Pizza Napoletana solo se ha la certificazione Stg: nuovo regolamento europeo

1 Dic 2022, 18:58 | a cura di
Dal 19 dicembre solo le pizzerie che rispettano il disciplinare Stg (Specialità Tradizionale Garantita) potranno chiamare il proprio prodotto Pizza Napoletana, tutte le altre saranno solo pizze generiche.

Non nominare la pizza napoletana invano. Il nuovo “comandamento” è scritto nero su bianco nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea nel regolamento 2022/2313 del 28 novembre, che ha dato corso alla richiesta dell'Italia a Bruxelles di garantire la protezione “con riserva” del nome per la “Pizza Napoletana” Stg. Di fatto la specialità napoletana è Stg dal 2010, la svolta, come spiega la Fondazione Qualivita, è stata la richiesta del cambio del regime di protezione da “senza riserva del nome” a “con riserva del nome” al fine di salvaguardare la registrazione del prodotto. Nel concreto, a partire dal 18 dicembre, nessuno in Italia e in Europa potrà più scrivere “pizza napoletana” nei menu o nelle confezioni senza la certificazione Stg e, quindi, se non saranno rispettati tutti i criteri necessari, ovvero: ore minime di lievitazione, stesura a mano della pasta, cottura esclusivamente in forno a legna ad una temperatura di 485°C, altezza del cornicione di 1-2 cm, con il controllo di un ente terzo di certificazione. E, come spiega Coldiretti, i limiti riguardano anche gli ingredienti che devono essere Made in Italy, dall'olio extravergine d'oliva al il basilico fresco, passando per Mozzarella di Bufala Campana Dop o la Mozzarella tradizionale Stg. I pomodori invece potranno essere pelati o freschi.

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Il nuovo regolamento offre la possibilità di migliorare la trasparenza verso i consumatori sulla produzione di un piatto simbolo del Made in Italy, mettendo in sicurezza la sua meritata fama internazionale - racconta Coldiretti - proprio alla vigilia del quinto anniversario dell’iscrizione “dell’arte del pizzaiuolo napoletano" come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuta il 6 dicembre 2017. La pizza è anche parte fondamentale di un sistema economico che genera un fatturato che ha superato i 15 miliardi di euro, con un’occupazione stimata in oltre centomila addetti a tempo pieno e sale fino ai duecentomila nel weekend. Ogni giorno, considerando soltanto l'Italia, si sfornano circa otto milioni di pizze, con un utilizzo stimato - durante tutto l’anno - di duecento milioni di chili di farina, duecentoventicinque milioni di chili di mozzarella, trenta milioni di chili di olio di oliva e duecentosessanta milioni di chili di salsa di pomodoro.

L’articolo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 1° dicembre
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