E Maida rispose “tutti!” Poi lui disse: “Ma io ho in produzione una ventina di vini!” E cominciammo la degustazione arrivando tranquillamente fino alla fine, poi invitati a una cena che concludeva la serata, ci trovammo accanto a quel produttore, che ci guardò e ci disse: “Voi non bevete vero?”. E noi: “Perché!?” Questi sono i Vinitaly con Maida!  Sotto i tavoli non siamo mai finite, quindi a qualche cosa pane e lardo servirà!

Il Vinitaly è un momento topico per il vino e un passaggio a Verona lo faccio sempre, tra le tante iniziative a cui mi invitano, faccio attenzione alle cene, mi interessa particolarmente come vengono abbinati i vini e la connessione fra cucina e vino. Prima di partire preparo una scaletta con gli inviti, senza prendere appuntamenti né farmi attendere, non vivo il vino come qualcosa da analizzare dal punto di vista tecnico, non mi ritengo un’esperta di vino, è uno degli ingredienti, e non mi infilo in lunghe degustazioni, ma assaggio volentieri e condivido volentieri le suggestioni che riesce a darmi. Mi piace molto il lavoro che stanno facendo i Vignaioli Indipendenti, quest’anno avranno una parte del padiglione dedicata, si collocano a metà fra il biologico e i vini naturali, sono sensibili alle dinamiche di produzione, al rapporto con la terra, al modo con cui si comunica il vino, credo molto nei singoli produttori che ho conosciuto, e ho una grande stima per Attilio Bucci, tra le persone migliori che ho conosciuto, fa un Verdicchio straordinario, come è lui. Ha deciso di mettere la sua intelligenza e la sua cultura al servizio della sua terra le Marche, una persona colta. Poi ci sarà un'iniziativa a cui ho aderito con le donne del vino, che si faranno carico di accogliere la parte femminile dell’Expo, nel progetto culturale We Women for Italy che coinvolge una rete di donne del mondo che hanno a che fare con l’alimentazione, e durante il Vinitaly ci saranno eventi a questo proposito.

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ANDREA GRIGNAFFINI
direttore creativo di Spirito Divino e collaboratore Guida dell’Espresso
Anche se quest’anno non potrò partecipare per impegni all’estero, ricordo molto bene i primi Vinitaly, una ventina di anni fa, all'epoca ero un giovane appassionato di vino, e solo dal ’90 ho iniziato a occuparmene professionalmente. Negli anni l’approccio verso questo grande appuntamento si è evoluto, l’entusiasmo dei primi tempi, la parte ludica e di divertimento è mutata e gli incarichi professionali sono aumentati facendomi vivere l’evento con uno sguardo sempre più attento. È una manifestazione che nasconde, per chi fa il mio lavoro, aspetti gravosi: l’agenda piena, gli appuntamenti che incalzano, la pressione psicologica, l’affollamento del salone, ed è importante darsi regole ferree. Fin dai primi anni mi sono imposto di non superare i dieci assaggi al giorno, preferisco prendere i contatti e visitare le aziende successivamente. C’è un lavoro complesso di settimane che precede una manifestazione del genere, si pianifica con attenzione, si seleziona il gruppo di lavoro, scegliendo attentamente i collaboratori che vanno al Vinitaly in funzione delle proprie competenze e degli eventi a cui parteciperanno: è una grande scacchiera che si muove in relazione agli eventi più interessanti e innovativi. Una macchina operativa che a monte vaglia gli inviti, che sono all’incirca duecento ogni anno, e seleziona dal punto di vista qualitativo le opportunità migliori, la caratura della notizia, le relazioni con le aziende, le novità, il pacchetto convegni. Quali sono gli inviti più curiosi, che mi sono arrivati? Arrivano inviti di ogni genere, talune volte imbarazzanti: una volta la busta era intestata Dott Griffa Gnini, ma ne arrivano parecchi anche intestati Dott. Gnaffone (che è il soprannome con cui mi chiamano gli amici), una volta mi arrivò una mail invito a una serata di gala dove nell’oggetto c’era scritto: Shave the date, invece che Save the date, un’altra volta invece un corriere mi consegnò a casa un biglietto invito a partecipare a una degustazione di un salume molto pregiato, e il biglietto invito consisteva in una piccola quantità di quella prelibatezza, affettata finemente. Comunque al Vinitaly è importante andare perché ti dà il polso della situazione al di là degli assaggi che fai, conferma sodalizi, getta le basi per progetti futuri, rinsalda rapporti vecchi e nuovi. Tra le iniziative che mi dispiace perdere c’è la Pop Wine di Luca Gardini e Pier Bergonzi della Gazzetta dello Sport, un’iniziativa di spessore e un’opportunità unica per il comparto.

LUCA GARDINI
miglior sommelier del mondo 2010, ambasciatore del vino
È sempre una forte emozione partecipare al Vinitaly e lo è dalla prima volta che ci sono venuto: è una straordinaria occasione per confrontarsi con il mondo del vino e soprattutto con la gente, il vero popolo del Vinitaly, il mare di appassionati che ogni anno vengono per conoscere i protagonisti del vino e incontrare i produttori, scoprire nuove etichette, ma che vogliono anche vivere il vino nella sua essenza più profonda, che è racchiusa nel sedersi intorno a un tavolo, assaggiarlo, ascoltare quel che racconta, e poi condividere le emozioni, parlare, comunicare, conoscersi. Amo il contatto umano che nasce all’interno di questo grande e multiforme salotto internazionale, il rapporto che si crea con persone fino a poco prima perfette sconosciute, amo la gente che ti ferma quando cammini da uno stand a un altro e ti dice che ha letto un tuo articolo e gli è piaciuto come lo hai scritto, e ti ringrazia se hai parlato di un piccolo produttore che nessuno aveva valorizzato, la straordinaria familiarità che si crea con il grande pubblico: questi sono i momenti del Vinitaly più importanti per me. Tra gli eventi a cui parteciperò c’è laPop Wine,mercoledì alle ore 12 in Sala Tulipano, un premio della Gazzetta dello Sport che ho curato con il giornalista Pier Bergonzi insieme ad altri esperti di vino, che avvicina ancora di più il grande pubblico, rivolgendosi ai migliori vini nella fascia di prezzo intorno ai 15 euro: una classifica dei migliori 50 vini scelti tra 350 di tutta Italia a un prezzo appetibile. C’è entusiasmo, vengono personalmente i produttori e portano loro le bottiglie, e l’anno scorso l'unico che non esponeva al Vinitaly è venuto apposta e ha persino pagato il biglietto per entrare. La mia attenzione sarà rivolta in particolare ai vitigni autoctoni di cui sono un super fan: è una peculiarità tutta italiana, ne abbiamo oltre 500, ognuno con una sua regione di elezione, ed è un mondo ancora parzialmente sconosciuto ma affascinante. La classifica quest’anno ha messo in luce molti più vini del sud rispetto all’anno scorso, soprattutto nelle posizioni importanti: un risultato che va a premiare quei produttori che hanno capito che c’è un grande potenziale, ma che devono lavorare sui terreni, sul vigneto e sulla vinificazione, migliorando in finezza vini potenti.

LUIGI CREMONA
direttore della Guida Touring Club Ristoranti
Era il 1985 quando entravo al Vinitaly per la prima volta, e da allora non ho più smesso. Nel corso degli anni i produttori e i Consorzi si sono sbizzarriti a organizzare eventi incredibili, il vino ha accompagnato cene e cocktail in contesti storici e moderni straordinari, ma ne ricordo in particolar modo uno, che si svolse una decina di anni fa, forse per il 40° Vinitaly. Si festeggiava la Fiera di Verona nella più ampia residenza dei Della Scala: la meravigliosa Villa Arvedi ai piedi dei Monti Lessini. Una grande festa nella stupenda sala dei Titani e nel rigoglioso giardino all’Italiana, dove il personale non era composto da camerieri ma da attori professionisti in costume, e gli ospiti si sentivano parte di una pièceteatrale. Ho partecipato a tante edizioni, e ogni anno è successo qualcosa di importante, ma ricordo con particolare piacere le memorabili cene alla Bottega del Vino, quando c'era il grande Severino Barzan, erano anni di crescita del vino, anni che non credo ritorneranno più, anche perché si era molto più giovani!
Le attese di questa edizione? Al Vinitaly più che il businesscontano gli incontri, quindi spero di incontrare personaggi interessanti, visiterò Première Italia per vedere in azione gli chef di Alma e la Wine Academy, e magari il Consorzio del Parmigiano Reggiano, poi mi lascerò guidare dall’istinto, visitando i padiglioni a ruota libera come faccio sempre, non mi sono iscritto a nessuna degustazione, nessun convegno, nessuna conferenza, lascerò molto al caso, volutamente, rimanendo solamente un giorno e mezzo, dovrò utilizzare il poco tempo al meglio.

a cura di Luca Bonacini
Foto: Ennevi

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