Come cambia il Piemonte del cioccolato. Ferrero compra i biscotti danesi, Peyrano va all'asta

17 Lug 2019, 17:00 | a cura di
Mentre il gruppo Ferrero si conferma un solido colosso dell'industria dolciaria, con l'acquisto dei biscotti Kelsen, il comparto artigianale del cioccolato torinese soffre per il futuro incerto di Peyrano. A fine luglio l'asta fallimentare: chi si presenterà?

Biscotti al burro per Ferrero. Dalla Danimarca all'Italia

Il Piemonte dell'industria dolciaria che fa capo al colosso Ferrero si appresta ad accogliere i biscotti al burro più famosi nel mondo. Per 300 milioni di dollari, il gruppo di Alba ha acquistato tramite la sua controllata belga Cth l'azienda danese Kelsen, a propria volta, dal 2013, nel portfolio di un colosso dell'industria alimentare ben più celebre, l'americana Campbell.

Una scatola di latta blu di biscotti danesi al burro Kelsen

Almeno fino a qualche giorno fa, quando l'accordo multimilionario raggiunto tra le parti ha portato in casa Ferrero i biscotti danesi venduti nella scatola di latta blu, che dunque presto saranno italiani. Così, mentre Campbell si muove per ridurre un importante indebitamento che entro il primo trimestre del 2020 dovrebbe portare alla completa cessione di Campbell International, Ferrero continua le sue manovre di espansione sul mercato internazionale, che negli ultimi anni hanno determinato l'acquisizione di svariati brand dolciari americani e britannici.

Che futuro per Peyrano? Il cioccolato va all'asta

Ben diversa, invece, è la storia in fieri che si dipana a Torino in seno al comparto dolciario artigianale, che nel capoluogo piemontese riguarda innanzitutto la rinomata tradizione cioccolatiera. Travolta da 2 milioni di debiti, la storica cioccolateria Peyrano, fondata nel 1915, dichiarava fallimento all'inizio del 2019, nonostante la strenua resistenza di Bruna Peyrano (l'ultimo appello per salvare l'attività risale alla primavera 2018). Alla fine di luglio, dunque, si terrà il primo capitolo dell'asta fallimentare curata da Edith Lo Mundo, che ha già provveduto a invitare formalmente le aziende che intendono partecipare per riscattare il marchio, e così salvare il prestigio di una delle realtà più importanti dell'arte cioccolatiera piemontese e italiana. La base d'asta è importante, per la necessità di ripagare i numerosi creditori che avanzano conti in sospeso con la precedente proprietà, tra stipendi arretrati e affitti non pagati per il laboratorio di corso Moncalieri: 850mila euro per rilevare l'eredità di casa Peyrano.

Previsioni sull'asta fallimentare

Ma il Corriere Torino anticipa l'interessamento di alcune realtà altrettanto note del territorio, che farebbe sperare in un futuro rispettoso della storia di chi in passato è stato fornitore ufficiale di gianduiotti della Real Casa. Almeno questo è l'auspicio. Tra le ipotesi accreditate, ci sarebbe la possibilità di unire le forze in una cordata torinese di maestri cioccolatieri, altrimenti impossibilitati a sborsare la cifra richiesta. Tra i nomi più quotati sulla piazza, alcuni, come Gobino e Domori, sarebbero già da escludere in partenza, per progetti già avviati di recente; mentre più plausibile sarebbe il coinvolgimento del Gufo Bianco di Carmagnola. Ma non è da escludere che per rilanciare Peyrano possano farsi avanti gruppi del lusso o fondi d'investimento già affermati in altri settori, che potrebbero così lanciarsi pure nel settore dolciario. Il papabile investitore dovrebbe rilevare l'attività e il laboratorio di corso Moncalieri già dal mese di dicembre 2019, ma è difficile prevedere se i dipendenti di Peyrano saranno reintegrati.

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