Parità di genere. Intervista a Sara Farnetti

31 Gen 2022, 11:14 | a cura di
Per la rubrica promossa dalla Fondazione Gambero Rosso e dedicata alle donne, intervistiamo Sara Farnetti, Presidente di Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss-Guido Carli.

La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti con dedizione questa rubrica dedicata alle donne, non tanto perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale parlare e sensibilizzare sulla parità di genere. Ed è altrettanto fondamentale farci portavoce di donne che hanno raggiunto importanti obiettivi nel proprio settore. Qui l'intervista a Sara Farnetti, la nuova Presidente di Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss-Guido Carli.

Sara Farnetti

Intervista a Sara Farnetti

Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati gli ostacoli che lei ha dovuto affrontare in quanto donna?

Come donna ho sempre dovuto fare valere il merito e la competenza, oltre le apparenze, ma posso dire di non avere ricevuto discriminazioni di genere. Come medico internista, mi andava stretta la medicina riparativa, ho sposato la medicina preventiva, predittiva, di precisione, anticipando i trend e quindi ho dovuto lavorare sodo per fare comprendere una visione avanguardistica. La verità è che il medico internista è un regista della salute del paziente, correla dati, sintomi, segni, familiarità, genetica, e guida per tutelare la salute o ripristinarla anche avvalendosi di supporti specialistici e settoriali che vanno correttamente indirizzati.
Gli studi universitari non volgono in tal senso, anzi siamo tutti vittime di una medicina difensiva, che sottopone ad analisi e tenta di prevenire errori diagnostici. Penso sia necessario, oltre che soffermarsi con attenzione sul momento diagnostico, anticipare le patologie piuttosto che solo curarle. Sono importanti gli screening per una diagnosi precoce, ma più sostanziale la prevenzione primaria. Io l’ho messa al centro del mio focus, perché quale che sia la condizione attuale della persona devo interrogarmi sulle dinamiche evolutive della salute della persona nel medio lungo termine alla luce del quadro informativo di cui sono in possesso.

Cosa intende per prevenzione primaria?

In pratica ci si deve chiedere: come posso tutelare la salute della persona? In tal senso la nutrizione funzionale, che ho teorizzato, è strumento imprescindibile per riequilibrare ormoni-organi-apparati. Scelte sostenibili per la propria salute sono scelte sostenibili per l’ambiente in un concetto allargato di Salute Circolare. Sono consapevole che se fossi stata uomo avrei avuto più credito istituzionale e ciò che detto da me appare, o appariva in passato, solo una suggestione, se detto da un uomo sarebbe stato maggiormente attenzionato.

Questo è un enorme ostacolo...

Sicuramente la differenza la fa l’energia investita: una donna deve impegnarsi senza sosta per ricevere credito e legittimazione professionale ma una volta "scavallata" la collina, la strada è piana e conta solo il merito. Una mia strada puramente accademica, all'epoca, si presentava come molto difficile, ma il merito sul campo operativo con i pazienti - fatto di efficacia, rigore, fatica e scelte di vita - mi ha ripagato ampiamente e oggi i miei pazienti sono i miei primi sostenitori, mentre con i colleghi, senza differenza di genere, il rapporto è collaborativo e rispettoso. Aggiungo che la mia presenza sui social mi ha consentito di amplificare le buone idee, così come la partecipazione a TEDx a Reggio Emilia e anni dopo a Roma, e al mio primo libro.

Dunque la meritocrazia sorpassa ogni differenza di genere?
Direi di sì. Chi vale, chi ha competenza, chi sa fare, è urgente che si applichi in un ruolo dove la sua presenza può fare la differenza. Né una donna, né un uomo dovrebbero essere designati senza che siano competenti e adeguati al ruolo che andranno a ricoprire. Non finiremo, spero, a dover conferire alle donne certi incarichi solo per rispettare la percentuale di partecipazione delle Quote rosa. Riconosco grandi meriti alla legge che le ha introdotte perché è servita ad abbattere un muro, ma alla fine il merito è la vera discriminante. Non mi preoccupo se l’aereo su cui volo è pilotato da un uomo o da una donna. Mi preoccupo che il pilota sia bravo. Non ho interesse a sapere se il miglior medico specialista per il mio caso è uomo o donna. Voglio che sia bravo, risolva i problemi, mi dia soluzioni e mi fornisca le risposte che cerco.

Nel suo attuale ruolo quali leve gestionali sta utilizzando per facilitare il mondo femminile?
Io collaboro con donne, impiego donne e coltivo i talenti delle donne, ma sempre con equilibrio e con una costante focalizzazione sul merito. Mi interessa una diagnosi di eccellenza e un percorso terapeutico long term, a prescindere da ogni questione di genere. Curo molte donne, conosco i loro problemi che sono legati anche a fatti anagrafici e generazionali e trovo tante risposte nella sensibilità femminile, le donne sono attente al dettaglio e talvolta non colgono la visione di insieme. Io cerco di ispirarmi agli uomini per le capacità di sintesi.

Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?

Rischio di essere pedante, la soluzione è il merito, ma mi rendo conto che in taluni settori le donne fatichino a inserirsi, penso alle professioni tecniche, ai posti manageriali apicali e a taluni ambiti propri della dirigenza maschile. Auspico che l’autorità dia l’esempio: una presidente donna, un Ceo donna, un capo donna costituiscono il modo più concreto per passare dalle parole ai fatti. Il Governo predica l'uguaglianza ma deve costantemente misurare sul campo, almeno quello della Pubblica Amministrazione, che negli uffici direttivi e sulle poltrone del potere siedano in numero apprezzabile anche le donne, sempre che lo meritino.

La parità di genere sottintende parità di standard valutativi, quando donna e uomo verranno valutati con gli stessi criteri allora avremmo eguaglianza sostanziale, a prescindere dai numeri. Al di là dell’essere donna o uomo, la discriminazione mina questo paese, il nostro benessere, la nostra salute. Chi lo sa fare meglio, perché non dovrebbe essere ingaggiato a farlo?

C'è poi il tema del salary gap, io credo che una donna debba guadagnare come un uomo a parità di competenza e rendimento. Le norme finalmente sono state approvate, ma non basta, vanno praticate e occorrono esempi virtuosi che motivino tutte noi a credere che oltre ai principi esistono le prassi effettive.

Quali modalità e quali formule suggerisce per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap? Un gap che, peraltro, ha conseguenze anche sul Pil.

Il mondo maschile forse è meno forte oggi di quello che sembrava esserlo ieri, tuttavia finché esiste un gap occorre rimediare. Il merito, la competenza e la determinazione delle donne sono la sola esclusiva ricetta per una sensibilizzazione. Poi la maternità e i problemi associati: gli uomini devono comprendere che avere una lavoratrice madre o in maternità è un'occasione non uno svantaggio, una donna responsabilizzata dal ruolo di madre è più efficiente sul lavoro, non ha tempi morti e lavora per obiettivi, sa cosa conta e cosa è superfluo e può offrire esempi di grande credibilità e leadership.

Quale messaggio o consiglio si sente di dare alle donne che hanno capacità e desiderio di emergere, in particolare a quelle che stanno ancora lottando e alle giovani generazioni?

Chiunque scardini convinzioni radicate è suscettibile di derisione, attenzione, isolamento. Io personalmente sapevo che le mie erano idee confinate nel limbo delle idee nascenti, scomode e poco autorevoli. Ho perseverato teorizzando la nutrizione funzionale, promuovendo una medicina interna non riparativa, ma orientata alla prevenzione primaria. La medicina di precisione ormai è il paradigma medico che si è imposto negli ambienti scientifici evoluti. La nutrizione funzionale è stata accolta come approccio medico insostituibile non solo dagli internisti ma anche in oncologia. Dico alle ragazze di farsi avanti e non farsi sopraffare dalle incertezze e dai dubbi. La forza delle idee e dell'esempio si impone sempre su ogni discriminazione, occorre crederci.

Ci racconti un aneddoto (positivo o negativo) di una delle sue esperienze sul tema.

Se sei donna e vuoi affermarti, devi essere molto brava e resiliente, ma attenzione a non giocare con la bellezza che seppure a prima vista può aiutare deve essere sempre sostenuta dalla competenza. Una donna bella è corteggiata, ma devono essere apprezzati i suoi meriti. Io ho sempre vissuto la mia femminilità con naturalezza ma in maniera discreta, non sarei stata capace di utilizzare la mia femminilità come merce di scambio. Le avances, più o meno esplicite, non mi influenzano e soprattutto non mi interessano le blandizie, so bene come devo performare e dove devo direzionarmi, non mi distraggo né sono distratta. Bisogna anche mantenere il focus quando il paziente uomo prova ad affascinare: io resto concentrata sulla persona e sulla salute.

Illustrazione di Ilenia Tiberti

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