Oli d’Italia 2022: i premi speciali. A Nicolangelo Marsicani il premio Frantoio dell'Anno

25 Mag 2022, 11:07 | a cura di
Il premio come Frantoio dell’anno è un riconoscimento che va a quelle realtà che, oltre a sviluppare oli eccellenti con la propria etichetta, contribuiscono a far crescere e valorizzare produzioni locali più piccole, facendo emergere il potenziale di interi territori. Il vincitore di quest’anno è Nicolangelo Marsicani

Quello di Nicolangelo Marsicani è uno dei punti di riferimento in tutto il Centro-Sud Italia in fatto di trasformazione delle olive. Dalla Coratina all'Itrana (e molte altre ancora), il suo è uno studio continuo sull’ottimale lavorazione di ogni singola varietà, in ogni campagna olearia. L'azienda dispone di una cinquantina di ettari di proprietà, di cui circa la metà a oliveto, con 6.000 alberi. A lui il premio speciale Frantoio dell’anno nella guida Oli d'Italia del Gambero Rosso.

Nicolangelo Marsicani vince il premio Frantoio dell'Anno per Oli d'Italia 2022: intervista

 

Quali sono state le tappe principali nella vostra storia che vi hanno portato a questi risultati?

Il cammino è stato lungo ma non difficoltoso, direi naturale. La mia camera da letto, da piccolo, era sopra le macine del frantoio, quindi sono cresciuto con il tempo dettato dalle lavorazione delle olive. Questo non basta ovviamente, da grande ho avuto poi la fortuna di incontrare sulla mia strada un grande maestro, Gaetano Avallone che non solo mi ha perfezionato nell’assaggio ma mi ha mostrato una visione di sistema, è a lui che debbo gran parte dei miei risultati odierni. Ma dopo di lui ho avuto altri incontri appassionati sulla strada dell’extravergine, tra questi cito solo tre assaggiatori che con la loro capacità interpretativa moderna e dinamica hanno contribuito ai risultati, Michele Siniscalchi Montereale, Marco Rizzo e Sabrina Pupillo.

Come si muove l'azienda sul fronte commerciale?

Devo confessarlo, sotto il profilo commerciale sono una frana, a me piace produrre olive, far oli, “giocare” in frantoio, poi quando l’olio extravergine è buono ha anche la capacità di “vendersi da solo”. Nel dire questo forse dico una sciocchezza, ma il fatto che sono monotematico e in ogni momento dell’anno e con ogni persona incontrata parlo solo di olio extravergine di oliva, probabilmente contribuisce a far trovare al mio prodotto una collocazione sul mercato. Non arriviamo mai a settembre con l’olio nei silos, il lavoro di posizionamento fatto negli anni ha certamente contribuito a strutturare un mercato senza apparente sforzo.

Quali sono, a vostro avviso, le azioni necessarie per migliorare il comparto olivicolo?

Le azioni dovrebbero essere molteplici e tese a svecchiare un comparto che è ormai vetusto, troppo rigido e che non riesce a essere reattivo alle nuove sollecitazioni del mercato globale. Abbiamo costi di produzione troppo alti, frammentazione terriera che non ci permette di razionalizzare e in alcuni areali produttivi cultivar “fuori legge”.

Cosa si intende con fuori legge?

Faccio l’esempio del Cilento, la mia terra, da Ascea a Sapri l’areale è dominato dalla Pisciottana, una cultivar assurgente allocata in colline impervie dove ci sono oliveti secolari. Ebbene, in base alla normativa del Decreto Legislativo 81 del 2008 relativo alla sicurezza sui luoghi di lavoro, non è possibile potare questo albero rispettando la normativa, ma d’altro canto - essendo l’area suddetta in un Parco Nazionale - risulta oltremodo complicato espiantare per poi impiantare cultivar “a norma”. Servirebbe una normativa che faccia superare queste ed altre difficoltà.

Come andrebbe cambiata o migliorata secondo voi la comunicazione dell'extravergine di qualità?

Anzitutto servirebbe un giovane signore che per 50 anni salti la staccionata senza invecchiare mai. Serve una comunicazione “in positivo” per tutto il comparto olio da olive, ci siamo per troppi anni arroccati sulla comunicazione delle singole aziende dando il messaggio “il mio è migliore del suo” mentre altri facevano comunicazione di sistema. Ci ritroviamo ora i consumatori che scelgono l’olio di semi perché è leggero e evitano l'olio extravergine perché contraffatto. Abbiamo sbagliato molto in questi anni e non si vede all’orizzonte un cambio di passo. Finché non saremo capaci di stare insieme e di fare sistema siamo condannati al mercato di nicchia.

Qual è il vostro approccio al concetto di sostenibilità ambientale?

Sembra che questo concetto sia stato scoperto ieri pomeriggio, ma in realtà le aziende olivicole hanno sempre tenuto in considerazione la sostenibilità ambientale: chi coltiva la terra, chi sta tutti i giorni nei campi ha come fine ultimo preservare l’ambiente perché in esso vive e da esso trae sostentamento. Negli ultimi anni la sensibilità sul tema è cresciuta anche nell’opinione pubblica e quindi ora il concetto è entrato nei salotti cittadini, ma per noi è pratica giornaliera da molto tempo.

Nicolangelo Marsicani – Morigerati (SA) - c.da Croceviale – 0974 982074 - marsicani.com

Oli d'Italia 2022 – pp. 544 – 13,90 euro - acquistabile in libreria e on line

a cura di Indra Galbo

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