Plastic free. Le cannucce commestibili e il movimento dei bartender anti straw

27 Giu 2019, 10:42 | a cura di
Dalle cannucce commestibili Canù al movimento dei bartender anti straw. In molti si stanno muovendo verso un futuro plastic free.

Il problema della plastica è ormai noto. L'ultima notizia riguarda anche l'Italia e il Mediterraneo, dove una nuova isola di rifiuti plastici sta navigando verso le acque tra Elba e Corsica. Ecco perché sempre più aziende e startup corrono ai ripari con soluzioni plastic free, anche in vista del 2021, anno in cui tutti i paesi europei dovrebbero abbandonare definitivamente la plastica monouso.

Tutto sulle cannucce plastic free e quelle fatte di pasta dell'azienda marchigiana Canù

Canù, la cannuccia commestibile

Dalle cannucce commestibili al movimento dei bartender anti-straw. In molti si stanno muovendo verso un futuro responsabilmente plastic free, vuoi per una coscienza ambientalista vuoi per la nuova (e più che legittima) direttiva europea che mette al bando la plastica monouso. Ultima arrivata, tra le soluzioni ecosostenibili, è la cannuccia commestibile, chiamata Canù, creata e commercializzata dalla cooperativa Campo di Fossombrone nelle Marche, che opera da anni nel settore dell’agricoltura biologica e della pasta.

Le cannucce sono uno dei prodotti in plastica che vengono trovati in maggiori quantità sulle spiagge e nei mari”. Ci spiega Raffaello Bonora, uno dei responsabili del progetto Canù. “Ecco perché abbiamo pensato di collaborare con un pastificio per produrre cannucce biodegradabili”. A dargli l’idea è stato un ristoratore di Bristol che durante un'intervista alla Bbc spiegava come avesse smesso di usare le cannucce di plastica a favore degli ziti, ma che al tempo stesso era alla ricerca di un'altra soluzione sostenibile gluten free.

Tutto sulle cannucce plastic free e quelle fatte di pasta dell'azienda marchigiana Canù

“Considerando che noi gli ziti già li producevamo, la sfida era quella di produrli gluten free, così in collaborazione con un pastificio della zona abbiamo iniziato a produrre ziti a base di riso e mais, completamente biodegradabili”. I loro ziti sono certificati gluten free e biologici - “Il veleno dei campi è pericoloso quanto la plastica nei mari” - e, volendo, sono anche commestibili. “Il nostro primo cliente è stato Caffè Pascucci, che ha più di 700 bar sparsi per l'Italia, e ci hanno raccontato che le nostre cannucce spesso vengono sgranocchiate, soprattutto dai bambini. Ad ogni modo anche se dovessero finire nell'umido, sono completamente biodegradibili e possono anche essere riciclate per alimentare animali o pesci”.

Scopri le cannucce plastic free dell'azienda sorbos

Altri esempi di cannucce commestibili

Ma la cooperativa marchigiana non è la prima a puntare sulle cannucce commestibili, rimanendo in Italia pensiamo per esempio all'azienda Sorbos,che le realizza con zucchero glassato, amido di mais e acqua, capaci di mantenere la rigidità all'interno della bevanda per circa quaranta minuti. Queste cannucce si trovano già in parecchi bar, noi le abbiamo provate da Feria sul tetto del Lanificio a Roma.

Il movimento anti straw

Anche se non ci è ancora ben chiaro cosa spinga un adulto a richiedere la cannuccia per bere una bibita o un cocktail. Lo abbiamo chiesto a Julian Biondi del Mad Souls & Spirits a Firenze e organizzatore di BarOmeter: “Sinceramente? Spesso sono le donne che non vogliono rovinarsi il rossetto!”. Ma il bartender, che nel suo cocktail bar da circa un anno e mezzo ha esposto in bella vista la scritta “Non fate gli straw-nzi”, ci fa ben sperare: “La maggior parte delle persone non se ne accorge nemmeno che non mettiamo le cannucce, diciamo che la paura di scontentare il cliente è abbastanza un falso mito. E se proprio uno la vuole, gli diamo quella fatta di cartone”.

Donna con rossetto che beve dalla cannuccia

Ma nessuno si è mai lamentato della scelta di eliminare le cannucce?

Qualcuno dopo aver ordinato il cocktail ci chiede come mai non c'è la cannuccia, pensa sia un discorso di risparmio, ma una volta spiegato che le cannucce in cartone costano venticinque volte di più rispetto a quelle di plastica e che – soprattutto - queste ultime le usi cinque minuti ma rimangono nell'ambiente per mille anni, ecco, a quel punto appoggia la nostra scelta”. E se pensiamo che un tempo se ne usavano addirittura due per cocktail - “così il cliente beveva più velocemente: è un trucchetto da bottegaio” - possiamo rilevare che di passi avanti se ne sono fatti e se ne stanno facendo, considerando che sempre più locali (forse nello specifico i cocktail bar) stanno pian piano abbandonando le cannucce e la plastica in generale.

plastic free. Cosa succede a una cannuccia lasciata sulla spiaggia

Bere dal bicchiere è tutta un'altra esperienza

Cosa che favorisce anche l'esperienza organolettica: “Il primo impatto con un drink è quello olfattivo, e se interponi la cannuccia tra te il bicchiere, l'esperienza risulta dimezzata perché in pratica allontani il naso dal cocktail”. Senza contare che molti drink hanno la crustas che influisce sul gusto e che la sensazione del ghiaccio (ingrediente principale dei cocktail, ma ve ne parleremo approfonditamente a breve) sulle labbra è un'altra parte integrante dell'esperienza di un cocktail. Detto questo, se proprio dovete bere con la cannuccia, sceglietela ecosostenibile o fate come alcuni americani: “Sono i più 'cannucciomani' di tutti, ma sono anche sempre più sensibili al tema ambientale, tanto che mi è capitato di vederli al bancone con le loro cannucce portatili”.

Mad Souls & Spirits a Firenze ha eliminato le cannucce di plastica

Plastic free. È solo l'inizio

È solo una piccolissima goccia verso un oceano (e un settore) realmente plastic free. La prossima sfida, speriamo, riguardi anche il food delivery - in Italia il packaging è fermo al Medioevo - e le cucine, che tra buste per il sottovuoto, pellicola trasparente o guanti monouso, solo per menzionare qualche oggetto di plastica usa e getta, sono tragicamente indietro. Certo è che se la legislazione incentivasse davvero l'abbandono della plastica, magari con sgravi fiscali a chi investe in materiali organici o con regole igieniche al passo coi tempi, sarebbe tutta un'altra storia.

www.canustraws.it

sorbositalia.it

a cura di Annalisa Zordan

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