Nuovi furti di Parmigiano in Emilia. Nascono i bunker per conservare e proteggere la produzione

28 Dic 2016, 09:30 | a cura di

Imperversano i ladri di Parmigiano, che da 5 anni a questa parte costringono i produttori a dormire con un occhio sempre aperto. Per risolvere il problema e tutelare la produzione, a partire dal 2017 saranno costruiti una serie di bunker per conservare e difendere il formaggio, con tanto di vigilanza.


I furti

Un investimento da 9 milioni di euro per una struttura di 10mila metri quadrati che arriverà a contenere, su scaffali lunghi complessivamente 85 chilometri, 170 mila forme di Parmigiano. Ovvero l’87% dell’intera produzione della provincia di Modena. Sono i numeri dei bunker, caveau per conservare il formaggio nel rispetto del disciplinare e sotto attenta vigilanza da parte di custodi addetti, attualmente in costruzione lungo la via Emilia. Perché già da (troppo) tempo nelle campagne emiliane i proprietari dei 350 caseifici della zona non dormono sonni tranquilli a causa dei continui furti. L'ultimo risale a un paio di settimane fa a Guastalla, dove i ladri del Parmigiano – dopo aver sfondato l'ingresso del magazzino e scaricato un estintore per intossicare i cani – sono fuggiti via con 50mila euro di forme. E questo è solo l'ennesimo di una lunga serie di spiacevoli avvenimenti che stanno vanificando il lavoro dei produttori. Si tratta, infatti, di bande specializzate nel furto del Parmigiano, un fenomeno che ha cominciato a manifestarsi già 5 anni fa e che si è acuito a partire dal 2014. I ladri del Parmigiano seguono una schema ormai prestabilito: dopo il sopralluogo preventivo, selezionano il caseificio più isolato e intervengono di notte. È il caso della Latteria Sociale Agricoltori di Roncocesi e di tante altre realtà del territorio che lavorano con il terrore costante di perdere tutto.

I bunker

Per scongiurare il problema, a partire da gennaio 2017 saranno creati dei bunker, già in costruzione, dove i produttori potranno conservare il formaggio. A presentare il progetto, Gema Magazzini Generali, società situata nel cuore della culla del grana e che nel Reggiano possiede già un altro caveau con oltre 230mila forme. “Garantiamo tre o quattro livelli di sicurezza. A volte il singolo caseificio ha solo un campanello d'allarme che, però, suona nel deserto”, ha commentato il rappresentate di Gema CamilloGalaverni. “Dietro questa piaga c'è una vera e propria organizzazione”, ha aggiunto Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Ma a quanto ammonta il danno dei furti? Il 2016 sembrava essere iniziato nel migliore dei modi, ma a ridosso delle feste natalizie c'è stata una nuova impennata: “Da settembre a oggi contiamo una ventina di furti o tentati furti e circa 1.500 forme sparite. Ogni forma vale circa 350 euro, quindi il conto è semplice: mezzo milione di euro”. Si tratta, dunque, di 600mila chili di latticini “che finiscono in canali diversi da quelli ufficiali”. Con i bunker, il direttore auspica per tutti i produttori di poter risolvere il problema, ma specifica: “Serve anche una cabina di regia con le forze dell'ordine e un'operazione di intelligence per contrastare il fenomeno”.

a cura di Michela Becchi

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