Vino, aiuti alle imprese, strategie per la ripresa: intervista a Gian Marco Centinaio

3 Set 2021, 14:58 | a cura di
Dai nuovi modelli di promozione ai cambiamenti climatici, dalle polizze in agricoltura al boom dei nuovi formati sui mercati internazionali. Il sottosegretario Mipaaf con delega al vino a tutto tondo col Tre Bicchieri settimanale.

Un nuovo tavolo vino sarà convocato a ottobre dal Mipaaf per discutere coi rappresentanti delle imprese del vino ulteriori misure di aiuto per superare la crisi economica. Lo ha annunciato il sottosegretario al Mipaaf (con delega al vino), Gian Marco Centinaio, in questa intervista al settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso, in cui l’esponente della Lega ed ex ministro per le Politiche agricole nel Governo Conte I (da giugno 2018 a settembre 2019) ha affrontato anche i temi delle strategie istituzionali nella sfida ai cambiamenti climatici, dell’uso dei fondi del Pnrr in agricoltura, della riforma della legge sugli aiuti alle imprese, fino all’enoturismo e al problema dell’italian sounding, non disdegnando elementi di autocritica.

Tra le deleghe assegnate a Centinaio, quelle al settore vitivinicolo, ai cereali e al tabacco, ai settori del miele e del tartufo, ai consorzi di tutela e – per quanto di competenza del ministero – alle attività connesse al turismo in agricoltura, tra cui distretti del cibo, enoturismo e agriturismi. Ha le deleghe anche all’agroalimentare e all’internazionalizzazione, rapporti con l’Unesco e riconoscimento dei paesaggi quali patrimoni agricoli da parte della Fao.

Sottosegretario Centinaio, partiamo dalla vendemmia 2021. Lo scorso anno, in piena pandemia, l'Italia ha sorpreso tutti incrementando i volumi. Quest’anno raccoglierà meno. Come va letto l'andamento del mercato del vino in questo 2021?

Dalle stime preliminari, ci sarà in quasi tutte le regioni sì una minore quantità, ma caratterizzata da una maggior qualità. Le imprese hanno affrontato mesi difficili, la chiusura del canale Horeca ha fortemente penalizzato i produttori di vini di fascia più alta e hanno sofferto le piccole e medie realtà. Per quanto riguarda l’anno in corso, arrivano dati incoraggianti. Il primo semestre 2021 ha riportato fiducia tra le vigne con segnali di ripresa ovunque.

Come giudica l’attuale grado di fiducia delle imprese?

Da parte dei nostri viticoltori e delle nostre cantine c’è stata una grande capacità di risposta davanti all’emergenza Covid-19. Nei prossimi mesi contiamo su un’ulteriore ripresa dei consumi, incentivati dalle riaperture della ristorazione, e anche da un maggiore slancio dell’export.

A proposito di export e promozione, dal Mipaaf sono arrivati al vino ulteriori 25 milioni di euro. Ma la filiera chiede una strategia unitaria sui Paesi esteri che vada oltre questo tipo di aiuti. Un compito del Tavolo vino e di un dialogo che sia più intenso tra Mipaaf e Maeci. A che punto siamo?

Appena ricevuta la delega al settore ho convocato il Tavolo per riunire l’intera filiera e individuare le misure necessarie al comparto. Questi ulteriori 25 milioni di euro destinati alla promozione estera sono dei fondi per aiutare i nostri imprenditori, specie ora che l’Italia deve ripartire, dentro e fuori i propri confini. Dobbiamo supportare le aziende che fanno export e rendono famose nel mondo le eccellenze agroalimentari Made in Italy. Faremo in modo che queste risorse vadano nella direzione giusta.

Quali gli obiettivi?

Nostro obiettivo è superare quella frammentazione che purtroppo in passato ha caratterizzato – e penalizzato – il nostro Paese. Occorre una migliore promozione e per raggiungere questo scopo. E senz’altro va intensificata la collaborazione fra i ministeri, ma va migliorata anche la comunicazione all’interno dello stesso Mipaaf.

Veniamo al Pnrr. L'Ue ha recentemente staccato i primi assegni all'Italia nell'ambito del Recovery fund. Per il vino, a suo avviso, quali sono le priorità su cui agire rapidamente? E quali vantaggi deve attendersi la filiera dal Piano nazionale di ripresa e resilienza?

Il Pnrr è una straordinaria opportunità, per l’intero Paese e quindi anche per il settore primario e vitivinicolo. Storicamente, l’Italia non è mai stata molto brava a spendere le risorse che arrivavano dall’Europa. Per questo la priorità è impostare un lavoro veloce, serio e concreto per non mandare in fumo quest’occasione.

Dobbiamo toglierci la giacca degli amministratori pubblici e avere una visione più manageriale. Grazie ai fondi, si potrà puntare sull’ammodernamento e con l’aiuto delle nuove tecnologie raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale.

 

L'intervista completa sul Tre Bicchieri del 2 settembre 2021 in cui si parla anche di reddito di cittadinanza, cambiamenti climatici, sostenibilità, vini dealcolati e nuovi formati, enoturismo, minacce ai nostri marchi e frodi, prospettive per il futuro, senza scordare l'impatto della pandemia sulla filiera vitivinicola e una riflessione sulle misure finora messe in atto dal Governo a sostegno del settore (e non manca una certa autocritica).

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a cura di Gianluca Atzeni

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