Report Federdoc per il 2016: il vino italiano si consuma sempre più all’estero

13 Dic 2016, 17:00 | a cura di

Confermata la vocazione all’export e l’incremento dei volumi e dei valori in particolare delle Denominazioni di origine. Il calo del consumo pro capite nel mercato domestico, non si arresta. Bene il Testo Unico del Vino. Giudizio positivo sulla riconferma di Martina al Mipaaf ma deve tornare a tempo pieno. 


Il Report di Federdoc

Mentre i consumi interni pro capite continuano a calare, non è un mistero che ormai l’80% delle etichette nazionali sono destinate a superare i confini italiani”. Lo scenario del vino italiano è stato descritto così dal Report annuale Federdoc, la federazione nazionale dei consorzi di tutela delle denominazioni di origine, illustrato dal Presidente Riccardo Ricci Curbastro. Ma più che continuare a evocare il passato – i mitici anni Sessanta con i 120 litri di consumo pro capite - si tratta di fare i conti con il presente e i suoi 35 litri a testa che rendono il consumo italiano sostanzialmente simile a quello di altri paesi europei. Osserva Ricci Curbastro che “forse in questi anni è mancata da parte del nostro mondo, una difesa della dimensione culturale del vino ora pienamente riconosciuta dal Testo Unico del Vino (TUV) che lo individua come patrimonio nazionale”. Anche sul TUV il giudizio è ampiamente positivo, ma come ha fatto notare Giuseppe Liberatore, delegato ai rapporti istituzionali di Federdoc, “dobbiamo subito iniziare a lavorare per scrivere ed approvare i 20 decreti applicativi necessari a rendere pienamente operativo il Testo Unico”.

 

Export in crescita

L’export del vino italiano intanto continua a correre. A fronte di 48,5 milioni di ettolitri (fonte MIPAAF, Ismea, UIV) di produzione complessiva, lo scorso anno le esportazioni hanno toccato i 5,4 miliardi di euro e nel primo semestre del 2016 hanno fatto registrare un +4,5% in volume e un lusinghiero +7,9% in valore. Con i vini a Denominazione di Origine che a loro volta crescono del 5% in volume e dell’8% in valore. Anche a fronte di un ipotizzato rallentamento nel II semestre dell’anno, i dati – è stato detto – avrebbero in ogni caso un andamento positivo.

Nel corso di questo ultimo anno Federdoc ha svolto il suo ruolo istituzionale di controllo e vigilanza con efficacia. “Vale la pena ricordare che in sede europea abbiamo ottenuto la modifica della proposta di liberalizzare l’uso delle varietà che avrebbe causato un vulnus gravissimo all’intero sistema delle Indicazioni Geografiche oppure l’intervento nell’attribuzione dei domini .wine e .vin che ha evitato nel mondo del Web di approfittare della rinomanza delle DO più note, usurpandone di fatto il nome con grave danno sia per i produttori che per i consumatori”.

E infine l’impegno nella lotta alla contraffazione - ha concluso il Presidente Riccardo Ricci Curbastro - con la “stipula di un protocollo di intesa con l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi, l’AICIG ed E-bay e l’attivazione del programma VE.RO, con la conseguente possibilità di segnalare in modo tempestivo irregolarità di tutti i tipi presenti nel Web e che ha comportato il blocco di 368 annunci di vendita in contrasto con gli interessi delle DOP e IGP”.

 

La continuità al Ministero

Nel corso della conferenza stampa è giunta la notizia della riconferma del ministro al dicastero delle Politiche agricole. Il presidente Federdoc ha commentato la nomina dicendo che “Maurizio Martina è stato un ottimo ministro con una grande capacità di sintesi. Il nostro augurio è che ritorni a tempo pieno alla sua attività istituzionale perché negli ultimi mesi il settore ha sofferto per la campagna elettorale sul referendum. Valga per tutti l’esempio della vicenda del decreto sull’Ocm Vino promozione e dei tanti problemi che sta provocando”.

 

a cura di Andrea Gabbrielli

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