Primitivo sequestrato, Farnese Vini: Dissequestrato circa il 70% delle bottiglie, la qualità non è in discussione

23 Dic 2013, 12:16 | a cura di
Il gruppo di Ortona precisa che si tratta di presunte irregolarità di etichettatura e che il provvedimento della magistratura rientra nella vertenza commerciale, ancora aperta, sul brand Feudi di San Marzano
Primi dissequestri del vino Primitivo di Manduria posto sotto sequestro nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. Lo rende noto la Farnese vini, società titolare delmarchio Vigneti del Salento interessato dal provvedimento deciso dalla magistratura di Taranto. I sigilli sono stati tolti a circa il 60-70 per centodelle centomila bottiglie fermate per presunte irregolarità di etichettatura. "Il sequestro non riguarda la qualità o la tipologia del vino" sottolineano dalla cantina di Ortona "ma si limita soltanto a sollevare un problema riguardante l'etichettatura, riportata nella parte posteriore di ogni singola bottiglia di vino proveniente dal Salento. Tale questione, puramente tecnica trae origine da un'errata interpretazione della norma riguardante l'etichettatura e l'imbottigliamento del vino. La questione giudiziaria trae la sua origine da vicende societarie e diconcorrenza che nulla hanno a che vedere con la qualità del prodotto vinicolo odalla sua provenienza.I prodotti della nostra azienda risultano essere originali, organoletticamente perfetti e di prima qualità".
 
L'intera vicenda ruota attorno alla vertenza commerciale sui marchi della Feudi di San Marzano costituita dieci anni fa e partecipata in quote paritarie da Farnese vini, che ne sviluppò la rete vendite e la produzione, e dalle Cantina cooperative San Marzano (oltre mille soci), per la parte agricola. La disputa nasce dopo il luglio 2012, a seguito della scomparsa di uno dei fondatori e presidente di Farnese Vini, Camillo De Iuliis, e al conseguente ingresso nella società di Ortona del fondo di private equity "21 investimenti", guidato da Alessandro Benetton, che rilevò le quote degli eredi. E' qui che, dopo anni di risultati positivi e di crescita soprattutto all'estero, le strade si dividono ed emergono diversità di vedute. Il presidente di Feudi di San Marzano, Franco Cavallo (che guida Cantine San Marzano) avvia un contenzioso che porta alla liquidazione. "Decisione unilaterale" secondo Farnese vini. Feudi di San Marzano da luglio scorso è affidata a un liquidatore. In attesa di conoscere a chi saranno assegnati i suoi marchi, la Farnese Vini avvia un altro progetto stavolta sotto il marchio Vigneti del Salento e costituisce una società con sede a Manduria, che per evadere le forti richieste della clientela italiana e straniera sforna nuove etichette, alcune delle quali vengono immediatamente contestate da Cantine San Marzano. Di qui, la battaglia commerciale, e legale, che ha portato al provvedimento di sequestro preventivo dei giorni scorsi.
 
"La magistratura che aveva emesso il provvedimento cautelare" spiega il gruppo di Ortona "ha richiamato norme (decreto legislativo 109/92 e successive modifiche) che a nostro avviso non sono valide e non possono riguardare l'imbottigliamento del vino, ma solo l'etichettatura di prodotti alimentari. Infatti, l'etichettatura del vino deve essere effettuata ai sensi e per gli effetti del regolamento CEE 607/2009 del 14 luglio 2009 e dal successivo decreto di attuazione da parte del Governo italiano del 13 agosto 2012. La nostra società non ha fatto altro che adeguarsi a tale ultima normativa, che risulta tuttora vigente e che è poi utilizzata da tutti gli imbottigliatori d'Italia e d'Europa".
 
"A tutela della nostra immagine commercialee anche della nostra buona fede" conclude Farnese Vini "abbiamo affidato ai nostri legali di fiducia ampio mandato affinché chiariscanocon la magistratura l'interpretazione della legge sul vino e allo stesso tempoperseguitino coloro i quali hanno dato origine a questa inesistente e incresciosa vicenda. Per la parte inerente l'utilizzo dei marchi, cercheremo di far valere le nostreragioni davanti al magistrato competente".
 
a cura di Gianluca Atzeni
 
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