Parità di genere. Intervista a Diletta Tonello, vignaiola e Presidentessa del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello

19 Set 2022, 12:58 | a cura di
Per la rubrica promossa dalla Fondazione Gambero Rosso e dedicata alla parità di genere, abbiamo intervistato Diletta Tonello, Presidentessa del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello.

La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti questa rubrica dedicata alle donne, non tanto perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale parlare e sensibilizzare sulla parità di genere. Ed è altrettanto fondamentale farci portavoce di donne che hanno raggiunto importanti obiettivi nel proprio settore. Qui l'intervista a Diletta Tonello, Presidentessa del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello e vignaiola dell’azienda Tonello, dove ricopre il ruolo di enologo della cantina e direttore commerciale delle vendite.

Diletta Tonello

Intervista a Diletta Tonello

Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati – se ce ne sono stati - gli ostacoli che lei ha dovuto affrontare in quanto donna? 

Più che ostacoli, sono sempre stata ‘costretta’ a fare di più degli altri, per potermi affermare o per farmi ritenere competente, all’interno di un gruppo prevalentemente maschile. Per esempio, durante una delle mie esperienze come cantiniera in un’azienda, durante i primi giorni, il mio unico ruolo era quello di lavare serbatoi e tenere pulita la cantina. I miei compagni di lavoro, della mia età, con le stesse esperienze alle spalle, stesse capacità, stessa corporatura, erano invece destinati a lavori di manovalanza, responsabilità e sicuramente lavori che li avrebbero portati a crescere. Solo con tenacia e una certa insistenza, sono riuscita a farmi dare il ruolo che sicuramente meritavo.

Nel suo attuale ruolo quali leve gestionali sta utilizzando per facilitare il mondo femminile?

Io non voglio facilitare il mondo femminile, io voglio che il mondo femminile abbia le stesse opportunità e gli stessi diritti di quello maschile. Il fatto che siamo diverse fisicamente non è una scusa per ritenerci più o meno abili a fare un lavoro. Le leve gestionali sono quelle di trattare le persone con le loro competenze e ruoli. Nella squadra del consorzio sono tutti invitati a dare un loro parere o metterci del proprio. Nel gruppo del consiglio dei Consorzio Lessini Durello DOC, donne e uomini si confrontano su come comunicare il territorio e il prodotto o come gestire il consorzio. Forse la mia elezione a Presidente può essere considerata una leva gestionale, per dimostrare che le donne possono ricoprire ruoli dirigenziali e coordinare un gruppo dove vengono ritenute competenti per le proprie qualità.

Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?

Sarebbe bello poter prendere in mano la questione della maternità per esempio. Per un’azienda viene ancora considerato un peso avere una dipendente: si sta attenti ad assumere donne senza figli, appena sposate o in età da figli (come vengono definite), perché poi diventa un problema quando chiedono la maternità. Per non parlare della differenza dei salari tra uomo e donna. Comincerei quindi a dare un segnale importante a partire proprio dal mondo del lavoro in vista del raggiungimento della parità di genere.

Quali modalità e quali formule suggerisce per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap? Un gap che, peraltro, ha conseguenze anche sul Pil.

Sicuramente è importante non pensare a tutto come una competizione, non sono più brave le donne in quanto donne e gli uomini in quanto uomini. Se ci pensiamo alla pari, sappiamo che dobbiamo dimostrare le nostre capacità come soggetti. È importante dare le giuste opportunità alle donne, come le si danno agli uomini. Dimenticare i pregiudizi che ci vengono tramandati da obsoleti modi di intendere il ruolo femminile. Smetterla con i giochi di ruolo: chi deve interpretare la donna e chi l’uomo, che cosa significa? Tutti questi pregiudizi sono già preistoria, perché nel presente io vedo che le donne hanno dimostrato che sono benissimo in grado di fare qualsiasi lavoro e rivestire qualsiasi ruolo, quindi il limite non c’è. Credo quindi che questo gap verrà superato con le nuove generazioni, sicuramente per l’approccio diverso che hanno nei confronti di questo argomento

Ci racconti un aneddoto (positivo o negativo) di una delle sue esperienze sul tema.

Di aneddoti ce ne possono essere tanti, ne cito due, uno negativo e uno positivo. Quello negativo è un fatto che penso sia capitato a tante colleghe vignaiole come me. La classica scena in cui si è al proprio banchetto a una fiera, con tutti i vini in esposizione, il nome dell’azienda, le mani ancora segnate dalla vendemmia e tanta voglia di dimostrare al mondo che il proprio territorio vale. Arriva l’esperto di vino di turno, che comincia con le domande di interesse sulla cantina, e quando le domande ricevono delle risposte, allora la reazione è: “ah ma allora ne sai qualcosa”. Per non parlare di quando ci viene chiesto: “chi è che ti fa il vino?”, tu rispondi “io” e la risposta…”sì, ma qual è il tuo consulente?”. Si pensa sempre ci debba essere un uomo dietro i successi di una donna, o che ci sia un motivo più frivolo o malizioso dietro un ruolo importante rivestito da una donna. L’aneddoto positivo invece riguarda mio padre: da quando ho l’età per guidare un trattore me lo ha sempre fatto fare, da quando ho l’età per gestire una cantina da sola, me lo ha sempre fatto fare, quando ho scelto agraria era orgoglioso e quando ho scelto l’università di enologia, era già pronto a lasciare l’azienda a una giovane laureata di 23 anni. Non ha visto in me una ragazza e non mi ha mai trattata da ragazzo. Ha visto in me la voglia di fare, la passione, l’energia e la possibilità di fare quello che volevo. E ho fatto quello che volevo! 

 

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